La valle del Rosa

La strada carrozzabile della Valle Anzasca

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view post Posted on 26/4/2012, 19:18
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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Valle Anzasca Monte Rosa (Piemonte)

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La strada della Valle Anzasca

contributo alla conoscenza della costruzione della strada da Piedimulera a Macugnaga

NirwM

qui è raccolta tutta la sequenza del racconto e delle vicissitudini
della travagliata e faticosa costruzione della carrozzabile della Valle Anzasca



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Valle Anzasca - caratteristiche
Per avere un'idea delle difficoltà nella costruzione di strade e, della loro successiva manutenzione, è necessaria una descrizione geografica geologica del territorio.
Risalendo nelle ere geologiche sappiamo che questa valle fu sede di un importante ghiacciaio che attestato al Monte Rosa scendeva nella valle del Toce. Le acque subglaciali di scioglimento, percorrendo il disotto del ghiacciaio, logoravano la massa rocciosa in cui si incanalavano, in questa azione di erosione è intuibile e visiva nel profondo solco dell'Anza, mentre la parte adesso superiore ha la forma ad U tipica delle valli in cui il lento strisciare del ghiaccio ha provocato il modellamento, arrotondando le rocce su cui si appoggiava, lasciando dei depositi morenici in corrispondenza dei punti di rallentamento del suo moto, sul fianco e sul fondo. Molte osservazioni geologiche si rendono palesi in questo percorso. Dopo l'abitato di Piedimulera si possono ammirare le strutture delle rocce sul fianco opposto della Valle, le forme a pieghe, i colori di varia natura danno un effetto spettacolare, sembra che vogliono dare il saluto di approccio al viaggiatore e allo studioso. Il profondo solco dell'Anza, quasi un canyon, da l'idea visiva dell'azione di erosione fluviale. Questo profondo solco, fra Piedimulera e Molini di Calasca, trova nei pressi di Castiglione, alla confluenza tra il torrente Anza e l'Urià, uno sperone roccioso su cui è alloggiato l'abitato di Colombetti.
01-Colombetti
Anzino e Bannio si trovano su un pianoro morenico formatosi alla confluenza di due grandi ghiacciai, quello della valle Anzasca e quello della valle Olocchia.
I depositi delle glaciazioni costituiscono i pianori su cui si sono insediati gli uomini con le culture e le abitazioni. I grossi massi erratici che si incontrano lungo la valle ricordano la presenza della grande fiumana di ghiaccio che colmava la valle Anzasca. Calasca, Barzona, San Carlo, Vanzone, Ceppo Morelli sono da ritenersi dei ripiani dovuti a depositi laterali. Morghen lo sperone un gradino roccioso, venne scavato sul lato nord, da ritenersi più tenero, e le sue acque crearono la profonda forra detta "Morghen".
Nel bacino superiore la valle principale si stringe, le acque si raccolgono nella parte più bassa della conca da cui convergono a fondo valle.
Una posizione ottima per l'osservazione morfologica glaciale della Valle è offerta dalla sommità del Corno Scarpignano. I monti di questa valle, tanto maestosi, sono a fessurazione verticale, per cui gli elementi che contribuiscono al loro dispiegamento, lo si deve alla neve al gelo al vento e alle acque di scorrimento che creano gole profonde con accumuli di masse instabili di faile e smottamenti che compromettono la sicurezza delle aree interessate. Dopo San Carlo, per un buon tratto sul lato destro orografico, sono riconoscibili i depositi di materiale morenico instabile facilmente attaccati da movimenti erosivi e franosi rappresentati da grossi calanchi o da sfasamenti rocciosi di ampie dimensioni.
Sempre in questo tratto, ma sul lato destro orografico, incontriamo il Crotto Rosso, profonda incisione nell'area dei giacimenti metalliferi nelle rocce a nord di San Carlo, che colorano di giallo rossastro il fondo del torrente. Sempre da questo lato, ma in località val Bianca si ammira la cascata del torrente con un magnifico salto di circa 80 mt.
02-Val-Bianca

Invece nei pressi e alle spalle della frazione Canfinello, si può notare una profonda spaccatura della montagna, e durante le tremende piene del torrente, scarica nel crotto di Borgone, un enorme congerie di pietrame. Inoltrandoci nella valle si potranno scorgere altre zone disastrate che eleggeremo velocemente: la località "Munt Truby", soggetta a frane di materiale instabile, dal ponte sul rio Mondelli a Pestarena, depositi morenici con rocce fessurate e crotti ripidi, che facilitano violenti versamenti d'acqua, ma soprattutto per la caduta di valanghe nevose invernali e primaverili. Più oltre si entra nella conca di Macugnaga, dove incomincia ad esserci il caratteristico ambiente alpino, scontri con estati brevi, numerose nevicate anche, sono sempre di notevole quantità. Allo sparire dei ghiacciai le estensioni libere vennero invase dalla vegetazione.
Quando l'uomo ne prese possesso, si installò negli spazi che gli davano maggior sicurezza e garanzia in cui poter vivere, con la possibilità di ridurre la coltivazione di vicini terreni.
Gli anni attorno ai secoli XII° e XIII°, la crescita delle popolazioni e il clima meteorologico particolarmente dolce in quel periodo, favorì l'insediamento delle genti delle vallate alpine. Con lo sfruttamento dei terreni aperti al pascolo e la presenza di persone, produssero ampi movimenti commerciali attraverso i passi montani.
È questo il periodo dell'insediamento Walser, lo sfruttamento dei pascoli per la transumanza. I commerci tra la valle del Po e il centro Europa ebbe un periodo di gran fervore favorito dagli interessi dei reggitori Milanesi e Svizzeri da cui si unirono gli importanti tornaconti dei vari potentati vescovili, in concorrenza ed ostacolando l'espansione territoriale di Re e Imperatori già signori e potenti di quel momento.

Le strade

La valle del Toce era percorsa dalla via Francisca , che dalla pianura padana raggiungeva il Sempione e la Val Formazza. Da questa via, si staccava una strada che percorrendo la Valle Anzasca che, toccando i luoghi abitati, ne faceva le opportune deviazioni per le vallate laterali aggiungendo altri villaggi e altre popolazioni. Citiamo alcuni percorsi senza la pretesa di essere esaustivi perché numerosi sono i percorsi e i passaggi. Da Molini di Calasca, attraverso la Val Segnara, si arriva in Valle Strona. Da Pontegrande e Bannio, per la valle Olocchia si raggiungono i passi Dorchetta e Drochetta, Baranca, Egua da cui si prosegue per la val Sesia percorrendo le valli ad essa laterali. Ceppo Morelli per la valle e il passo di Mondelli si fa capo alla valle di Saas questa valle è raggiungibile anche partendo da Macugnaga attraverso il passo di Monte Moro. Da Borca per la Val Quarazza e il passo del Turlo si accede all'alta Valsesia. Parlare dei vecchi percorsi in Valle Anzasca è difficile.
Si anno indicazioni verbali non sempre attendibili e in qualche caso leggendarie e contraddittorie; facciamo un tentativo di chiarimento. Con l'indicazione di "prima", "seconda" o "terza strada", daremo delle informazioni sui percorsi senza la pretesa di essere cronologici, particolarmente per le prime due, che possono essere considerate contemporanee.

"La prima"
Partendo dall'attuale Fomarco, San Rocco, tenendoci alti sulla destra olografica dell'Anza, con continui saliscendi, si attraversano parecchi pascoli attualmente conosciuti come Prograsso, Prato di mezzo, Lagoncello ai Patelli, Oliago, Lagoncio con arrivo alla Pioda di Pontegrande. Per quanto tempo fu percorsa ? Non si sa!. Si ricorda per tradizione, che Lagoncello o Lagoncè (allo sbocco della Val Segnara), era abitato già prima dell'anno 1000 e fu abitato fino al 1600. Tracce dell'antica strada si vedono salendo dal piano di Patelli a Lagoncello. La tradizione ricorda che i morti della valle venissero portati, per la sepoltura alla chiesa di Vergonte o di Pietrasanta passando per Lagoncè. Si hanno pochi elementi per stabilire queste affermazioni. Esiste una raccolta di pergamene antiche fatta, dal Sig. Agostino Sandretti e descritti nel suo "Zibaldone 2" del 1950, da cui si possono ricavare alcune informazioni. Il percorso narrato aveva sicuramente delle derivazioni, per Colombetti e Drocala, per Calasca, per Anzino e Bannio e per l'interno della valle. Mancano indicazioni e riferimenti. Come fossero effettuati ? Non si sa ! Dato che l'Anza era piuttosto turbolenta e i periodi di escrescenza abbastanza frequenti, è da supporre che fossero fatti con delle passerelle o ponti di legno da doversi ricostruire con molta frequenza. Da questo si può argomentare che già esistesse un percorso sulla sponda opposta della valle, perché era più agevole ed esposto al sole.
Tutto questo è frutto di racconti verbali non suffragata da documenti scritti per cui è facile ritenere improbabile che per questa via venissero trasportati i morti alla Pieve di Vergonte. Il percorso stesso diventa difficile per il continuo saliscendi accidentato e improponibile, per cui si ritiene molto discutibile questa via di comunicazione, salvo brevi tratti. Tuttavia gli accaniti assertori di tale possibilità si può dire: i defunti, in quegli anni venivano trasportati in montagna, a volte in lenzuoli collocati entro una cassa scoperta detta "carlecc", sostenuta da due robuste stanghe e portata da due gagliarde persone.

"La seconda"
Raggiunta Piedimulera, sulla sponda sinistra dell'Anza, la strada cominciava a salire e percorrendo la parte della valle più esposta al sole, collegava i villaggi alquanto poveri, nascosti tra le selve.
Questa via venne allargata e selciata in epoche diverse con impegni trattati fra Anzaschini e Vallesani, in quanto molto frequentata dai transiti da e per la Valle Anzasca con il Vallese e per lo sfruttamento delle proprietà dell'arcivescovo di Milano. Tuttavia non mancarono polemiche e proteste per il mancato riordino periodico della strada dovuta alla perenne mancanza di danaro e agli scarsi interventi con le comandate. Il passo del Monte Moro forse fu utilizzato prima dell'epoca romana, il passo Mondelli nella sua sommità sfocia su un ghiacciaio, quindi è percorribile ma non è molto agevole, mentre il passo del Monte Moro se opportunamente conservato è più comodo, infatti dobbiamo ritenerlo più frequentato perché presenta delle manutenzioni con le caratteristiche delle strade romane.
A questo punto farei una breve considerazione, se uno di questi due passi, fosse stato di circa 500 o 600 metri più basso, la strada napoleonica collegante Parigi con Milano, sarebbe passata in questo posto perché abbreviava il corso dell'attraversamento delle Alpi di circa una giornata di marcia. Ricercare il periodo di costruzione iniziale di questa strada è difficile. Quello che conosciamo sono le date dei documenti e che ci indicano gli accordi, le intese,le ripartizioni di spese o gli avvenimenti di narrazione verbali. Il 5 dicembre 1361, per ordine di Giorgio d'Arezzo, Vicario dell'Ossola Inferiore, si riunirono a Bannio i rappresentanti delle Degagne e fissarono le spese di manutenzione delle infrastrutture. Probabilmente questo incontro non diede buoni risultati perché successivamente il Vicario della Giurisdizione del Comune di Novara, Sig. Alberto o Alberico Cocarla di Piacenza, ordina alle Degagne di Valle Anzasca di stabilire l'obbligo della manutenzione della strada e dei ponti che competevano ad ognuno di essi. Il 10 aprile 1373 i rappresentanti della Comunità si riunirono a Bannio, in Consiglio Generale della Valle e stabilirono i rispettivi confini di intervento per la manutenzione:
Macugnaga - fino al ponte di Campioli
Prequartera e Mondelli - dal ponte di Campioli al Riale della Rotta
Vanzone - dal Riale della Rotta al Riale di Batiggio
Ciola con Batiggio - dal Riale di Batiggio al Ronco presso Pontegrande
Anzino - da Ronco presso Pontegrande al ponte di val Bianca
Calasca - dal ponte di val Bianca a Lanzeria
Bannio con Prequartera - da Lanzeria al Riale di Olino
tutte le comunità insieme - da Riale di Olino al ponte dell'Orco
Drocala - dal ponte dell'Orco al confine cioè presso l’Oratorio San Carlo di Meggiana.

Il 20 maggio 1403 si ebbe un incontro a Bannio fra 29 Anzaschini e cinque rappresentanti della Valle di Saas, per mantenere e migliorare le condizioni della strada. Si impegnarono:
- i Vallesani a mantenere in ordine la strada dal Monte Moro a Visp
- gli Anzaschini dal Monte Moro a Piedimulera.
03moro
Esiste un'indicazione verbale che vuole la mulattiera costruita nel 1772 questo non può essere vero perché le indicazioni sopra esposte cadrebbero nel nulla. Piuttosto si dovrebbe pensare che a quella data ci furono dei reclami, delle controversie e delle migliorie che il Consiglio Generale di Valle fece sue, con interventi diretti di manutenzione perché molto probabilmente le varie Comunità non avevano organizzato per tempo le comandate di intervento per la manutenzione, dopo i vari nubifragi o nevicate o per necessità di sgombero di pulizia della strada nel tratto di competenza.
Sulla condizione della strada e la necessità di manutenzione si ha una lettera del 20 agosto 1832 in cui, la Segreteria di Stato del Regno Sardo Piemontese comunica la decisione di intervento di sistemazione della strada Mandamentale della Valle Anzasca molto più chiarificatore è il "RAPPORTO SULLO STATO delle STRADE COMUNALI" redatto dall'Ingegner Gian Domenico Protasi probabilmente nel 1828 /1830.
Nota: il ponte dell'Orco doveva essere il ponte sul torrente scorrente nel vallone di Meggiana. Questa indicazione e data da una notizia sulla costruzione della strada carrozzabile. Il 7 agosto 1390 fu definitivamente fissato al confine tra Vogogna e la Valle Anzasca presso la chiesa di San Carlo di Meggiana.

"La terza"
Vittorio Emanuele I, nel 1818 istituisce il Mandamento di Bannio, la vecchia mulattiera è denominata Strada Mandamentale. Questa strada è in condizioni molto precarie e non è carrozzabile.
(Vedi il rapporto ing. Protasi) In altri luoghi si costruivano nuove possibilità di comunicazione, e già si progettavano le ferrovie, mentre in Valle Anzasca le comunicazioni erano affidate "al cavallo di San Francesco" ed i trasporti erano effettuati dai muli o sulle spalle delle donne.
Un altro problema particolare era la sottrazione del legname che pur essendo economico del trasporto, provocava notevoli oneri e spese per i danni ad esso connesso, oltre malcontento che nasceva nei danneggiati in quanto non si ritenevano mai risarciti a sufficienza. Si erano modificati e rinnovati i metodi burocratici di governo, il consiglio generale della valle era stato sciolto, tuttavia il problema era da risolvere anche se tutti i Sindaci, ognuno per la propria parte si sentivano impegnati ai reciproci buoni rapporti. Si incontrarono fra loro discussero coinvolsero le persone influenti, incaricarono i deputati di segnalare la situazione della Valle agli organi superiori di Governo, ripetendosi nelle sedi nelle secolari lamentele di abbandono da parte dei responsabili. La presenza delle miniere e dei boschi che richiede, per facilitare il commercio e quindi l'attività commerciale, una strada che attraversando l'intera valle sia agevole al passaggio dei carri. Si rendeva necessario un progetto, per cui deliberarono una riunione del 17 dicembre 1822 per dare l'incarico a un ingegnere esperto del ramo, l'elaborazione. L'ingegner Gian Domenico Protasi, prese a cuore la situazione fece appelli ai Comuni Anzaschini perché si accordassero sulla possibilità di soluzione per la costruzione di una strada carrettiera o carrozzabile, diede alcune indicazioni soprattutto si adoperò presso la Provincia e il Governo perché il problema della valle avesse un posto importante nella decisione parlamentare. Nel 1826 si cercò la persona adatta alle esigenze progettuali. I comuni Anzaschini deliberarono e l'incarico viene affidato all'ingegner Giovanni Battista Mazzeri di Oleggio abitante a Milano, persona esperta che aveva già svolto incarichi di questo tipo per il Governo Sardo Piemontese e per il Governo Austriaco di Lombardia. L'ingegner Mazzeri elaborò un progetto per un importo di circa L. 800.000 pari a circa 7 miliardi attuali.

Rapporto sullo stato delle strade comunali della Valle Anzasca

(da una minuta dell'ingegner Protasi)
Piedimulera 25 luglio 1828
Ill.mo Sig. Intendente
Reduce da una gita testé fatta nella Valle Anzasca non posso a meno di fare rapporto alla S.V. Illustrissima sullo stato deplorevole delle strade scorrenti nella medesima: obbligo me ne impone l'onorevole delegazione datemi dal Congresso Provinciale. È veramente doloroso di vedere in pessimo stato, le strade di una valle cotanto interessante e per il numero dei suoi abitanti e per la ricchezza del suo territorio in legnami e minerali auriferi, nonché per la bellezza di varie regioni e varietà di cascate e spettacolo maestoso di alte cime e di eterne ghiacciaie fra cui torreggia in gigantesche forme il Monte Rosa, oggetti tutti che vi attraggono annualmente buon numero di viaggiatori di lontane regioni, tra cui è bello di numerare il Granduca regnante di Toscana. Io accennerò brevemente lo stato delle strade di tronco a tronco onde la S.V. Illustrissima avendone precisa contezza possa dare quelle provvidenze che nell'alta sua saviezza e distinto zelo nel promuovere il bene del pubblico crederà le più convenienti ed efficaci. E per fare la cosa completa io prenderò le mosse dal confine di Piedimulera con Pallanzeno presso la R. Strada del Sempione cioè ove principia il Mandamento di Bannio.
1 - A partire dalla R. Strada del Sempione dopo una breve tratto di strada carrozzabile di mediocre stato nel territorio di Pallanzeno, si incontra quella simile di Piedimulera, la quale sino all'abitato avrebbe bisogno di alcune opere di adattamento di non grave spesa.
2 - Dall'abitato di Piedimulera al confine di Cimamulera la strada detta della Mulera è ripida disagiosa in sommo grado: il suolo selciato con grosse pietre e cordoni troppo sporgenti la rendono altresì pericolosa.
Dovrebbe riformarsi il selciato con pietre più piccole e cordoni regolari.
3 - Dal confine sino all'abitato di Cimamulera e pure in gran parte eccessivamente ripida e disagiosa, e sebbene il selciato sia parimenti formato con grosse pietre e cordoni sporgenti tuttavia è meno deforme e pericoloso di alcune tratte di quello di Piedimulera. Infine in questo rapporto proporrò una mia idea per la formazione di una nuova strada di comunicazione fra le due Comunità.
4 - Dal principio dell'abitato di Cimamulera cioè dalla chiesa parrocchiale sino alla cosiddetta Madonnina presso casa Muzio sonovi due tratte in cui dovrebbe si riformare il selciato diminuendo in una anche la troppo forte salita.
5 - Dalla Madonnina andando verso Castiglione per per la totale trascuranza della nuova manutenzione e in gran parte la strada talmente angusta che a malapena vi è il cambio delle persone, e se s'incontrano bestie bovine o da soma è forza di arrestarsi in qualche angolo per lasciare il passo alle medesime. Si arriva alla Valle di Meggiana ed ivi la più pericolosa discesa si presenta che dovrebbe assolutamente essere resa più dolce. Più in là sino al confine di Castiglione e specialmente presso il medesimo il suolo della strada è talmente disuguale sassoso informe che a stento vi si passa: ivi un semplice intervento al pari con poca ghiaia dello spessore di 20 cm e con le debite cunette e sfoghi delle acque basterebbe renderla comodissima.
6 - Dal confine di Cimamulera sino all'abitato di Castiglione è parimenti orrido stato per grandi tratte la strada, e più specialmente la cosiddetta smontata o discesa di Castiglione ove ha grande stento il pericolo vi passano le persone e le bestie bovine e da soma.
7 - Lo stesso dicasi dall'abitato di Castiglione alla frazione di Pecciola presso cui una tratta potrebbe lodevolmente rendersi praticabile con un semplice interrimento e poca ghiaia come dissi al numero 5 per Cimamulera. Qui come numero 5 la strada trovasi in tale stato ridotto ad essere la terra lavata via dall'acqua piovana e in nessun altro modo deviata per cui rimangono informi pietre salienti e scomodissima.
8 - Vien dopo un tronco di strada da pochi anni ristaurato e che trovasi ancora in discreto stato. Ma per la sua conservazione è necessario che il Comune faccia alcune piccole riparazioni annualmente, ed obblighi i proprietari fronteggianti allo spurgo delle cunette laterali a seconda dei veglianti regolamenti.
9 - Ove dicesi, se non erro, alla Scarpia ivi di nuovo comincia la disastrosa strada specialmente per l'irregolarità e scabrosità del suolo che pur potrebbe in parte migliorare con l'interrimento e di pagamento con la riforma di alcune tratte del selciato. Riscontransi prima d'arrivare al confine di Calasca alcune tratte sufficientemente comode.
10 - Giunti sul territorio di Calasca ha veramente sorpresa di trovare il tronco che si estende sino alla stazione di quel Comune detta ai Molini una strada ridotta così pessimo stato: scabrosa, pericolosa, incomodissima per una tratta, quindi angustissima e direbbesi ad uso di fosso colatore per un'altra, e tanto maggiore è la sorpresa in quanto in buono stato sono le finanze di quel Comune e non grave sarebbe la spesa per un semplice adattamento della strada, la quale scorre su facile località con poche pendenze.
11 - Dai Molini sino Gabbii di Calasca la strada venne lodevolmente sistemata di nuovo da circa 10 anni, ma essendo affatto trascurata la manutenzione della medesima, sconosciutissimo spurgo delle cunette laterali, frequentissimo ingombro or qua or là con legnami e sassi e terra, e già tale tronco in via di deperimento tale che in pochi anni dovrà sistemarsi di nuovo se non si viene al riparo, ed immediatamente.
12 - Dai Gabbii era già troppo tempo (e non lontano) bellissima la strada: ma trascurata dal pubblico e dai privati, malconcia dalle acque dell'Anza e di altri piccoli torrenti i quali ultimi senza alcun ritegno e guida la attraversano, ora è in pessimo stato e per varie tratte non più riconoscibile.
13 - Dai Gabbii al confine di Bannio la strada da non molti anni sistemata presentasi colle osservazioni fatte al numero 11. Le strade che mettono all'abitato di Calasca sia dalla regione della Gurva sia dal ponte della val Bianca sono in discreto stato. Abbisognono però di qualche ristauro anch'esse.
14 - La strada principale della Valle trovasi in buono stato nel territorio di Bannio: trascurata però alquanto prima di arrivare Pontegrande, ed anche da Pontegrande a San Carlo: è il migliore della Valle ed è meglio costrutto, ma è doloroso di vedere ivi pure trascurato lo spurgo delle cunette laterali, indispensabile per la conservazione della strada.
15 - La strada che da Pontegrande mette a Bannio si sta ora sistemando, e l'altra che mette ad Anzino restaurata da poco tempo e in discreto stato e solo abbisogna di sorveglianza per la sua conservazione.
16 - Da San Carlo Vanzone sonovi alcune tratte state da non lungo tempo restaurate: ma sono in stato di trascuratezza. Però fatte poche eccezioni la strada è ancora tollerabilmente praticabile.
17 - Dall'abitato di Vanzone sino alla Chiesa del Croppo in territorio di Borgone venne non a guari costrutto un bel tronco di strada: vi è applicabile quanto dissi nell'ultimo periodo del n° 14 e più ancora.
18 - Dalla chiesa del Croppo all'abitato di Borgone la strada è veramente orribile benchè scorra dirò quasi in piano. Continuamente angusta, incassata in gran parte, fra muri, con un selciato il più informe, senza alcun restauro forse da tempo immemorabile, eccole, Ill.mo Sig. Intendente lo stato di quella strada.
19 - Da Borgone a Ceppo Morelli avvi ornovo tronco di strada in tutto consimile al secondo del n° 14 è quello del n° 17, e vi sono applicabili le stesse osservazioni.
20 - Da Ceppo Morelli a Prequartera e da Prequartera a Campioli pessima la strada sebbene il migliore di quella del n° 18.
21 - Da Campioli al Morghen venne recentemente costrutta: faccio voti perché sii in buon stato mantenuta, e lo merita perché è bellissimo è veramente quel tronco di strada.
22 - Da questo punto da Pestarena e da Pestarena a Macugnaga sino ai piedi del Monte Rosa e per alcune tratte in cattivo e per il restante di mediocre stato, suscettibile in gran parte d'essere ridotta comoda senza gravi spese.
23 - Dal sin qui esposto emergono due osservazioni capitali, cioè: che in nessun Comune del mandamento di Bannio si osservano le varianti leggi della relativa pulizia delle strade, che molte tratte della strada partendo dal confine con Pallanzeno sino ai piedi del Monte Rosa si possono ridurre a meglio Stato, senza incontrare gravi spese. Annualmente con mezzo delle comandate o con un'imposizione qualunque o con poco il prodotto della vendita di boschi comunali si dovrebbe fare qualche opera di restauro alle strade, che a deviarne specialmente le acque: costantemente dovrebbesi dai comuni procurare l'osservanza delle leggi rispetto alla pulizia stradale ed allora di gran lunga migliore diventerebbe lo stradale di Valle Anzasca ad universale vantaggio.
24 - Ma il vero bisogno della Valle Anzasca quello sì è di avere una strada carrozzabile come le Valli di Vigezzo ed Antigorio. Dimostrarne i vantaggi del generale sarebbe ad offendere l'alta saviezza, in molti lumi, lo zelo illuminato della S. V. Ill.ma e perciò mi prendo la libertà di solo indicarne due affatto speciali per la Valle Anzasca,
1° Quello del numero grandissimo di forestieri che andrebbero a vedere i ghiacciai del Rosa e le miniere aurifere della Valle e dei paesi e leggiadro delle avvenenti sue donne: a Chamonix per vedere i ghiacciai del Monte Bianco, e non altro, ci vanno nuovamente più di 6000 forestieri.
2° Quello della maggiore coltivazione delle miniere aurifere le quali gran numero rimangono incolte perché ricavo attuale pareggerebbe appena le spese: diminuite queste, col facilitare l'introduzione loro costosissima di tanti oggetti di prima necessità oltre gli alimenti, il ricavo netto sarebbe più sensibile e quindi maggiore l'impegno della coltivazione, la quale in fin dei conti è proficuo non solo alla valle ma ben anche allo Stato.
25 - Per una tale strada avrei grandioso progetto dell'ingegner Mazzeri di Oleggio residente in Milano, il quale originariamente venne provocato dall'apposito proposizione di alcune case bancarie di Milano che, fatta la strada a loro spese, domandavano in compenso tante piante dei boschi della valle tante le lire d'effettivo costo della strada, se le piante provenivano da boschi situati al di qua di Vanzone, e di due piante ogni lira se oltre Vanzone. Ma tale proposta non ebbe seguito sebbene seguito a termine abbia avuto il progetto. Per l'esecuzione di questo tre diverse tariffe di pedaggio si progettarono poi dagli Ing.ri Spezia e Belli mossi da vivo desiderio di vedere la loro patria Valle dotata di sì gran mezzo di prosperità quale una buona strada: troppo gravoso per il pubblico, il primo progetto di tariffa si accertò dei Comuni della Valle il terzo: Piedimulera e Cimamulera preferirono il secondo. Ma il secondo e il terzo non incontravano l'approvazione superiore perché includono la proibizione della fluttuazione dei boschi dei comuni oltre Castiglione: eppure tale proibizione invece di esser nociva all'interesse dei Comuni come dal Governo si crede, sarebbe piuttosto utile se non a ciascun Comune individualmente, certo a molti altri Comuni: lo sanno tutti coloro che conoscono personalmente i grandissimi danni provenienti o contingibili della flottazione: la pianura dell'Ossola ne manda lamento antico. Non è qui il luogo di discutere su ciò né tanpoco di discutere io mi sento con i personaggi eminenti che tale opinione dedussero nel governo. Solo accenno che avvi realmente un danno per i comuni, costituirà questo parte del prezzo della strada è da considerarsi come tale: altrimenti operando, il maggior prezzo dei boschi servirebbero a pagare parte solo dell'importo della strada: la strada deve essere principalmente pagata dei boschi. Entrerei di buon grado nella trattazione di tale materia, ma non è qui il luogo. Sol volli tentare una giustificazione dell'operato di queste Comunali amministrazioni.
Senza l'adozione del 2° del 3° progetto non è possibile che si intraprenda una società qualunque la costruzione della progettata strada.
26 - Eppure questa strada deve farsi. Assumersi l'impegno di eseguire il progetto Mazzeri dal Consorzio dei Comuni sussidiato dalla Provincia non è sperabil cosa. Dunque io proporrei un altro spediente.
Dall'abitato di Castiglione a Pontegrande Macugnaga si adotti il progetto Mazzeri quale in molte località specialmente tra Pontegrande e Vanzone coincide con i tronchi già resi carrozzabili.
Se ne costruisca annualmente un tronco in quella località ove maggiore è il bisogno, e per la spesa oltre il fondo del Consorzio si implori un annuo sussidio dalla Provincia, sussidio che non può essere negato per le ragioni che riferirò inferiormente. Così potrossi migliorare ogni anno lo stradale della Valle, e in poco tempo si avrà strada praticabile alle carrozze, praticabile già essendo non ispregevol parte dell'attuale o facilmente riducibile ad esserlo.
27 - Ma da Castiglione per Piedimulera ?……… Qui io propongo una linea di massima che dovrebbe essere studiata da persone intelligenti dell'arte. Io l'accenno dietro l'ispezione da me fatta e dietro qualche cognizione della località. Da Piedimulera, seguendo il progetto Mazzeri sin poco al di sotto del casino del cosiddetto Vidile Protasi di lì risvolgendo a levante sotto Gropala e poi di nuovo a ponente passando sopra Gropala alla inoltrandosi a zig zag o a tornichelli sino al di sopra della frazione di Mezzamulera si può facilmente congiungersi con la strada delle Colorie di là proseguire alla chiesa parrocchiale di Cimamulera.
Da Piedimulera potrebbesi prendere le mosse anche in vicinanza della casa parrocchiale e portarsi al di sotto di Gropala e seguendo poi l'andamento anzi indicato. Indi sul piano scorrente ove discesi a casa Guerrini senza gravi difficoltà alle Case di Paita, alla chiesa parrocchiale di Castiglione. In tal modo si avrebbe favorevolissima anche Cimamulera e diventerebbe utile la strada a parecchie frazioni di Cimamulera e Castiglione che altrimenti non sarebbero. Il costo a creder mio sarebbe minore di quello del progetto Mazzeri, perché minore di gran lunga, il lavoro in viva roccia.
La strada sarebbe per così dire più simpatica, il certo più amena. Si potrebbe così spendere annualmente dalle 10 alle L. 20.000, con sussidio ragguardevole della provincia.
28 - Ma questo sussidio è presumibile?…… Io credo di sì appoggiandomi a sensi di equità. L'imposta provinciale dell'Ossola si fa in ragione di popolazione ora la Valle Anzasca, ossia l'andamento di Bannio e più popolato di Val Vigezzo e di Val Antigorio: il Mandamento di Bannio, dunque Valle Anzasca paga annualmente maggior quota di ciascuna di quelle due valli ma Val Vigezzo ha già avuto più di L. 100.000 di sussidio dalla Provincia per la sua strada, anzi per due compiendosi ora il malinteso andamento della prima; Val Antigorio ha già avuto più di L. 40.000 per la sua strada, forse più importante di quella di Vigezzo.
Dunque la Valle Anzasca potrebbe pretendere almeno un centinaio di mila lire ripartite le diverse annate a seconda dei tronchi di strada di cui si intraprenderà la costruzione, nulla avendo ottenuto finora.
Non sono parole sono fatti. Non v'è ragione che militi più a favore di quelle valli, perché la tanto vantata comunicazione ulteriore con l'estero specialmente per la Val Vigezzo è una chimera: non lo credono né i Vigezzini nè gli Antigoriani. Ma la Valle Anzasca è pur valle interessantissima per la sua popolazione per i suoi boschi per le sue miniere per il suo Monte Rosa: i forestieri che verranno a veder questo, danaro lasceranno a beneficio di Domo e di tutta la Provincia. E questo non è certamente una chimera. Ecco quanto io mi sono creduto in dovere di segnalare alla S. V. Ill.ma, dovere tanto maggiore perché conosco a fondo la località di Valle Anzasca e dei suoi bisogni. Prego anzitutto che dalla S.V. venghi ordinata l'immediata scrupolosa osservanza delle veglianti leggi circa la pulizia delle strade, e quindi vivamente confido nella di lei saviezza e giustizia che vorrà appoggiare presso il Superiore Dicastero è presso Provinciale Congresso l’assegnamento d’annuo sussidio della Valle Anzasca.
Se freddi sono i suoi abitanti, tanto più maggior ed efficace sentir si faccia l'azione dell'ufficio tutorio: non è raro di fare il bene ai comuni anche a loro dispetto. Qui vi ha un bene reale da farsi da lunghi anni sollecitato, che giustizia esige che il ben pubblico reclama, che l'onore dirò anche del nostro paese ci consiglia.
Vi demando benigno compatimento alle libere mie parole dettate dal puro amor di patria e d'amor del pubblico bene.
La strada mulattiera che collega fra loro i comuni della Valle è stretta, la larghezza è mediamente di circa metri 1,50, irregolare e praticabile solo dai muli. È percorribile in circa otto ore, da Piedimulera a Macugnaga. Serve una popolazione che si aggira sui 5.500 abitanti, con una lunghezza di quasi 29 km.

Un testamento
Il problema “Strada” per le con comunicazione di Valle è così sentito, nella sua importanza che diventa un impegno di realizzazione per tutte le persone facoltose della Valle o originaria di esse.
Se il Sig. Alberto de Albertis, originario di Vanzone ma residente a Genova, nel suo testamento depositato presso il Notaio Pietro Vincenzo Gastaldi, lasciava scritta questa disposizione:
item- …. lascio parimenti per una volta tanto al medesimo oratorio del S.S. Annunziata di Vanzone Lire cento mille della moneta corrente di Genova fuori Banco con l'obbligo alli confratelli di esso di valersi di Lire venti mille, sino a lire venti cinque milla della moneta di esse per far formare una strada nella Valle Anzasca cioè dalli Molini, ossia dal basso alli Molini, a lato del fiume Anza sino a Piedimulera, ovvero da Piedimulera sino alli Molini sopraddetti ossia dal passo alle stesse Molini a lato di detto fiume, a loro giudizio, quale strada voglio et ordino si faccia larga piana, e comoda alla ripa, ossia in vicinanza del detto fiume Anza.
Con la costruzione di qualche ponte o ponticello in materia sopra detto fiume, quanto fosse di bisogno per poter passare da una ripa all'altra di detto fiume anche in caso di piena d'acqua ovvero in parte dalli Ovico o sia òpaco ed in parte dal solivo , o sia Aprico e colla compera di tanto porzione di prato, o d’altri stabili che fosse necessaria per la costruzione di detta strada, il tutto ad effetto di renderla più breve, più piana e più comoda che sia possibile secondo che meglio stimeranno li periti. E quando per fare tale strada ci ha bisognasse maggiore somma di dette a lire venti mille fino in lire venti cinque mille, in tal caso per di più fosse necessario dovranno concorrervi quelle comunità a beneficio dei quali servirà la detta strada!
In secondo luogo, se ne facciano fare ogni anno in perpetuo da detti confratelli quelle spese che abbisogneranno per la manutenzione della suddetta strada da farsi come sopra.
Successivamente il Sig. Alberto de Albertis il 29 ottobre 1758 riprese il testamento e modificò il legato che si legge: successivamente cassa revoca e annulla il legato di lire 100.000 che detto codicillante fatto in detto suo testamento all'oratorio delle S.S. Annunciata del detto luogo di Vanzone sua patria perché non vuole che più abbia luogo la formazione della strada, e ne meno il rimanente che in detto suo testamento aveva ordinato di fare di dette Lire cento milla. Si passò così all'attesa di tempi migliori.
Nota (estratto dal testamento del signor Alberto de Albertis Bartolomeo e consegnato sigillato al Notaio Pietro Vincenzo Gastaldi di Genova il 12 marzo 1752 con i successivi codicilli a
modifica della sua volontà.)

I progetti per la strada di Valle Anzasca

Se la strada di Valle Anzasca avesse un'ascesa costante, il percorso di 30 km, da Piedimulera 250 m s.l.m. a Macugnaga 1300 m s.l.m. avrebbe una pendenza regolare di poco superiore al 3,5%. La valle invece a balze, speroni e vallette a superare o aggirare. Le distanze tra i vari luoghi da servire e molto varia, sia in modo lineare che verticale. Quindi le pendenze vanno adattate ai percorsi da compiere per raggiungere i singoli luoghi che debbono essere serviti. La dimostrazione è data dalla vecchia mulattiera che è una continua variazione di saliscendi.
Il problema arduo è conciliare, dislivello, pendenza, percorso e spesa.
Possiamo scegliere:
1 - un percorso principale, il più breve possibile con discrete pendenze, passante per il fondovalle con successivo raccordo stradale alle località o frazioni abitate, in tempi successivi, lunghi nel tempo. È la soluzione meno onerosa immediatamente.
2 - un percorso lungo con molti saliscendi, che è un servizio immediato a favore dei centri abitati ma con opere più onerose. L'esempio della via da percorrere è dato dalla vecchia mulattiera. Questa strada richiede dei raccordi costosi immediati per raggiungere la località poste sull'altra sponda della Valle. E la soluzione ad alto costo immediato.
Sicuramente l'ingegner Mazzeri adottò il primo concetto pensando ad un intervento che potesse soddisfare le esigenze di una strada principale, per tutta la valle tralasciando i raccordi. Ebbe l'incarico nel 1836 ed impiegò circa tre anni per i rilievi e l'elaborazione. Il progetto costò L. 2500 (pari a circa 90.000 € attuali). Il primo tronco di strada prevede il dislivello Piedimulera Gozzi sotto, affrontando le rocce nella forra dell'Anza con una pendenza dell'8/ 10% . Raggiunge rapidamente Castiglione; prosegue per Pontegrande superando il tratto più difficile con una pendenza lieve e costante nella salita e una contropendenza a metà percorso fra Castiglione e Molini. Il secondo tronco di strada segue pressoché la vecchia mulattiera per Ceppo Morelli e Macugnaga. I Comuni interpellati per la realizzazione di questo progetto, gli rinunciarono perché lo ritengono un oneroso di difficile ripartizione fra loro delle spese, in quanto qualche Comune non ha boschi o altri redditi. La mancata intesa fra i Comuni della Valle, per la realizzazione della strada Consortile, fece volgere l'attenzione su altre soluzioni.

Progetto Mazzeri
Il progetto Mazzeri è descritto in un corposo volume di circa 340 pagine scritte a mano intitolato: “piano d'esecuzione e descrizione delle opere occorrenti per la costruzione della strada stabile per la Valle Anzasca nella Provincia di Pallanza dall'abitato di Piedimulera alla Chiesa Parrocchiale di Macugnaga.”
Nell'ultima pagina, scritto a mano dall'ingegnere:
Milano 13 luglio 1840
Gio Battista Mazzeri Ing. del Regno Lombardo Veneto ed Arch. Civile ed Idraulico degli Stati di S.M. Sarda.
Riassumiamo brevemente il piano generale riportato nel manoscritto
dall'abitato di Piedimulera alla Chiesa Parrocchiale di Macugnaga la lunghezza della strada e di metri 29.436,70
il progetto della nuova strada viene diviso in due parti:
1°)La prima parte è suddivisa in quattro tronchi ed ha principio verso nordest dell'abitato di Piedimulera e
termina alla fine della facciata della Chiesa di Vanzone e viene distinta in quattro tronchi:
Primo tronco da nord-est di Piedimulera presso un ponticello in vivo, all'ingresso di Castiglione Ossola, cappella di Colombetti di metri 4463,25
Secondo tronco dalla cappella di Colombetti al terzo mulino della frazione Molini metri 3367,50
Terzo tronco dal terzo mulino di Calasca alla casa Spezia di Pontegrande metri 4055,80
Quarto tronco dalla casa Spezia di Pontegrande al termine della facciata della chiesa parrocchiale di Vanzone metri 3497,05
Lunghezza totale della prima parte metri 15.383,60

2) La seconda parte è suddivisa in tre tratte da est dell'ossario di Vanzone mette capo alla piazzale laterale della Chiesa Parrocchiale di Macugnaga è distinta in:
Primo tronco dalla fine della facciata della Chiesa Parrocchiale di Vanzone, alla località Teste di Ceppo Morelli metri 4464,60
Secondo tronco località Teste, appena passata l’Anza a Ceppo Morelli a Pestarena, dopo l'attraversamento dell'Anza metri 5239,50
Terzo tronco dall'attraversamento dell'Anza a Pestarena al piazzale laterale della Chiesa Parrocchiale di Macugnaga metri 4349,00
Lunghezza totale della seconda parte metri 14.053,10

Progetti Belli Spezia


Gli Ingegneri Giovanni Belli e Antonio Spezia presentarono tre loro progetti per la parte più difficile della Valle, il tratto Piedimulera Pontegrande.
Non ho trovato i dettagli dei tre elaborati, che possono essere così riassunti:
il problema urgente era la costruzione della strada per eliminare l'inconveniente della flottazione del legname che creava grosse preoccupazioni. L'enorme massa d'acqua che trasportava i tronchi portava con sé sabbia, ghiaia e pietrame provocando l'erosione delle sponde e la rovina di numerosi manufatti con relative liti per i ripristini, che non sempre erano di facile soluzione. Inoltre, quando tutto questo materiale arrivava alla confluenza col fiume Toce, si allargava, rallentando il flusso, provocava il deposito delle marie trasportate con l'innalzamento del fondo causando l'ostruzione del deflusso naturale quindi l'occupazione dei terreni vicini coltivati o usati a pascolo. Inoltre si trattava di trovare la soluzione su chi costruisse la strada. Si propose:
1) per 60 anni, dalla data di concessione la strada rimane di proprietà dei concessionari e tranne quelle tratte di strada che coincideranno con l'attuale, le quali rimarranno libere da ogni pedaggio, col peso ai comuni dalla metà della manutenzione della medesima.
2) che sia facoltativo dei concessionari, quando lo ritengono opportuno di aprire la strada al pubblico, d’imporre un pedaggio conveniente.
3) che i Comuni della Valle cedono ai ricorrenti l'uso del progetto Mazzeri.
4) sia dato ai concessionari il diritto di occupazione dei fondi.
5) i concessionari possono eseguire il progetto in tutta la sua estensione e solo fino a Pontegrande o Ceppo Morelli.
6) la facoltà di associarsi a coloro che crederanno in tale impresa.
7) trascorsi i 60 anni cedere alla valle la strada gratuitamente e in buono stato.
Si proposero anche altre indicazioni:
1) abolizione assoluta della flottazione sul fiume Anza (permessa solo nelle vallette secondarie della Valle per estrarre legnami sino all’ Anza).
2) privativa del Rologgio, ossia dei carri e slitte esclusi gli oggetti per gli usi domestici della Valle fra essi i commestibili grani e vino e bauli e equipaggi contenenti abito ad uso privato.
3) esenzione da ogni pedaggio per le persone, bestie discariche e cariche.
4) obbligo dei concessionari del trasporto fuori, e dentro la Valle richiesta di chiunque e sono riservati generi che loro sono consegnati correnti aggiungendo le tariffe di pedaggio.

Nella ricerca di soluzioni alternative meno onerose, leggiamo questa minuta di lettera dell'Ingegner Protasi diretta all'Intendente della Provincia in data: 30 luglio 1846 da cui abbiamo stralciato la parte che ci riguarda.

…Costruire la strada fino a Molini, vendita dei boschi comunali e consortili, possibilità di trasporto sulla vecchia strada da Borgone a Molini.
Se non si hanno mezzi sufficienti per costruire la strada secondo il progetto Mazzeri, si potevano lasciare in sospeso le opere di rifinitura (paracarri ed altre opere nelle località ritenute meno necessarie). Queste opere verrebbero completate in seguito quando la strada è stata aperta per garantire la sicurezza di transito. Del resto è intendimento mio e dell'intera deputazione di eseguire in ogni sua parte il progetto Mazzeri, di aumentare piuttosto che diminuire le opere di sicurezza delle persone, delle merci e della strada stessa. Prego l'esimia bontà della S.V. di condonarmi la prolissità di questa mia lettera: la scrissi a sfogo dell'ansietà in cui vivo continuamente di veder tolta presto ogni difficoltà, rimosso ogni ostacolo, alla dichiarazione di pubblica utilità. Il Regio Biglietto sarà l'iride faustissima di un avvenire migliore per questa valle che ha tanti elementi per conseguirlo e da me sarà soddisfazione dolcissima per quel poco che feci finora e di grande eccitamento per quel molto che sono disposto a fare nell'interesse di questa valle di Piedimulera mia Patria, e dell'intera Provincia……
La segreteria di Stato del Regno di Sardegna nel 1844 approva il progetto dell'Ingegner Mazzeri, scartando l'attuazione degli altri elaborati. Sua maestà Re Carlo Alberto dichiara “Opera di pubblica utilità” la strada Anzaschina con “Lettere Patenti del 10 settembre 1846”.

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Edited by Piero** - 28/8/2019, 11:23
 
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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La situazione politica economica intorno al 1850
Dopo la caduta di Napoleone I, con il trattato di Vienna del 1815, l'Italia venne divisa in otto Stati. Il Regno Sardo Piemontese si trovò nella necessità di riorganizzare, sviluppare e riammodernare il suo governo e il suo sistema burocratico. Quando si iniziò la costruzione della strada di Valle nel 1847, il Piemonte era via di sviluppo per l'arretratezza dei metodi di coltivazione, miseria nelle campagne, una politica costosa per le spese militari a causa dei movimenti politici e rivoluzionari per la riunione dell'Italia in uno unico stato. A questo si aggiungono le spese per le opere pubbliche importanti nell'azione di sviluppo economico sociale.
Carlo Alberto allora Re, svolse una certa attività riformatrice specie sul piano della politica economica, rallentata dal suo concetto di predominanza decisiva spettante alla sua carica di sovrano.
Questi i momenti più importanti:
1848 1849 - prima guerra d'indipendenza, contro l'Austria, si ebbero vittorie iniziali e terminò il 20 marzo 1849 con la sconfitta nella battaglia di Novara e l'abdicazione di Re Carlo Alberto a favore del figlio Vittorio Emanuele II.
1855 - Adesione del Piemonte all'alleanza Franco Inglese contro la Russia con partecipazione alla guerra di Crimea.
1859 – Seconda guerra d’indipendenza contro l’Austria, con l’intervento di Napoleone III, si concluse con l’armistizio dell’11 luglio a Villafranca e la cessione di Nizza e Savoia alla Francia.
1859 - Assemblee costituenti in Toscana, Modena, Parma per l'annessione di questi Stati italiani al Piemonte.
1860 - Spedizione dei 1000.
1861 - Proclamazione del Regno d'Italia.
1864 - La capitale è portata da Torino a Firenze.
1866 - Terza guerra d'indipendenza con molte sconfitte e qualche vittoria. L'intervento di Napoleone III aiutò il Piemonte contro l'Austria, terminò lo stesso anno con l'annessione del Veneto.
1871 - Roma e nominata capitale d'Italia, Vittorio Emanuele II fa il suo ingresso ufficiale.
Queste indicazioni sono importanti e vengono segnalate perché ci danno l'idea della difficoltà economica del Regno Sardo Piemontese prima, e delle militari che poi.

Gian Domenico Protasi
Nacque a Piedimulera il 4 ottobre 1810 da Stefano e Angela Buchetti. La famiglia proveniva da Campino, località del Vergante sopra Baveno. I primi studi li fece nel collegio di Pallanza, dove ottenne ottimi riconoscimenti. Nell'ateneo torinese si laureò in ingegneria civile ed idraulica all'età di 21 anni nel 1832. Il professor Plana lo volle suo collaboratore per le ricerche scientifiche e per l'elaborazione dei difficilissimi calcoli matematici sulla Luna. A causa di questi impegni intellettuali e la continua tensione nervosa fu assalito la violenta febbre celebrale che lo rese calvo a vent'anni. Ebbe una cattedra all'accademia militare di Torino e vi insegnò per un biennio.
La morte del padre lo obbligò a interessarsi degli affari di famiglia. Il padre nel 1820 aveva acquistato una grande fattoria in località Campiglia, presso Nebbiuno, e l'ingegner Gian Domenico Protasi cita questa località molte volte nelle lettere che inviava ai suoi collaboratori del consorzio stradale.
L'ingegner Protasi si sposò due volte: la prima moglie fu una Brielli, dalla quale ebbe Angiolina, che si maritò successivamente con un Paolo Riccadonna. La seconda moglie fu Carolina Giovannetti di Orta, da cui nacquero: Antonietta, il 20 luglio 1847, fu battezzata a Nebbiuno e divenne suora educatrice della nobiltà, presso la Villa Granducale la “Quiete” di Firenze, e Vittorina che rimase nubile e beneficò Nebbiuno, Arona e Piedimulera. Si ammalò seriamente nell'inverno del 1873 subi un'operazione chirurgica e morì in Arona dove risiedeva ed era sindaco il 19 giugno 1873.


L'ingegner Gian Domenico, fu deputato al Parlamento per più legislature, fu sindaco di Novara e presidente del consiglio provinciale. Ebbe altri incarichi di responsabilità pubblica fu sostenuto ed aiutato da semplici cittadini e da eminenti autorità. Venne anche osteggiato da persone che si atteggiavano a saccenti perché non approvavano il suo operato il suo comportamento e le sue decisioni sempre tendenti al bene comune. Si interessò alla strada della Valle Anzasca sollecitando l'attuazione del progetto Mazzeri per la costruzione della strada carrozzabile. Tracciare la figura dell'ingegner Gian Domenico Protasi è difficile per cui è preferibile lasciare la parola a questo epitaffio:
Gian Domenico di Stefano Protasi
Ingegnere Commendatore dell'Ordine Mauriziano
preside da otto anni del Provinciale Consiglio
sagacemente promosse ogni pubblico bene
in pro dell'Ossola sua diletta Patria
di cui sedè deputato in quattro legislature
sacrò specialmente l'opera di studi l'ingegno
dotto in matematica ed agli affari prontissimo
alacremente promosse sapientemente diresse
vinte le difficoltà di natura
l'opera della strada di Valle Anzasca
e stimata di non possibile eseguimento
benemerito delle presenti e future generazioni
per senno zelo integrità nei pubblici e privati affari
ammirato
per provvidenza e d'amore della famiglia
per candore e modestia di costume
per beneficenza di opere e in consigli
amatissimo
nel LXIII anno di vita operosa incolpabile
sopportata con tranquillità d'animo dolorosa malattia
morì in Arona il XIX giugno MDCCCLXXIII
con sentimenti di cristiana pietà
modesto invita meritò ed ebbe in morte
dagli Ossolani e da tutta la novarese provincia
solenni pubbliche onoranze ed universale compianto.


Fra le sue carte sono state trovate delle annotazioni che saranno messe in evidenza nel corso di quest'esposizione. La sua modestia gli imponeva di essere aperto, informare e conoscere le opinioni degli altri collaboratori e dei responsabili per la realizzazione degli impegni assunti, evidenziare e sollecitare le Autorità superiori per ottenere gli aiuti promessi. La figura dell'ingegner Gian Domenico Protasi si sviluppa e si ingigantisce man mano che si segue lo svolgersi della costruzione stradale. Inizia con un lungo rapporto indirizzato all'Intendente della Provincia per invitare gli organi amministrativi ad intervenire a favore ed in aiuto nella costruzione della strada carrozzabile di Valle Anzasca. Esporremo le parti essenziali dello scritto in modo sintetico:
Illustrissimo signore
Esponesi da parte della Comunità componente la Valle Anzasca, provincia dell'Ossola che mentre tutte le altre provincie dello Stato trovasi provviste di solide e spaziose strade, di cui la pubblica prosperità né procura da qualche tempo i considerevoli vantaggi, la loro Valle se ne trova affatto priva, motivo per cui va di continuo scemando la sua popolazione, e si accresce invece di diminuire la miseria di quelle montane regioni.
Avendo sentito la possibilità della formazione di una strada che attraversasi l'intera Valle, e che possa essere pressoché piana, ed in linea retta, essendo più che convinti dell'incalcolabile utilità, che ne ridonderebbero all'intera Valle se si potesse mandare ad effetto si importante progetto.
Sentendo che l'esecuzione del loro progetto era necessario un piano regolare formato da una persona dell'arte onde a quello uniformarsi nei parziali riadattamenti che gli annuali assegnamenti di fondi potevano loro permettere di fare.
Nella congrega del 17 settembre 1822 deliberarono di dare questa commissione ha un ingegnere… Con deliberazione del 5 andante maggio 1826.
(Qui lo scritto continua con una lunga elencazione dei vantaggi sulla costruzione della strada e conclude):
… Nominare un ingegnere per la formazione del piano regolare col calcolo della spesa cui potrebbero ascendere e quello formato ordinare la costruzione della nuova strada dichiarandola Provinciale.
… Di assegnare per la formazione della strada, che verrà da esso tracciata quei maggiori fondi annuali che potranno avere, onde si possa nel minor tempo possibile compiere l'opera.

Giovanni Belli 06-Giovanni-Belli

Nato a Stradella Pavia il 12 ottobre 1812, morì a Calasca il 26 gennaio 1904. Era laureato in ingegneria civile e idraulica fu consigliere il deputato provinciale, venne nominato anche deputato al parlamento Subalpino. Grande collaboratore dell'ingegner Gian Domenico Protasi nella conduzione del Consorzio per la Strada di Valle Anzasca, si prodigò per la sua realizzazione e divenne anche presidente del Consorzio stesso. Fu Sindaco di Calasca e sovvenzionò il Comune per la realizzazione di alcune opere di benessere pubblico, fra le quali l'acquisto e la donazione dell'Alpe Pedriola (Macugnaga). Le sue qualità e i suoi meriti vennero elogiati nell'epitaffio che si trova a Calasca.
Mite, onesto, di rette intenzioni
amò la patria che desiderò grande
resse con oculatezza il Comune
cui morendo legò cospicua somma
preclaro esempio di virtù cittadine.


Nota: sulla figura di Giovanni Belli, vedi Agostino Sandretti, Zibaldone n°1 Antonioli Domo 1948.

Antonio Spezia 07-Antonio-Spezia
Nato nel 1814 Piedimulera, da Antonio Pietro e Maria Teresa Gianbonini ivi morì nel 1892. La sua famiglia era numerosa, ebbe nove fratelli e sorelle. Era laureato in Ingegneria civile, idraulico e architetto, aveva svolto la sua attività in Pavia, Roma, Torino (suo è il progetto del santuario di Maria Ausiliatrice iniziato da San Giovanni Bosco), fu anche conoscitore di attività mineraria.
Fece parte della Deputazione del Consorzio per la strada di Valle Anzasca, di cui fu anche Vicepresidente ai tempi dei citati ingegneri G.D. Protasi – G. Belli. Questo ramo della famiglia Spezia è originario di Barzona frazione di Calasca. Si trasferirono a Pontegrande dove avevano case e negozi, commerciando e interessandosi alle miniere della valle. L'attività commerciale indusse la famiglia a trasferirsi a Piedimulera.

Progetto Pasquale Cariola
Con lettera del 30 settembre 1873 il Consorzio Stradale di Valle Anzasca incaricava l'ingegner Pasquale Cariola di eseguire un progetto per il collegamento Campioli (nel testo chiamato Scarpioli) e Macugnaga. Dal 14 aprile al 28 maggio 1874 e dal 14 al 19 agosto successivo, fece gli opportuni rilievi per assolvere l'incarico. Il preventivo elaborato comportava una spesa di lire 233/m.
L'ingegner Pasquale Cariola, di Biella, espose il progetto in una relazione che indicò “allegato numero nove” e prevedeva: dall'abitato di Scarpioli alla Chiesa Parrocchiale di Macugnaga, della lunghezza complessiva di metri 8696 divisa in quattro tronchi:
tronco X - da Scarpioli al limite territoriale tra Ceppo Morelli e Macugnaga della lunghezza di metri 2741 = lire 92.000
tronco XI - dal limite territoriale di Ceppo Morelli all'abitato di Pestarena Superiore della lunghezza di metri 2490 = lire 43.000
tronco XII - dall'abitato di Pestarena Superiore a quello della Borca della lunghezza di metri 1972 = lire 61.000
tronco XIII - dall'abitato della Borca alla Chiesa Parrocchiale di Macugnaga della lunghezza di metri 2193 = lire 37.000
totale importo della strada da Scarpioli e Macugnaga = lire 233.000

La descrizione per la realizzazione dei vari tronchi e particolarmente estesa specialmente per i tronco X che prevede il superamento del granitico gradino di Morghen con l'evidenza della forra dell'Anza e il pericolo della valanghe e dei movimenti franosi, sui due versanti, in questo tratto.
Elabora tre soluzioni di percorso, che prevedono il superamento di un dislivello di circa 102 metri su una distanza fra i due punti di partenza ed d'arrivo di 1250 metri, con una pendenza media dell'8%.
a) - partendo dall'abitato di Campioli, si sviluppa sulla sinistra orografica dell'Anza, si evita di costruire i due ponti Morghen e Vaud, ma restando alta sulla forra dell'Anza richiede un ponte per attraversare la cascata del torrente Mondelli. Questo percorso deve avere una ascesa quasi costante perché le asperità delle rocce, da tagliarsi per buona parte del percorso, non consentono la costruzione di tornanti. In questo percorso, il progettista fa presente la necessità della costruzione di una galleria artificiale in località “ Crot d’la Val” che scende dal monte Battel, e potrà essere eseguita quando le finanze del Consorzio lo permetteranno.
b) - partendo dall'abitato di Campioli, con un tratto parallelo alla vecchia mulattiera, restando alto sul fianco della montagna destra, costruendo un ponte muratura alto circa 10 metri sopra il ponte esistente, si sorpassa la discarica della miniera, e costruendo dei tornanti, si arriva all'abitato di Morghen, proseguendo si farà un ponte in prossimità del Vaud, e ci si riporterà sulla sponda opposta proseguendo per Pestarena (parzialmente è il progetto Mazzeri).
c) - partendo dall'abitato di Campioli e costruito il ponte sull'Anza come in (2°), si procede con un'ascesa quasi costante sulle rocce di Morghen, superando la forra dell'Anza seguendo la destra orografica del torrente arrivando al secondo ponte, da costruirsi, in località Vaud . Anche in questo caso non si possono costruire dei tornanti, ma occorrono pilastroni ed archi in muratura a sostegno della strada, per una lunghezza di circa 600 metri, con un costo valutabile circa lire 80/90 al metro.
Da questo punto il percorso seguendo pressappoco le indicazioni del progetto Mazzeri raggiunge Pestarena Superiore. Invece di scendere e oltrepassare il torrente Anza, la strada si inerpica sulla sinistra orografica del torrente e prosegue su rocce da tagliarsi fino all'altezza dello sbocco del torrente Quarazza per compiere due brevi tornanti ed arrivare in prossimità della Chiesa della Borca. È lo sviluppo del tronco XII. (Progetto Cariola). Lo sviluppo del tronco XIII e quello tuttora osservabile dalla Borca a Macugnaga. Successivamente con altri progetti ed interventi furono costruiti i raccordi di Staffa e Pecetto.
Il 25 marzo 1846 l'Intendente Boschi della Regia Intendenza dell'Ossola inviò a tutti i Sindaci della Valle Anzasca una lettera avente per oggetto: “Nomine a Deputato del Consorzio della strada” di questo tenore:

Riverito Signore
nel di 29 del corrente mese ho determinato di procedere allo stabilimento in Ufficio della Deputazione che dovrà rappresentare il Consorzio dei Comuni della Valle Anzasca e dare tutte le disposizioni necessarie per l'esecuzione delle opere di costruzione della strada Consortile. Nel darne partecipazione alle S.V. Riverita debbo pure aggiungerle che pure mia intenzione che Ella faccia parte di questa Deputazione per cui mi onoro di pregarla a ciò sia presente a questo ufficio pel giorno suddetto. Ho il pregio di rifirmarmi con piena stima di V.S. Devotissimo Boschi.

I Comuni Anzaschini deliberarono la costituzione del Consorzio nel 1845, che venne riconfermata nel 1858.
Pubblichiamo Atto Consolare di Bannio in quanto tutte le delibere sono dello stesso tenore.

Atto consolare
Al quale consiglio datasi lettura del venerato foglio dell'Ill.mo Sig. Reg. Intendente di questa provincia d'Ossola delli 8 scorso ottobre, con cui viene autorizzata alla riunione dei raddoppiati Consigli dei Comuni di questa Valle Anzasca per deliberare sulla convenienza di sistemare a spese comuni la strada della Valle, e sottoposto quindi, previa lettura a disamina stesso Consiglio il relativo progetto per stabilire il Consorzio, e il ripartimento della spesa formato dal Signor Ingegnere Civile Idraulico Gian Domenico Protasi delegato alle strade Comunali e Provinciali d'Ossola e di Pallanza con cui viene il medesimo segnatamente progettando. La proposta per parte dei singoli municipii di 10 individui, onde abbiano fra essi a prescegliersi dall'Ill.mo Reg.Intendente i Deputati per rappresentare il Consorzio che dovrà tantosto occuparsi dell'esecuzione della strada di questa Valle a seconda del progetto Mazzeri con quelle modificazioni che saranno del caso, dando principio alla tratta da Castiglione al confine di Cimamulera, per ultimarla poi al lungo della Valle proponendo i seguenti mezzi per farvi fronte.
1° il 30% da prelevarsi a favore della strada sul prezzo de’ boschi Comunali e Consortili, che si venderanno alla pubblica asta.
2° il residuo prezzo dai medesimi percipiendo, da mutuarsi alla decorrenza dell'interesse eguale a quello stabilito per la Cassa di Deposito.
3° il sussidio Provinciale di lire 10/m annue.
4° l'annua imposta sui fuochi di banca corrispondente all'estimo di ciascun Comune di lire 4000 annue.
5° gli attuali fondi che trovansi in serbo a tale riguardo, e da stanziarsi negli anni 1846 e 1847 rilevanti col sussidio della Provincia a lire 40.370,09 cui si dava principio alla tratta di Castiglione al confine di Cimamulera, sopperendo all'altra metà di lire 40/mt coll'in prestito a farsi la Cassa di Deposito.
Il prefato Consiglio ciò inteso dopo avere prestato attenta disamina su tutte le parti del detto Progetto Protasi, lo ravvisa basato con tutta equità e giustizia facendo precipuamente concorrere al pagamento della strada, i boschi, giacché ne debbono questi risentire i maggiori vantaggi, per cui questa Comunale Amministrazione già con suo ordinato 15 maggio 1831 offriva il terzo dei boschi per la costruzione di una strada Carrettiera.
Quando pertanto l'Autorità Superiore non inclini ad autorizzare l'accettazione già fatta da questi Comuni dell'altro progetto terzo presentato dai signori Ingegneri Spezia e Belli, unanime ed assai di buon grado esso Consiglio accetta in ogni sua parte il testè altro presentato progetto del signor Protasi adottando i mezzi ivi proposti per ottenere finalmente la costruzione del tanto desiderato stradale a seconda del disegno Mazzeri, ravvisando questo progetto del signor Protasi il più sicuro ed unico espediente per giungere a tale intento. Epperciò mentre accetta nella sua integrità tale progetto sovra presentato, solo si fa ad osservare, che qualora i possessori dei boschi consortili non volessero punto sottoporsi al pagamento del 30% a favore della strada, dovrebbero le Comunità venire superiormente autorizzate ad imporre un dazio di pedaggio pel il transito di quelle piante sulla nuova strada non eccedente però il terzo del loro valore. Senza trattenersi poi il Consiglio a dimostrare la convenienza di sistemare a spese comuni la detta strada, per essere già stati addimostrati le tante volte gli incalcolabili vantaggi derivanti, addivenendo alla proposta dei 10 Candidati, onde siano fra essi prescelti i membri del Consorzio, unanime propone per il primo, e che si leverebbe Presidente:

Protasi Ingegnere Giovanni Domenico autore del progetto
Spezia Antonio Ingegnere a Piedimulera
Belli Giovanni Ingegnere a Calasca
Albasini Giovanni Sindaco di Vanzone San Carlo
Spezia Giuseppe Sindaco di Bannio
Silvetti Giuseppe Sindaco di Castiglione
Nino Carlo dimorante a San Silvestro
Annexi Pietro Antonio Vicesindaco a Macugnaga
Chili Benedetto Consigliere di Borgone
Rigoli Bartolomeo di Calasca

premendo più che mai che si possa dal principio alla tratta di Castiglione nella prossima primavera per i pericoli che presenta l'attuale strada in quella località assai disastrosa, e per potere al più presto possibile estrarre i boschi che vanno ora in deperimento, si prega perciò caldamente all'Ill.mo R. Intendente di questa Provincia a promuovere quegli incombenti tutti, che ravviserà del caso, onde ottenere il proposito stabilimento al Consorzio e alla superiore approvazione del sovra accettato progetto.
È con precedente lettura e conferma si è chiuso il presente atto con le firme:
Spezia Sindaco
Calegione Consigliere
Testone aggiunto
Bionda aggiunto
Zavattaro Giudice
Battaglini Consigliere
Pirattone Consigliere
Volpone aggiunto
Governore aggiunto
notajo Folini Segretario.
L'anno del Signore 1845 e alli 10 novembre in Bannio, a cui, riferisce a me segretario suscritto il messo Comunale Bianchi Carlo avere egli ieri giorno di domenica previo il consueto suono della campana, ed alla occasione che il popolo sortiva dalle funzioni parrocchiali pubblicato, affisso e tale lasciato a questo albo pretorio copia autentica dell'atto suddetto assistito dai testi signori Volpone Bernardo, Testone Stefano, ambi richiesti è in fede sottoscritto notajo Folini Segretario dichiaro io Notajo Segretario suscritto che dietro la sovra pubblicazione non venne dato alcun reclamo ed osservazione.

Bannio 18 9mbre 1845 notajo Folini Segretario

A tutte le adunanze dei Consigli Comunali presente l'Avv. Luigi Zavattaro Giudice del Mandamento di Bannio, che sottoscrisse i relativi verbali.


Consorzio stradale
L'Ing. Protasi, anima dell'iniziativa si adoperò subito per i rapporti preliminari. Nel febbraio del 1846, in un colloquio con il ministro De Ambrosis, ottenne il riconoscimento per la formazione del Consorzio. Il Ministro incaricò il Vice Intendente di Domodossola perché venissero nominati al più presto i componenti dell'Assemblea Consortile.
Riproduciamo il verbale per la nomina della Deputazione:

Regia Intendenza della Provincia dell'Ossola
Verbale di stabilimento in ufficio della Deputazione del Consorzio della Strada di Valle Anzasca. Questo giorno ventinove del mese di marzo dell'anno milleottocentoquarantasei alle ore dieci di mattina in Domodossola in una delle sale della Regia Intendenza davanti all'Ill.mo Sig. Avvocato Pietro Boschi Intendente della Provincia coll'assistenza di me sottoscritto Reggente alla segreteria di detto Ufficio. Riuniti d'ordine del suddetto Sig. Intendente i Signori:
Protasi Ingegnere Gio Domenico
Spezia Ingegnere Antonio
Belli Ingegnere Giovanni
Albasini Gio Sindaco di Vanzone San Carlo
Rigoli Bartolomeo Sindaco di Calasca
Si premette le Comunità di Bannio, Anzino, Borgone, Calasca, Castiglione, Macugnaga, Prequartera, Vanzone e San Carlo nell'intento di provvedere all'apertura di una strada carrozzabile lungo la Valle Anzasca da Piedimulera sino a Macugnaga ultimo paese della Valle con ordinati delli 5,6, 10,15, 9 e 12 del mese di novembre ultimo debitamente pubblicati hanno deliberato di accettare il progetto il Consorzio del Sig. Ingegnere Gio Domenico Protasi col quale viene proposto che la spesa occorribile per l'esecuzione del progetto formato dal Sig. Ingegnere Mazzeri salvo quelle modifiche che si sarebbero ravvisate fare pagate:
1° col 30% da prelevarsi sul prezzo ricavando dalla vendita dei boschi Comunali e Consortili esistenti nella Valle.
2° coll'annua imposta sui fuochi di banca corrispondente all'estimo di ciascun Comune rilevanti a lire 4/m circa fra tutte le Comunità.
3° col sussidio di lire 30/m da ottenersi dalla Provincia
4° cogli attuali fondi disponibili che solo specialmente destinati per tale spesa.
- che le stesse Comunità avrebbero nei predetti atti Consolari proposti gli individui quali avesse a cadere la scelta di membri d'una Deputazione incaricata di rappresentare il Consorzio
e dare tutte le disposizioni necessarie per l'esecuzione dei lavori di costruzione della strada.
- che il progetto di Consorzio come sovra proposto dal Sig. Ingegnere Protasi ed accettato dai Consigli Comunali venne rassegnato all'Autorità Superiore per la voluta approvazione.
- che con lettera 31 gennaio scorso del Sig. Intendente Generale di Novara venne partecipato a quest'ufficio d’Intendenza essersi dalla Regia Segreteria di Stato per gli affari dell'Interno approvata in massima l'adozione del progetto sulle basi con quelle proposte colla riserva da autorizzare l'esecuzione delle opere tosto che fosse rassegnato a quel dicastero uno Stato esatto dei mezzi con cui il Consorzio potrà disporre per intraprenderle.
Che il prefato Sig. Intendente Generale con succitato suo foglio aveva autorizzato il Sig. Intendente di questa Provincia a divenire alla nomina di una Deputazione tra le persone designate dai rispettivi Consigli Comunali e ad invitarle quindi a procedere agli incombenti necessari per la proposta del concorso e dei mezzi tutti di cui essa crederà potersi valere per l’eseguimento del progetto Mazzeri.

Volendo ora il Sig. Intendente provvedere per la formazione della Deputazione che dovrà a termini dei veglianti Regolamenti rappresentare il Consorzio dei Comuni della Valle Anzasca, ha partecipato ai signori adunati la loro nomina a membri della medesima ed ha eletto a Presidente Sig. Ingegner Gio Domenico Protasi dichiarando la Deputazione legalmente costituita nelle persone dei signori:

Protasi Ingegnere Giandomenico Presidente
Spezia Ingegnere Antonio Vicepresidente
Belli Ingegnere Giovanni
Albasini Giovanni Sindaco di Vanzone San Carlo
Rigoli Bartolomeo Sindaco di Calasca.

Ed in rimpiazzo dei suddetti Deputati in caso di morte, dimissione o per supplire alla mancanza di alcuno di essi qualora per qualche adunanza non si potessero riunire almeno tre membri della Deputazione che dovranno sempre intervenire alle congreghe per la legittimità delle deliberazioni ha nominato, i Signori Gioanninetti Bartolomeo di Bannio, Silvetti Antonio Sindaco di Castiglione, Samonini Angelo Sindaco di Borgone e Prequartera. Successivamente l'Ill.mo Sig. Intendente ha fatto presente ai Sig. Congregati che l'entità e l'importanza degli interessi del Consorzio esigono la Deputazione sia assistita da un Segretario apposito, incaricato della redazione dei verbali d'adunanza, della tenuta della corrispondenza e di tutti gli altri lavori d'amministrazione, come pure che l'esigenza dei fondi del Consorzio per l'esecuzione delle opere più occorrenti ed il pagamento delle spese venga affidato a persona pratica della contabilità, estranea alla deputazione e che presenti la dovuta garanzia delle somme di qualche rilievo che devono rimanere a sue mani, ed ha quindi proposto per le sue funzioni di segretario il Sig. Notajo Folini segretario Comunale e per quella di Tesoriere l'esattore del Mandamento di Bannio.
Queste due proposizioni essendo state unanimemente accettate dai Sig. Deputati si procedette alla fissazione d'una equa retribuzione a compenso delle loro fatiche, fu stabilita pel Segretario a lire 120 annue più ore. Ritenuto poi per riguardo al tesoriere che i fondi del Consorzio saranno in parte di spettanza delle Comunità, la Deputazione ha deliberato che non godrà di un aggio speciale per questa gestione. Per gli altri fondi poi provenienti al Consorzio o dai sussidi della Provincia o dal 30% che verseranno le Comunità ed i proprietari dei boschi consortili sulla vendita dei medesimi, ha fissato a favore del Tesoriere l'aggio dell'1%. Venendo accettato tale partito dall'Esattore del Mandamento se ne redigerà apposita capitolazione da approvarsi dall'Ufficio. In fine venne dall'Ill.mo Sig. Intendente stabilito che la Deputazione come sovra costituita, avrà la sua residenza a Piedimulera e che gli atti della Deputazione dovranno essere pubblicati nel Capoluogo di Mandamento prima di essere sottoposti alla superiore approvazione a termini dei veglianti Regolamenti. Del che tutto si è esteso il presente processo verbale stato da tutti i congregati e dall'Ufficio sottoscritto, mandando a me Segretario sottoscritto di rilasciare copia autentica per essere riposta nell'archivio della Deputazione. Sottoscritti all'originale Gian Domenico Protasi, Antonio Spezia, Giovanni Belli, Giovanni Albasini, Rigoli Bartolomeo.
L'Intendente firmato Boschi e manualmente sottoscritto Ragazzoni Segretario Reggente.
Per copia conforme
Domodossola il trenta marzo mille ottocento quaranta sei.

Assemblee consortili
Delle prime assemblee consortili non abbiamo indicazioni scritte, quindi daremo qualche indicazione sulla Deputazione:
La Deputazione Consortile del 26 ottobre 1846 era composta da:
Ingegnere Gian Domenico Protasi Presidente
Ingegnere Antonio Spezia Deputato
Giovanni Albasini Deputato
Bartolomeo Rigoli Deputato
Silvetti Deputato
Notajo Giovanni Folini Segretario

La Deputazione Consortile del 1847 era composta da:
Ingegnere Gian Domenico Protasi Presidente
Ingegnere Giovanni belli Deputato
Ingegnere Antonio Spezia Deputato
Giovanni Albasini Deputato
Bartolomeo Rigoli Deputato
Notajo Giovanni Folini Segretario

La Deputazione Consortile del 3 luglio 1848 era composta da:
Ingegnere Gian Domenico Protasi Presidente
Ingegnere Antonio Spezia Deputato
Giovanni Albasini Deputato
Bartolomeo Rigoli Deputato
Silvetti Deputato
Notajo Giovanni Folini Segretario.

Consorzio stradale
Dalla minuta dell'Ing. G. D. Protasi:
Le comunità di Valle Anzasca devono soprattutto e colla maggior sollecitudine dimandare all'Autorità Superiore di costituire un regolare Consorzio per la sistemazione della strada principale che da Piedimulera mette a Macugnaga: stabilito il Consorzio, devesi tosto nominare una Delegazione che lo rappresenti, composta di quattro o cinque persone fra le più zelanti per una tale sistemazione.
L'Ing. Protasi, anima dell'iniziativa, si adoperò subito per i rapporti preliminari. Nel febbraio del 1846, in un colloquio con il ministro De Ambrosis ottenne il riconoscimento per la formazione del Consorzio. Il ministro incaricò il Vice Intendente di Domodossola perché venissero nominati al più presto i componenti dell'Assemblea Consortile. L’Ing. Protasi interpellò il Notaio Giovanni Follini, che nella sua qualità di Segretario dei Comuni Anzaschini, era nelle condizioni di dare delle informazioni migliori e compete per individuare le persone che dovevano far parte della Delegazione Consortile a cui si richiedeva affidabilità, probità e diligenza. I Comuni Anzaschini deliberarono la costituzione del Consorzio nel 1846, che venne riconfermata con un'altra deliberazione del 1858. Il Consorzio venne costituito il 3 novembre 1845. Il suo Statuto prevedeva:
a) Nomina dei Delegati, da parte dei singoli Comuni
b) L'assemblea dei Delegati a tutte le attribuzioni dei Consigli Comunali, le sue deliberazioni sono esecutive come quelle comunali e obbligano, Consorzio e Comuni alla loro attuazione.
c) La delegazione nomina una deputazione con gli stessi attributi della giunta comunale.
d) Il Presidente della Deputazione presiede anche l'Assemblea dei Delegati.
Nello statuto è indicata la forma di reperimento dei contributi che ogni Comune è tenuto a dare, la nomina del Segretario e del Tesoriere.
Le scelte furono:
Presidente, l'Ing. Gian Domenico Protasi, per le sue doti di persona seria, ben animata da spirito d'iniziativa e d'amore per la riuscita dell'impresa e per le sorte migliore della Patria.
Segretario, Notaio Giovanni Follini, perché meglio di tutti aveva anche rapporti fra e con i Comuni inoltre essendo Segretario del Consorzio poteva illustrare ai singoli Consigli Comunali i piani di attuazione per la costruzione della strada. Come Segretario del Consorzio ebbe l'incarico di seguire con sollecitudine l'avvio delle pratiche per un rapido inizio della costruzione della strada.

Consorzio e finanziamenti

Ogni opera da intraprendere a un costo quindi anche la strada Anzaschina cade sotto la necessità di finanziamenti. I compiti del costituito Consorzio prevedevano il reperimento delle somme necessarie di finanziamento legale attraverso queste forme:
a) versamento da parte dei Comuni di quote fisse mensili o annuali così stabiliti:
Anzino, lire 300, Bannio, lire 672, Borgone, lire 360,
Calasca, lire 990, Castiglione lire 400, Macugnaga lire 588,
Prequartera lire 282, San Carlo lire 234, Vanzone lire 360,

b) incasso del 30% del ricavato della vendita dei boschi comunali e consortili.
c) prestiti dallo Stato, Provincia, Comune o privati

Il personale del Consorzio doveva garantire:
1° i rapporti con gli organi amministrativi e tecnici istituzionali: Comune, Provincia, e Stato; uffici tecnici del Genio Civile
2° appalto dei tronchi stradali da costruirsi sullo sviluppo del progetto generale approvato dallo Stato
3° assistenze controllo delle opere costruite o eseguite
4° collaudo e liquidazione dei tronchi finiti
5° rapporti con i proprietari dei terreni interessati o attraversati per l'acquisizione dei diritti e la liquidazione dei danni.

Il Consorzio funzionò bene, sotto la guida dell'Ing. Protasi fino alla sua morte avvenuta il 19 giugno 1873. In seguito le difficoltà che già esistevano si accentuarono sempre più, e questo si può meglio rilevare dall'operazione effettuata dal Geom. Giacomo Bertoli, incaricato dalla Deputazione Provinciale nel 1883 di assumere l'amministrazione interinale del Consorzio stesso, per la verifica sulla regolarità della gestione e la sua situazione economica e finanziaria onde appurare i motivi che le verità delle accuse sorte dei componenti di malgoverno, illeciti e favoritismi.
Dopo il 1870 tacitamente decadde l'attività del Consorzio, sia per la carenza di fondi, sia per la successiva perdita del suo animatore principale l'Ing.Gian Domenico Protasi, quasi si avverasse il suo monito nel 1846, “per la realizzazione dell'opera occorrono persone diligenti e soprattutto animate dalla volontà di riuscita superando gli ostacoli usando bene lo spirito d'iniziativa.”
Il Consorzio resta ancora valido perché la Provincia non ammette il suo scioglimento in quanto è l’Organo con compito statutario di collegamento fra i Comuni Anzaschini, la Provincia, lo Stato e tutti gli organismi che devono intervenire per il completamento della strada.

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Edited by Piero** - 28/8/2019, 12:51
 
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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I finanziamenti
In una lettera del 30 luglio 1846, diretta all'Intendente della Provincia, l'Ing. Protasi chiarisce il suo progetto della strada e le spese e la possibilità di intervento. Successivamente con una lettera del 30 aprile 1847, l'Ing. Protasi scrive all'Ing. Spezia:
“Il Signor Intendente di Domodossola mi inviò qui direttamente la partecipazione ufficiale dell'accordato redatto sussidio di lire 12/mt e del sussidio provinciale di lire 25/mt, già parenti questi nel bilancio e lo fece per avvisarmi prima che partisse per Torino onde mi servisse di norma”…
(L'ingegnere andava a Torino per chiedere sussidi,n.d.a.).
La lettera del 28 agosto 1847, diretta all'Intendente di Domodossola, l'Ing. Protasi segnala di iniziare la costruzione di alcuni tronchi di strada.
(È un lungo rapporto da cui stracciamo i punti più sostanziale)
… L'elemento principale di tale appalto essere deve quello del pronto pagamento delle rate stabilite, e questo è ciò di cui la Deputazione non può provvedere senza l'intervento di alcuni fra i Comuni principale della Valle.
… Il Comune di Calasca con bell'esempio di patrio amore fece già la proposta di mutuare al Consorzio un capitale di lire 20/mt, con l'interesse stabilito del 4%
… Sarà indispensabile che la Deputazione del Consorzio stradale di Valle Anzasca dimandi un prestito di lire 100/mt, dalla Cassa Centrale di Deposito creata dalla sapienza del Re Nostro col R°. brevetto 11 agosto 1840.
Per contrarre un tale prestito è necessario di provare il modo irrefragabile che questo Consorzio sarà in istato di fare la restituzione alla detta Cassa Centrale nel termine di 10 anni. Questa Deputazione ha la certezza morale di poter realizzare tale somma nel decennio consecutivo al 1850 col prodotto del 30% sul ricavo dei boschi saranno venduti in quel frattempo, e col mutuo del rimanente prezzo che dai Comuni alienanti si farà al Consorzio Stradale a norma del progetto di Consorzio da me presentato ai Comuni di Valle Anzasca in data 3 novembre 1845 e dai singoli Comuni Consorzi boschivi accettato.
… Questa Deputazione procederà alacremente onde proporre al più presto l'appalto dell'altro tronco fra l'abitato di Castiglione e Pontegrande e successivamente sino Macugnaga a mediante altri mutui a seconda dei bisogni e con la garanzia degli altri Comuni ricchi di boschi.
… La loro deliberazione dimostrerà al magnanimo Re Nostro ed al sapiente Ministro che i Comuni di Valle Anzasca sentono tutta l'importanza del beneficio loro fatto con l'approvazione del Progetto Generale della strada, con l'accettazione della dedica di una galleria a S.S.R.M. Coll'assegno di generosi sussidi… Per il più sollecito conseguimento di un'opera che ottenne si segnalate dimostrazioni di benevolenza dal magnanimo Re Carlo Alberto.
Per poter procedere il Consorzio deve trovare delle sovvenzioni. Quindi chiede la Cassa Centrale che fra i prestiti ai Comuni per l'esecuzione di opere pubbliche un prestitoo di lire 120/mt, a garanzia della restituzione si impegnano i comuni di Bannio e Anzino. È un espediente che il Ministero dei Lavori Pubblici concede il 14 marzo 1848, in considerazione che il Consorzio è un organismo rappresentante i Comuni ed il prestito è fatto per la realizzazione di un'opera pubblica, di cui anche Bannio e Anzino fanno parte e ne sono direttamente interessati, si può ritenere che il prestito nella sostanza è fatto ai due Comuni che si rendono garanti della restituzione.
L'anticipo verrà dato a rate così determinate:
1 luglio 1848 £. 20 il metro
1 gennaio 1849 £. 20 il metro
1 luglio 1849 £. 20 il metro
1 gennaio 1850 £. 20 il metro
1 luglio 1859 £. 20 il metro
1 gennaio 1860 £. 20 il metro
le due Comunità di Bannio e Anzino faranno un ordinato con doppia Congrega secondo l'articolo 48 del Regolamento annesso al R°. brevetto 18 agosto 1840 per il pagamento degli interessi e la restituzione delle somme capitale nel:
1 luglio 1857 £. 20 al metro
1 gennaio 1858 £. 20 il metro
1 luglio 1858 £. 20 il metro
1 luglio 1859 £. 20 il metro
1 luglio 1859 £. 20 il metro
1 gennaio 1859 £. 20 il metro
Le citate amministrazioni fecero gli impegni necessari e di soldi arrivarono.
La buona volontà non poteva sopperire alla necessità di fondi per cui: la Deputazione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca, chiese agli abitanti della Valle di sottoscrivere un prestito di L. 120/m per ottenere un fondo che permettesse la costruzione della strada da Castiglione ai Gabbj di Calasca. Con Decreto Reale del 1 maggio 1850 S. M. Vittorio Emanuele II autorizzò il prestito.
Le azioni da L. 1000 cadauna davano una rendita di L. 40 all'anno.
Il prestito venne rapidamente coperto con interventi di finanziatori dell'Ossola e di altre località italiane e straniere.
La necessità di finanziamenti fa decidere la Deputazione Consortile ad una richiesta di prestito pubblico:

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Dal 1858 in poi sorsero varie questioni fra Consorzio e Comuni. Vediamo un intervento dell'Ingegner Belli, presso la Deputazione:
(da una minuta di Verbale, di Adunanza).
Il f. f. di Presidente in assenza del Presidente Ing. Cav. Protasi osserva alla Deputazione che per far fronte alle ingenti spese di costruzione pel proseguimento della grandiosa Strada Consortile di Valle Anzasca e gli è necessario non solo che la valle continui i suoi sacrifici d'imposta stradale comunale, non solo che si domandino sussidi dalla Provincia, ma che si faccia una istanza al Governo affinché voglia continuare il suo patrocinio per un'opera di eminente utilità pubblica pel Mandamento, pella Provincia e per lo Stato.
La Strada Consortile di Valle Anzasca da Piedimulera al centro del Comune di Macugnaga, secondo il progetto Mazzeri debitamente approvato dalla commissione d’Acque e Strade e dal Governo, è della lunghezza di ventinove kilometri percorrendo le Comuni della Valle di una popolazione complessiva di circa cinque mille abitanti, e il prezzo ne ascende da L. 792 mille, molte non comprese le cunette e le occupazioni di terreno, ed altre spese affini, per così dire questa poca popolazione volendo risolutamente unirsi al Consorzio degli uomini da cui sempre le intemperie invernali la tenevano separata, non badando a gravità di sacrifici, e quando che non sarebbe abbandonata dalla Provincia e dallo Stato venne coraggiosa all'opera: si impose una grave tassa comunale stradale, fece un prestito di L. 20/m dalle Comuni, L.120/m dalla Cassa Centrale de’ Depositi, e d'altro di L. 120/m dagli abitanti stessi della Valle, che l'emigrazione e l'industria fecero più agiati e che volenterosi concorsero in numero maggiore della somma autorizzata, ed ora questa strada è in corso di costruzione fino a Pontegrande frazione di Bannio capoluogo di Mandamento per la lunghezza di kilometri dieci e colla spesa di L. 420.mille. Ma il desiderio della popolazione spinge Consorzio a continuare più oltre la grandiosa impresa, che specialmente ad arrivare presto a Ceppomorelli centro migliore dei boschi resinosi d'alto fusto e mettersi così in grado di poter pagare i debiti con 30% del prodotto delle vendite di tali boschi.
Ma per arrivare a Ceppomorelli lasciando a parte i nuovi interessi passivi di L. 10.400 le spese d'amministrazione necessitano una somma di circa L. 80 mille potendo utilizzare di due tronchi di strada pressoché carreggiabile già da alcuni anni costruiti, somma che il Consorzio spera diminuire se la Provincia e lo Stato concorreranno in suo aiuto.
Invita pertanto la Deputazione a deliberare in proposito. La Deputazione Consortile pienamente entrando nei sentimenti esposti dal Sig. Presidente unanime delibera di supplicare l'Intendente della Provincia a voler caldamente presso il Ministro dei Lavori Pubblici affinché nel riparto del fondo vi fossero stanziate nel coordinare le opere di pubblica utilità dello Stato, voglia aver presente della Strada Consortile della Valle Anzasca, quella strada fregiata nelle sue gallerie nel nome del Magnanimo Carlo Alberto che la Valle di motu proprio fornire di generoso sussidio e che non venne dimenticata e del generoso suo nome pose.
E spera la Deputazione che questa preghiera non andrà perduta perché la domanda ha per fine l'utilità dell'opera per la quale fecero e fanno queste popolazioni tutti i loro sforzi pensando che questa strada sarà per migliorare le loro fortune coll'utilizzazione de’ boschi, comunali e privati, e con il minor costo di introduzione dei generi di prima necessità de’ quali interamente sprovvisti pella sterilità del suolo, è utile infine pel richiamo in patria de’ suoi figli lontani e agiati ai quali le scabrose e pericolose, attuali e antiche strade, facevano dimenticare il loro paese nativo, la patria de’ loro padri.

La Deputazione Consortile si riunì l'8 ottobre 1858 e ascoltata l'esposizione dell'Ingegnere Protasi, assunse le deliberazioni che furono raccolte nel relativo verbale qui di seguito esposto:
L'anno mille ottocento cinquantotto il giorno otto ottobre nella solita sala delle adunanze consortili in Pontegrande di Bannio.
La Deputazione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca legalmente convocata d'ordine del sig. Cav. Ing. Gio Domenico Protasi Presidente si è oggi riunita nella persona dei Signori
1° Ing. Cav. Protasi Gio Domenico
2° Ing. Giovanni Belli
3° Rigoli Bartolomeo
4° Giovanninetti Bartolomeo
5° Samonini Angelo
e così in numero legale per poter deliberare sugli oggetti per cui essa fu radunata.
Prende la parola il Presidente, che fa la seguente proposizione:
La strada Consortile di Valle Anzasca è ultimata fino all'abitato di Vanzone, non occorre rammentare con quanti sacrifici con quanto impegno siasi potuto condurla a tal punto in undici anni dal suo incominciamento: in pure opere di nuova costruzione della strada si spese l'ingente somma di L.505.052,99: oltre a L. 11.948,50 si spesero per l'assistenza ai lavori, per la manutenzione dei successivi tronchi di strada L. 6015,11: per interessi sui capitali debiti che si dovettero contrarre L. 78.626,20 e finalmente altre L. 6791,46 per spese diverse.
A tutte queste spese si fece fronte con l'annuo contributo dei comuni della Valle, quei sussidi ottenuti dal Governo e dalla Provincia, col prodotto del 30% sopra alcuni boschi Comunali e Consortili stati venduti e più particolarmente con un mutuo passivo di L. 120 mille avuto dalla Cassa Centrale di Deposito, di L. 20 mille dal Comune di Calasca, e di L. 120 mille da privati azionisti.
Nessuno dei mezzi previsti fino dalla costituzione del Consorzio ci fece difetto: ma potremmo noi coi medesimi proseguire l'opera grandiosa? Fermiamoci un istante a contemplare la situazione del Consorzio. I debiti del Consorzio ascesero a L. 260 mille. Delle L. 120 mille mutuate dalla Cassa Centrale già se ne pagarono L. 60 mille, ma per far fronte a questo pagamento si dovette mutuarne L. 40 mille dal Comune di Bannio, epperciò i debiti trovansi oggigiorno ridotti a L. 240 mille.
È dovere nostro di provvedere affinché siano a tempo debito soddisfatte le L. 60 mille ancora dovute alla Cassa Centrale, siano affidati di non lontano pagamento del rispettivo loro capitale i Comuni di Calasca e di Bannio, e si garantiscano gli interessi dovuti ai medesimi e agli azionisti fino alla finale estinzione di tutti i debiti. Le L. 60 mille ancora dovute alla Cassa Centrale devono essere pagate per L. 20 mille il 31 Xbre di quest'anno, per L. 20 mille al 30 giugno 1859 e per le rimanenti L. 20 mille al 31 Xbre stesso anno.
Allo stato attuale delle cose il Consorzio non avrebbe i mezzi per far fronte a questi tre pagamenti nelle anzidette scadenze, nemmeno sospendendo ogni ulteriore opera stradale.
I prodotti del 30% sui boschi attuali che trovansi fra Castiglione e Vanzone che potrebbero nel frattempo essere venduti, ed il contributo dei Comuni basterebbero a stento per provvedere alla manutenzione della strada tra Pontegrande e Vanzone, ed al pagamento degli interessi.
Dovremmo noi dunque perderci d'animo, mirare da lontano il Monte Rosa col dolore di non poter oltre avvicinarvisi, udire il lamento dei Comuni più interni della Valle per non essere anch'essi fatti lieti della nuova strada ?
Oh non mai : quei Comuni stessi ci additano i loro boschi, e colla vendita di una parte dei medesimi ci assicurano di poter superare ogni difficoltà, ma ci mostrano ad un tempo a volere prima od almeno contemporaneamente proseguire verso essi la nuova strada. Coraggio dunque, o Signori; gli Anzaschini devono solo volere ed otterranno.
Quei Comuni che possono giovare all'opera non mancheranno, né mancheranno nuovi azionisti per nuovo prestito privato se occorre. I mezzi non mancano ed io faccio la proposta di un piano da seguirsi ad un tale scopo.
Io proporrei pertanto:
1° che il Comune di Anzino mutuarsi al Consorzio come già fece quello di Bannio L. 20 mille sull'ultima rata del prezzo del bosco Scarpignano allo scadere della medesima cioè il 1° luglio 1859.
2° che i Consorzio dei Comuni di Borgone e Prequartera trovassero modo di dare a mutuo al Consorzio ed alle stesse condizioni di Calasca, Bannio ed Anzino la somma di L. 20 mille al 1° giugno 1859, e di altre L. 20 mille per il 31 Xbre stesso anno indipendentemente dal 30% ricavabile del loro boschi.
3° che la somma di concorso dei Comuni di Valle Anzasca nelle spese stradali fossero un poco aumentate, e più equamente distribuiti fra i Comuni stessi portando il totale concorso a L. 4800 corrispondente all'annuo interesse dovuto agli azionisti del prestito di L. 120 mille riportandolo come segue:

Bannio £. 750 Macugnaga £. 650

Anzino £. 450 Prequartera £. 350

Borgone £. 850 San Carlo £. 240

Calasca £. 1000 Vanzone £. 460

Castiglione £. 450
------------------------------------------------------------------------
totale £. 4800

4° che la Deputazione del Consorzio Stradale la primavera del 1859 dia in appalto il tronco di strada fra l'Oratorio del Croppo in territorio di Borgone e la piazza di Ceppomorelli in territorio di Prequartera.
5° che nel frattempo si renda praticabile anche la traversa dall'abitato di Vanzone.
6° che ultimata la strada fino a Ceppomorelli si provveda successivamente all'estinzione dei debiti contratti coi Comuni di Calasca, Bannio, Anzino e Consorzi di Borgone e Prequartera per ordine di date.
7° che qualora i Consorzi di questi ultimi Comuni, o gli altri suddetti Comuni amassero meglio lasciar sussistere il loro credito verso il Consorzio, si debba loro proseguire la nuova strada verso Macugnaga sino alla concorrente somma.
8° che volendo il Comune di Macugnaga od altri Consorzi mutuare una somma qualunque al Consorzio, o garantire un mutuo, debbasi dalla Deputazione tosto provvedere a proseguire la strada in corrispondenza della somma mutuata o garantita.
9° che successivamente all'estinzione dei debiti verso i Comuni Consorzi debbasi proseguire la Strada coi fondi che si avranno disponibile fino al suo compimento prima di estinguere il debito incontrato col prestito privato L. 120 mille pel quale si trova garantito l'interesse col contributo annuo dei Comuni.
10° che i Consorzii di Borgone proveggano per l'alienazione ad un solo incanto di uno o più boschi per la somma di almeno L. 100 mille entro la primavera del 1859 collo stabilire che il pagamento del 30% sul prezzo di deliberamento a favore del Consorzio, sia entro l'anno versato nella cassa del Consorzio stesso, o almeno per una metà nel 1859 e l'altra metà dell'anno successivo.
11° che per maggior garanzia e tranquillità dei Comuni e dei Consorzii che fecero o faranno mutuo al Consorzio Stradale sia allo scopo di estinguere il debito verso la Cassa Centrale, sia per continuare la strada, tutti i Comuni si obbligano tanto per gli interessi quanto per il capitale in proporzione dell'annuo loro contributo come sopra esposto.
12° che allo scopo di rimborsare più sollecitamente e coll'ordine stesso con cui si contrassero i mutui, ogni Comune si obbligasse di versare nella Cassa del Consorzio oltre il 30% dovuto alla Cassa stessa sul prodotto delle vendite dei rispettivi loro boschi altra eguale somma del 30% sul totale prodotto, e questo a titolo di mutuo come già fece Comune di Bannio, per essere poi di nuovo in mano e collo stesso ordine di data rimborsata al sopraggiungere di nuovi fondi nella Cassa del Consorzio.

Mediante l'adozione complessiva di questo piano con quelle aggiunte che nella vostra saviezza crederete convenienti, io credo che potremmo superare tutte le difficoltà, affrontare tranquillamente l'avvenire, tranquillizzare quei Comuni che già fecero dei mutui, e quelli che dovranno farne, e sorridere sebbene da lungi a quel giorno lietissimo in cui pianteremo il vessillo del Consorzio nella piazza della Maggior Chiesa di Macugnaga.
Poco per volta la maggior massa dei debiti del Consorzio andrà scemando, e la garanzia dovuta ai Comuni sarà piuttosto una formalità che un impegno , sarà una solenne manifestazione di quel concorde volere che vince tutti gli ostacoli, che tanto onora gli Anzaschini e che costituisce il più forte stimolo a proseguire, e la più grande ricompensa ad un tempo per la Deputazione, la quale non mirando già ai mezzi ma solo mirando allo scopo, animosa avviò, e condusse al punto in cui si trova la grand’opera che invidiano i vicini, che grandemente ammirano e si esaltano i lontani.

La deputazione sentita la sovraestesa relazione del suo Presidente e considerando:
1° che volere e potere
2° che colle combinazioni proposte dal Presidente sarebbe immanchevole il buon esito dell'impresa
3° che per la rata da pagarsi alla Cassa Centrale il 31 Xbre di quest'anno il Consorzio avrebbe disponibile per allora l'occorrente somma, e per le altre due rate si avrebbero i fondi opportuni dal Comune di Anzino e dai Consorzii di Borgone e Prequartera.
4° che mediante l'estinzione del prestito colla Cassa Centrale nel modo proposto si avrebbe disponibile nell'anno 1859, compresi sussidi che si sperano dal Governo e dalla Provincia, circa L. 55 mille compresi L. 30 mille circa che si ricaverebbero a favore del Consorzio sulla prima vendita dei boschi di Borgone e Prequartera, e si potrebbe così far fronte alla costruzione della strada dall'Oratorio del Croppo e la piazza di Ceppomorelli e provvedere ad un tempo alla traversa dall'abitato di Vanzone.
5° che coi successivi ricavi del 30% sopra altri boschi, e con i sussidii superabili del Governo e della Provincia, si potrebbe successivamente provvedere all'estinzione del debito verso il Comune di Calasca, e quindi verso gli altri Comuni.

Unanime delibera di approvare in ogni sua parte la proposta fatta dal Presidente, e di mandare copia del presente atto all'Intendente della Provincia affinché lo comunichi alle Comuni componenti del Consorzio Stradale, ed ai Consorzii di Borgone e Prequartera per le rispettive loro deliberazioni, per la successiva complessiva approvazione delle medesime per parte dell'Autorità tutoria.
Letto ed approvato, venne firmato dalla Deputazione.

All'originale sottoscritto: Protasi Presidente
Belli Deputato
Rigoli Deputato
Giovanninetti Deputato
Samonini Deputato
Folini Segretario.
L'avanti estesa deliberazione la medesima si comunica ai Municipii di: Castiglione, Calasca, Anzino, San Carlo e Vanzone, Borgone e Prequartera e Macugnaga per le opportune loro deliberazioni in merito al Progetto della Deputazione Consortile di Valle Anzasca proposto, autorizzando a tale uopo una convoca straordinaria dei Consigli Comunali rispettivi.
Sarà cura del Sig. Sindaco di Castiglione emessa che avrà il suo Consiglio alla deliberazione di cui è caso di far passare la pratica a quello di Calasca e così di seguito agli altri Sindaci dei Comuni summenzionati.
Domodossola 15 ottobre 1858 l'Intendente

Ogni Comune fece la sua delibera. Qui sotto si riproduce la deliberazione di Macugnaga a titolo di esempio.

7-doc



Il 12 dicembre 1859 la Deputazione Consortile si riunisce per l'esame della situazione finanziaria in vista della scadenza dell'ultima rata del prestito di L. 120/m avuto nel 1848.
In cassa non si hanno somme sufficienti per il pagamento. Occorre un nuovo prestito.
Il Presidente illustra la possibilità di rivolgersi nuovamente alla Cassa di Deposito di Torino per avere L. 60/m somma che permetterebbe di saldare la rata di debito ed iniziare in primavera i lavori di prolungamento della strada per arrivare Ceppomorelli, ed avere così la possibilità di sfruttare i ricchi boschi della zona.
I Comuni di Borgone e Prequartera sono intenzionati al taglio degli alberi, per concorrere alle spese, entro sei anni, i soldi invece occorrono subito, il Comune di Macugnaga è lontano e resta un'incognita.
Il ritardo del taglio, dei boschi e provocato dal ritardo della ultimazione dei lavori per la traversa di Vanzone e la necessità che la strada arrivi alla Cappella della Pòsa oltre ceppo Morelli, perché si potrebbero ottenere prezzi di vendita più vantaggiosi.
Tutti sperano nei sussidi della Provincia e dello Stato, per questa opera fra le più grandiose intraprese da un Consorzio di piccoli Comuni, che in meno di 12 anni già si spesero L. 600/m.
Il prestito dovrebbe avvenire con le seguenti modalità:
1 gennaio 1860, £. 20/m che equivarrebbero a non esigere dalla Cassa Depositi la somma di L. 20/m dovuta per la rata in scadenza del prestito precedente che farebbe parte del nuovo mutuo.
1 luglio 1860, £. 20/m
1 gennaio 1861, £. 20/m

che se la Cassa riteneva più opportuno potevano essere variate così:
1 gennaio 1860 £. 20/m come indicato nella nota sovraesposta
1 luglio 1860 £. 15/m
1 gennaio 1861 £. 15/m
1 luglio 1861 £. 10/m
La restituzione del prestito, se la Cassa lo può concedere, dovrebbe avvenire non prima di sei anni, per la somma intera a rate semestrali di L. 10/m cadauna da pagarsi sempre in sei anni, che sarebbe più comoda per questo Consorzio, perché in questo modo si avranno altri ricavi dalla vendita di altri boschi. Se le scadenze dei pagamenti, può essere per esempio, protratta fino al 1867-68-69 si potrebbero usare quei fondi per soddisfare un'intesa fra la Valle e il nostro Governo, di creare una via di comunicazione fra Macugnaga e la Valle di Saas per arrivare attraverso il passo del Monte moro, a Visp nell'alto Vallese.
Il verbale elenca la possibilità di estinguere i debiti con la vendita dei boschi, che sono altamente stimati, avendo fatto fare una perizia di stima ai boschi di Borgone e Prequartera il 10 dicembre corrente.
La Deputazione Consortile approva il verbale e prega il Sig. Intendente della Provincia, che si adoperi affinché venga corrisposto il prestito richiesto di L. 60/m.
Nella successiva riunione dei Deputati Consortili, il 28 dicembre 1859, l'Ing. Giovanni belli,f.f. di Presidente, comunica all'Assemblea che l'Intendente della Provincia a inviato una lettera con l'accettazione per il prestito di L. 60/m richiesto il 12 dicembre scorso, precisando che è necessario comunicare all'intendenza: a scelta della Deputazione Consortile indicare il periodo del prestito e le date di restituzione del medesimo.
La Deputazione delibera:
1° che il prestito venga fatto dalla Cassa Centrale al Consorzio in tre rate di L. 20 mille cadauna:
La 1° al 1 gennaio 1860, la 2° al 1 luglio stesso anno, la 3° al 1 gennaio 1861.
2° che la restituzione debba farsi dal Consorzio alla Cassa Centrale in rate da L. 10 mille ciascuna:
La 1° il 1 gennaio 1867, la 2° al 1 luglio stesso anno
La 3° il 1 gennaio 1868, la 4° al 1 luglio stesso anno
La 5° il 1 gennaio 1869, la 5° al 1 luglio stesso anno
3° che vengono unite alla pratica le deliberazioni dei Consigli Comunali, nonché lo stato finanziario dei Comuni Consorziati, redatto dai rispettivi Segretari Comunali secondo le richieste dell'Intendenza Provinciale.

La Deputazione Consortile approva e sottoscrive il verbale di seduta.

Dopo il 1870 tacitamente decadde l'attività del Consorzio, sia per l'indisposizione che aveva colpito l'Ing. G. D. Protasi, sia per la sua successiva morte avvenuta in Arona il 19 giugno 1873.
Non si sapeva come procacciare i fondi necessari. Era venuta meno la volontà animatrice del suo promotore e prevaleva la sfiducia.
Sembrava che si avverasse il suo monito: "per la realizzazione della strada occorrono persone di diligenti, ben dotate da volontà di riuscita per superare gli ostacoli e animati da spirito d'iniziativa, non certamente da interessi ho finalità di lucro, chi ha degli incarichi di responsabilità deve rispondere verso la società."
Il Consorzio fino a quel momento aveva svolto i suoi compiti. Le difficoltà che esistevano si accentuarono sempre più, anzi peggiorarono per i cattivi rapporti che si erano intervenuti fra le persone di tutti gli organismi. Possiamo affermare, senza rischio di smentita, che era caduto il prestigio o meglio il fascino ambizioso dell'Ingegner G. D. Protasi.

A questo punto è doveroso una precisazione, perché chi segue questo racconto ha l'impressione di una stroncatura, la mancanza di coordinazione tra quello che era stato fatto e quello che restava da fare.
Con la morte dell'ingegner G. D. Protasi le cose non vanno molto bene, sembrano un motore a cui venga meno il carburante, va a strappi, sussulta chiede sostegno.
Le incomprensioni, l'atavico diffidare delle azioni altrui, l'eterno timore di dare di più di quello che si potrà ottenere in cambio, il voler essere sempre giudici della situazione, voler pontificare su ogni decisione,
il limitare le proprie prestazioni, decidendo di essere l'ago della bilancia, ha portato a una stasi ad un trascinarsi delle situazioni senza un serio costrutto. Lo studiarsi vicendevolmente sempre aspettando l'aiuto
di un santo protettore, rimandare tutto al Governo della Patria, perché tutti hanno diritto di ottenere, mentre è meno sentito quella di dare, come se Padre Eterno è obbligato a far cadere la biblica manna dal cielo.
Per avere occorre faticare. Si deve far funzionare il cervello e le braccia.
Per la strada ci vuole di nuovo una persona con altro spirito d'iniziativa, disinteressata dal profitto personale, dotata di spirito di umiltà con la tendenza ad ottenere un unico scopo:
il bene collettivo, come fu l'Ing Gian Domenico Protasi.
Continuiamo il racconto con le informazioni che ho avuto la possibilità di ottenere senza dover ricorrere ad altri archivi, forse più ricchi di notizie ma di notevole incomodo non ritenendolo
gratificante per la modesta importanza di questa stesura.

Il 2 ottobre 1874 il Consiglio Comunale di Macugnaga si riunì e mise a verbale una circostanziata protesta per il ritardo della costruzione della strada non accettando l'attribuzione dei ritardi alla situazione economica.
Nel verbale sono elencate:
- La mancanza di volontà a continuare
- La carenza dirigenziale del Consorzio
- Invita alla costituzione di un organismo nominato dagli organi di Governo per l'affido e l'esecuzione degli obblighi nel rispetto della Legge 30 agosto 1868 (costruzione di strade comunali obbligatorie)
- Impegno dei Comuni, già facenti parte del Consorzio ad assumersi la ripartizione del debito assunto.
Nota: non è stato possibile reperire verbali del Consiglio Comunale di Macugnaga.

Dal verbale della Deputazione Consortile dell'8 marzo 1875 rileviamo le note interessanti, i rapporti fra il Consiglio Comunale di Macugnaga ed il Consorzio stesso.
In apertura il Presidente esponendo la crisi della situazione economica del Consorzio ricorda alcune date importanti dell'evoluzione della Strada Anzaschina:
novembre 1825 - Richiesta ai Comuni di eleggere una loro rappresentanza presso il costituendo Consorzio.
29 marzo 1846 - accettazione ed elezione da parte dell'Intendente della Provincia, del Consorzio per la costruzione della strada con deliberazione per ottenere i fondi necessari da:
- 30% del ricavato dalla vendita dei boschi
- 70% del ricavato dalla vendita dei boschi da mutuarsi al Consorzio con l'interesse del 4%
- sussidi Provinciali e Governativi
- imposta sui bilanci Comunali (fuochi di banca) per la somma complessiva di L. 4000
giugno 1850 - emissione di “Prestito pubblico” per totale L. 120 mille in azioni da L. 1000 con la rendita annua di L. 40 per azione
- mutuo di L. 113.333 dei Comuni di Calasca, Bannio e Ceppomorelli
8 ottobre 1858 - aumento dell'imposta Comunale da L. 4000 a L. 4800
ottobre 1858 - i singoli Comuni deliberano e accettano la proposta Consortile.

Riprendiamo la lettura del verbale:
… Ultimata la strada sino a Ceppomorelli, il limitrofo Comune di Macugnaga approfittandosi tutto al lungo della valle e per la condotta de’ suoi legnami, alienava buona parte dei boschi ad un prezzo elevato,
e rimesso il 30% al Consorzio, il rimanente prezzo anziché mutuarlo per far proseguire la strada in conformità di quanto avevano praticato agli altri Comuni, lo convertirono invece all'acquisto della nuova rendita a lire 3/m sul debito pubblico dello Stato.
Fu in allora l'Egregio Presidente della rappresentanza Commend. Ing. Protasi, che con tanta attività e zelo provvedeva al proseguimento della strada, mentre faceva procedere dal Sig. Ing. Cariola al progetto da Ceppomorelli a Campioli frazione limitrofa a Macugnaga, sollecitava più che mai quel Comune ad alienare i restanti boschi, onde provvedere ai mezzi per continuare tale costruzione, ma quel Comune dopo aver fatto procedere alla relativa perizia, e deliberatane la vendita, dietro malevoli suggerimenti venne indotto a non dar corso alla presa deliberazione, che quando fosse stata adottata sarebbe la strada attualmente pervenuta al sul territorio.
Sospeso intanto per assoluta necessità il proseguimento della strada per la mancanza dei mezzi a farvi fronte, venivano inoltrati al Ministero dei Lavori Pubblici dei gravi appunti sulla gestione della rappresentanza, tracciandola malignamente di non avere giàmmai resi all'Autorità Tutoria i relativi conti. Riconosciuta la falsità di tale calunniosa imputazione dal Ministero, cui venivano rassegnati i singoli conti debitamente superiormente approvati in ciascun anno, il prefato Ministero con sua nota 22 Xbre 1872 mentre dichiarava d’avere rilevato con soddisfazione la piena regolarità della gestione della Deputazione osservava, che se ragionevole era il desiderio dei Comunisti di Macugnaga di ottenere la prosecuzione della strada fino al suo termine, non era possibile intanto di soddisfare tale desiderio stante l'assoluta deficienza di fondi, di quale deficienza era in parte cagione il Municipio di Macugnaga, che non adempiva agli impegni assunti nel 1845, stati confermati con deliberazione 1858.
Aggravata intanto la Deputazione dell'ingente passività di £. 218.333 per avere spesa la rilevantissima somma di L.608.978,26 per giungere fino a Ceppomorelli; fattasi altronde la formale domanda dei Comuni di Calasca, Bannio ed Anzino della restituzione delle somme da loro anticipate, in conformità dell'obbligazione assunta si dei Comuni nel 1856, residuando il presunto prezzo del 30% dei boschi alienabili a sole £. 78/m come da relazione dell'Ispettore forestale, persistendo il Comune di Macugnaga ad astenersi dalla vendita degli altri suoi boschi oltrematuri al taglio finché costrutta non sia la strada tutto al lungo delle sue frazioni, l'Egregio Commendatore Protasi e Cav. Belli, che tanto anch'esso s'adoprava coll'opera sua e sostanza, nonché gli altri membri della Rappresentanza, scorgendola messa nell'assoluta impotenza di fare proseguire la strada, pensarono di dare la rispettiva loro dimissione.
Quindi dietro l'istanza dell'attuale Sig. Sotto Prefetto, che si prese tutto l'interesse l'interessamento per vedere modo di continuare la costruzione della strada, venivano eletti dai Sindaci dei Comuni altri Rappresentanti, ma informati i medesimi e dalli Sig. Agente delle contribuzioni dirette, e Ispettore del Demanio la loro Rappresentanza veniva ritenuta quale corpo morale per sestante ed autonomo, e così come una Società avente uno speciale interesse e separato dai Comuni, per cui veniva la Rappresentanza del Comune assoggettata alla tassa di ricchezza mobile sui singoli proventi, che i Comuni disponevano per la costruzione della strada senza che agli stessi Comuni si tenesse calcolo nel pagamento della ricchezza mobile sui rispettivi crediti della passività gravitante sui bilanci per gli imprestiti occorsi ai loro Rappresentanti, così scorgendo che in tal modo anziché ottenere sussidi dal Governo per si dispendiosa intrapresa, venivano scemando i proventi per farvi fronte, deliberarono unanimi con verbale 15 ottobre 1873 di non potere né volere assumere alcuna contabilità in proposito, e quindi di non volersi ingerire in tale amministrazione finché il Superiore dicastero competente emessa non avesse la decisione se tale Rappresentanza costituisca o non un corpo morale autonomo, mentre in caso di affermativo sarebbe perduta ogni speranza di vedere ultimata la strada di questa Valle.
Trasmessa una tale deliberazione al Sig. Prefetto onde rassegnarla al competente ministero, non si ottenne finora alcuna provvidenza. Tuttavia nella fiducia che possa essere favorevole la Rappresentanza con verbale 10 febbraio 1874, onde impedire il pieno disastro che sovrastava, deliberava che i Comuni di Calasca, Bannio, Anzino e Ceppomorelli, avessero a lasciare mutuate le fatte anticipazioni mediante l'interesse del 5%; che l'annuo contributo sui bilanci Comunali pel pagamento dei decorrenti interessi fosse elevato alla complessiva somma di £. 6000; e che la Deputazione avesse a proseguire la strada sino a Pestarena frazione principale di Macugnaga e così per 2 km e più lungo il suo territorio mediante che alienasse i suoi boschi per sopperire alla deficienza dei fondi per tale costruzione. Inoltre per provvedere almeno la somma necessaria per il pagamento degli interessi con verbale 11 luglio 1874 deliberava di stabilire un pedaggio sul già costrutto stradale. Ma non essendosi ottenuta alcuna provvidenza dal Ministero sulla verbale succitato, nè stante dalla Deputazione Provinciale accolto il proposto pedaggio; ed il Comune di Macugnaga anziché annuire alla proposta di cui nel verbale 12 febbraio 1874 avendo deliberato con suo verbale 2 ottobre 1874 che sia superiormente decretato lo scioglimento dell'attuale Consorzio ponendo a carico di ciascun Comune la quota del debito, questa Deputazione in vista di tale contegno non scorgendo più possibile l'esistenza della Rappresentanza, ne accettava con suo verbale 28 ottobre 1874 lo scioglimento, e stabiliva la quota di ciascun Comune per l'estinzione della passività avuto speciale riguardo alla quantità dei boschi di ciascun Comune su di cui erano fondati e cautelati i mezzi per la costruzione della strada cioè:

Anzino £. 21.833,30 territori ettari 1596,81
Bannio £. 43.669,76 territori ettari 1677,97
Calasca £. 43.669,76 territori ettari 4702,58
Castiglione £. 15.289,31 territori ettari 1348,82
Ceppomorelli £. 40.666,60 territori ettari 2939,82
Macugnaga £. 33.500,30 territori ettari 7169,12
San Carlo £. 6549,99 territori ettari 387,13
Vanzone £. 13.099,98 territori ettari 955,37
totale £. 218.333 totale territori ettari 20.777,67

Avendo i Comuni accettato tale riparto, tranne Bannio che non emise analoga deliberazione ancora, quello di Macugnaga nonostante che il suo territorio sia un terzo e più del complesso di tutti gli altri Comuni, ed abbia ancora una buona parte dei boschi da alienare oltrematuri al taglio, non accettò nemanco tale proposta, e dopo di avere fatto come sovra già l'istanza pel scioglimento del Consorzio, ora con suo verbale 15 scorso gennaio fa istanza affinché abbia a continuare per ultimare la strada tutto al lungo del suo territorio, la cui spesa da Ceppomorelli a quel termine rileverebbe all'ingente somma di L. 273/m come risulta da progetto teste ammesso dal Sig. Ing. Cariola cioè:
da Ceppomorelli a Campioli £. 40.000
da Campioli a Morghen £. 92.000
dal Morghen a Pestarena £. 43.000
da Pestarena alla Borca £. 61.000
dalla Borca alla Chiesa nuova £. 37.000
totale £. 273.000

Mentre che intanto la Deputazione non è più in grado di prendere alcun altra Deliberazione, massime pel contegno di Macugnaga, il Sig. Agente delle contribuzioni dirette manda l'avviso al Consorzio pel pagamento della tassa e multe sulle azioni da 1871 al 1874 senza far caso che tale passività gravita sui Comuni nei cui bilanci ritrovasi stanziato l'annuo interesse senza che tale passività sia dedotta dalla vendita loro, per cui in tal modo il Governo verrebbe a percevere una doppia tassa sebbene poi la Rappresentanza Consortile abbia sporto in tempo utile reclamo alla Commissione di ricchezza mobile mandamentale, che dichiarò esonerata la Rappresentanza Consortile da quella tassa, e non sia ancora emanata decisione relativa della Commissione Provinciale, cui si sarebbe l'Agente appellato, tuttavia il medesimo mandò il Ruolo all'Esattore del Mandamento, che parimenti senza ottenere alcuna decisione mandò sequestrarsi presso il Tesoriere del Consorzio la somma di £. 2224,12 facendo quindi emanare sentenza di condanna da questo Pretore in una sola udienza dividendola in quattro articoli separati per la loro competenza. Finalmente avendo il demanio l'anno scorso dietro iniziamento di lite, amichevolmente transatta in £. 516,48, la tassa dovuta a termine degli articoli 28 e 34 della Legge sul Registro 14 luglio 1858 per gli anni 1869-70-71-72 e 73, sull’emissione delle 120 azioni che attesa l'impossibilità di venire estinte vennero calcolate del valore di £. 600. (Non trovandosi attualmente nemmeno il prezzo di £. 500) ora manda intimarsi avviso al Tesoriere del Consorzio pel pagamento di £. 910,80 per gli anni 1869-70-71-72-73-74 sotto deduzione delle £. 516,48 che saranno corrisposte dietro transazione patando il valore delle azioni da £. 600 a cui venivano d'accordo calcolate a quelle di £. 1000 quando la media del loro corso non giunge a £. 500.
Ciò esposto invita i membri di questa Rappresentanza ad emettere la loro deliberazione.
I Rappresentanti da quanto venne sopra esposto:
Ritenuto che tornarono vane le singole loro proposte per vedere modo di far proseguire la continuazione stradale.
Ritenuto che ora mancano assolutamente i mezzi proposti dei Comuni quando si riunirono in Consorzio, senzachè ora siano la più parte in grado di provvederne degli altri.
Ritenuto che non resta più altro scampo, che di sciogliere Consorzio accettando il proposto riparto del debito, salvo che adottare verbale per proseguire la strada sino Pestarena colle condizioni indicate.
Unanimi perciò deliberano di pregare il Sig. Prefetto della Provincia:
1° di autorizzare la rappresentanza consortile a fare proseguire la strada soltanto fino a Pestarena mediante che Macugnaga alieni i suoi boschi per sopperire alla deficienza del fondo mancante ed in caso
contrario approvare il proposto riparto delle passività gravitante.
2° che il fondo attualmente disponibile, del Consorzio di £. 12/m circa come chè d’incerta esazione abbia ad essere convertito all'uso già antecedentemente destinato dalla Deputazione del suo bilancio.
3° che abbia ad interporre i suoi buoni uffici presso l'Intendente della Finanza affinché la tassa dovuta sulle emissioni delle Cartelle a termini dell'articolo 28 della Legge sul Registro 14 luglio 1858 sia ritratta
sulla base stata amichevolmente transatta nell'anno scorso.
4° che il pagamento della ricchezza mobile sulle azioni sia sospeso finché sia dalla commissione Provinciale deciso se sia a carico dei Comuni o della Rappresentanza Consortile.
Dichiarano infine che non potrebbero continuare la gestione di tale Rappresentanza finché non sia presa una decisione su quanto sopra.

Letto e pubblicato a chiara voce del Segretario e dal Consiglio della Rappresentanza approvato.
Titoli Ignazio
Creda Giovanni
Trabucati Gio Battista
Folini Segretario


Dopo il 1875 si hanno altre riunioni consortili non sempre importate o animate da spirito di collaborazione.
22 maggio 1877, la Deputazione Provinciale di Novara si riunisce per deliberare sul riparto del debito del Consorzio di Valle Anzasca e ordina:
1°- I Comuni consorziati procedano al riparto dei debiti incontrati dal Consorzio per la costruzione della strada e per le spese di manutenzione deliberate, in base al ruolo dei fuochi di banca, cui si riferiscono le deliberazioni del 1845
2°- Che i Comuni facessero gli atti necessari per l'appalto di un conveniente tronco di strada fino (verso) Macugnaga, in continuazione della linea già sistemata.

I Comuni Anzaschini non accettano questa deliberazione e fecero ricorso agli organi Superiori, prendendo a pretesto due questioni:
1°- Lo scioglimento del Consorzio
2°- Un provvedimento, deciso dalle Autorità superiori per pagare le passività.

Le dispute fra Comuni Consorziati e Provincia ottenne il ricorso all'arbitrato del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici su proposta del Ministro con l'intervento del Consiglio di Stato fecero emettere a S.M. Umberto I un decreto, il 10 settembre 1880.
Pubblichiamo qui di seguito il testo del Decreto emanato il 10 settembre 1880 da S.M. Umberto I.

8-doc



Edited by Piero** - 28/8/2019, 12:53
 
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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Qui trascritto

UMBERTO I°
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA’DELLA NAZIONE
RE D’ITALIA


Veduti i ricorsi dei Comuni di Anzino, Bannio, Calasca, Castiglione, Ceppomorelli Vanzone con San Carlo contro la deliberazione 22 maggio 1877 della Deputazione Provinciale di Novara relativa al riparto del debito incontrato dal Consorzio per la costruzione della strada di Valle Anzasca, qual Consorzio è composto dei detti Comuni, non che da quello di Macugnaga;
Veduta l'impugnata deliberazione;
Veduto il parere 23 gennaio 1880 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici;
Veduta la legge 20 marzo 1865 numero 2248 allegati A ed F;
ritenuto:
Che nell'anno 1846 fu dalla R. Segreteria di Stato del Regno di Sardegna, sopra deliberazioni conformi di tutti i Comuni sopranominati, approvata una proposta dell'Ingegnere Protasi per la costituzione di un consorzio avente per oggetto la costruzione di una strada carreggiabile in Valle Anzasca, da Piedimulera a Macugnaga, secondo il progetto dell'Ingegnere Mazzeri, la cui esecuzione fu quindi dichiarata opera di pubblica utilità dal Regio Decreto 10 settembre dello stesso anno;

che i mezzi indicati per sopperire alla spesa occorrente per detta opera, oltre delle somme specialmente già stanziate per caso nei bilanci dei Comuni interessati e della Provincia, furono i seguenti:

a) il prodotto del 30% sul prezzo che si ricaverebbe dalla vendita dei boschi Comunali e Consortili esistente nella valle;
b) un annua imposta sui fuochi di banca corrispondente all'estimo territoriale di ciascun Comune ed ammontante a circa £. 4000;
che dal 1846 al 1858 la costruzione della strada fu condotta fino a Vanzone e per soddisfare alle spese dei lavori ed agli interessi annui dei prestiti e per tal ragione furono incontrati la situazione finanziaria del Consorzio si trovò a gravata di un debito di £. 240.000;

che dal 1858 in poi sorsero varie questioni, le quali si riassumono nelle divergenze avvenute fra la Deputazione Consortile e dei varii Comuni compresi nel Consorzio circa gli aumenti del contributo dei detti comuni; il riparto del debito preesistente; lo scioglimento del Consorzio stesso per il completamento della linea stradale fino a Macugnaga, reclamato da quest'ultimo Comune con deliberazione 11 giugno 1876;
che tutti gli atti e documenti relativi alle anzidette questioni presi in esame dalla Deputazione Provinciale di Novara, questa con deliberazione 6 ottobre 1876 mandò a tutti i Comuni di deliberare entro il termine di un mese in merito alla sopracitata istanza 11 giugno 1876 del Comune di Macugnaga per il proseguimento della strada, secondo il progetto su cui il Consorzio era stato costituito, con riserva dei provvedimenti d'ufficio;
che i Comuni quindi, eccetto Macugnaga, risposero, alcuni insistendo per lo scioglimento del Consorzio, altri per il proseguimento della strada sul solo 30% del prezzo dei boschi che restano a vendersi, ma mantenendo l'accettazione delle quote loro assegnate, ed altri infine dichiarando di radiare dai loro bilanci i crediti contro Consorzio e di stanziarvi invece la quota di contributo ad essi attribuita pel pagamento dei debiti arretrati;
che la Deputazione Provinciale prese anche cognizione di queste ultime deliberazioni dei Comuni e premesse alcune osservazioni sulle pretese restrizioni e limitazioni dei diritti derivanti dall'atto costitutivo del Consorzio, non che sulla convenienza di procedere al riparto delle passività incontrate dal medesimo, colla impugnata deliberazione 22 maggio 1877 ordinò:
1°- che i Comuni Consorziati procedessero al riparto dei debiti incontrati dal Consorzio per la costruzione della strada e per la spesa di manutenzione di essa in base al ruolo dei fuochi di banca, cui si riferiscono le deliberazione del 1845;
2°- che i Comuni stessi facessero gli atti necessari per l'appalto di un conveniente tronco di strada fino a Macugnaga, in continuazione della linea già sistemata;

che la Deputazione Consortile ritenendo per contrario più legale ed equo di ripartire le passività del Consorzio sulla base della consistenza dei beni boschivi invitò i Comuni a ricorrere all'Autorità Superiore per ottenere l'approvazione in luogo del riparto imposto dalla Deputazione Provinciale;
che i Comuni ricorrenti associandosi alle conclusioni della Deputazione Consortile hanno nel senso su espresso sollevate opposizioni, insistendo però alcuni nello scioglimento del Consorzio;

Considerando:
che due sono le questioni sollevate dai ricorsi in esame, una relativa allo scioglimento, l'altra la relativa alle sue passività;
che in quanto allo scioglimento la pretesa non ha alcun fondamento nell'atto costitutivo del Consorzio, il quale fu creato per la costruzione della strada di Valle Anzasca fino alla Chiesa di Macugnaga secondo il progetto dell'Ingegner Mazzeri e fin oggi la strada giunge appena la Cappella della Pòsa nel territorio di Ceppomorelli;
che per conseguenza fino a che lo scopo pel quale i Comuni della Valle Anzasca si associarono non si è raggiunto, cioè non sia compiuta la strada, ch’essi si proposero di costruire in comune, gli obblighi e i diritti reciproci da parte di essi acquistati devono restare fermi e trovare nell'Autorità Tutoria la loro piena protezione;
che la circostanza che i mezzi indicati nel 1845 furono poi provati insufficienti allo scopo, non vale tanpoco ad annullare gli obblighi contratti reciprocamente per conseguirlo, ma indurre soltanto il dovere di supplire altrimenti a ciò che manca per il compimento dell'opera e di supplirlo nelle stesse proporzioni, in cui fu ripartito il contributo originario, con cui quella fu intrapresa e condotta innanzi, proporzione che esprime il grado di interesse di ciascuno nell'opera stessa, come fu approvato e riconosciuto contrattualmente nel 1845;
che sarebbe sommamente ingiusto sciogliendosi il Consorzio prima del compimento della strada che Macugnaga avesse coi contributi già pagati e coll'accollo di una parte delle passività del Consorzio, che si propone di assegnarli, dovuto concorrere alla costruzione di quelle nel territorio degli altri Comuni, e questi poi fossero tenuti esenti dal concorrere alla costruzione sul territorio di Macugnaga;
che pertanto in questa parte la impugnata deliberazione della Deputazione Provinciale deve ritenersi giusta e vanno respinti ricorsi presentati per ottenere lo scioglimento del Consorzio, o limitare arbitrariamente gli obblighi imposti ai Comuni dal potere consorziale;
che rimane la questione circa il riparto dei debiti già contratti dal Consorzio, se cioè debba farsi sulla base della consistenza dei boschi di ciascun Comune, ossia del 30% del prezzo dei medesimi, come pretendono la Deputazione Consortile ed i Comuni ricorrenti, o piuttosto come pretende la Deputazione Provinciale sopra i così cosiddetti fuochi di banca, uno dei cespiti su cui fu stabilito il contributo di ciascun Comune nel 1845;
che le ragioni su cui si fonda la pretesa che questo riparto si deve fare sulla base del valore dei boschi di ciascun Comune si riducono in ciò, che si fece il 30% del prezzo dei medesimi il fondo principale che i Comuni si obbligarono di contribuire per sopperire alle spese dell'opera; onde se tale spesa eccede le previsioni di quel fondo e si vuole altrimenti supplire questo eccesso deve essere ripartito nelle proporzioni con cui fu ripartita contrattualmente la somma principale, cioè in ragione del 30% del prezzo dei boschi, che rappresenta in sostanza il grado di interesse che ciascuno di questi Comuni ha nella strada, altra ricchezza notevole, non avendo essi che boschi e non essendo ormai applicabile ed equo il riparto sul ruolo dei fuochi di banca, che è un'istituzione vieta, di cui non si conosce neppure come funzionasse;
che all'opposto la Deputazione Provinciale ritiene il riparto sul ruolo dei fuochi di banca per il vero criterio col quale venne contrattualmente fissato nel 1845 il grado di interesse che ciascun Comune ha nella strada e quindi per la sola misura del contributo proprio di ciascuno;
che nessuna di queste opposte opinioni risulta conforme a giustizia ed all'intenzione del potere consorziale e l’una serve a confutare l'altra;
che d'altronde è evidente che se i mezzi stabiliti nel 1845 fossero stati sufficienti al compimento della strada tutti gli oneri si sarebbero distribuiti nel modo con cui fu allora convenuto, cioè i Comuni Consorziati avrebbero concorso alla formazione dell'intero capitale occorrente alla completa costruzione della strada tanto con le quote del 30% sul prezzo dei loro boschi, quanto colla massa dei contributi annui, regolati quali furono nel 1845 sul ruolo dei fuochi di banca;
che per conseguenza la deficienza che oggi si sperimenta nei mezzi predisposti, la quale rappresenta appunto il debito del Consorzio, dovendo essere colmata con altre risorse deve, se vuolsi mantenere il contratto, essere colmata da ciascuno dei soci nella stessa proporzione in cui vi avrebbe concorso e quei mezzi fossero bastati, cioè tenendosi conto ad un tempo dei due elementi in cui questi consistevano, cioè nel prezzo dei boschi e dell'imposta dei fuochi di banca con le quali elementi fu contrattualmente supposto perché ciascuno avrebbe soddisfatta l'intera sua quota per il compimento dell'opera;
che pertanto la divisione del debito del Consorzio tra i Comuni non deve essere fatta esclusivamente in da sulla base del 30% del prezzo dei boschi, né esclusivamente su quella con cui fu ripartito contributo comunale, ma deve aver luogo tenuta ragione ad un tempo dell'uno dell'altro degli elementi suindicati;
Udito l'avviso al Consiglio di Stato;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per i Lavori Pubblici;
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:
ARTICOLO 1°
E’ confermata la sopra citata deliberazione 22 maggio 1877 della Deputazione Provinciale di Novara nella parte che dispone per l'eseguimento dei lavori relativi al completamento della strada di Valle Anzasca.
ARTICOLO 2°
E’ invece annullata la deliberazione stessa in quanto riguarda il riparto del debito del Consorzio della strada suddetta, quale riparto dovrà essere stabilito tenendo conto tanto del 30% sul prezzo dei boschi, quanto nell'imposta dei costi detti fuochi di banca.
Il predetto Ministro dei Lavori Pubblici e incaricato dell'esecuzione del presente decreto, da registrarsi alla Corte dei Conti.

Dato a Firenze addì 10 settembre 1880
Firmato = Umberto =
Contrassegnato = Baccarini =
Registrato alla Corte dei Conti
addì 2 ottobre 1880
Registro 92- Decreti Amministrativi-foglio 67
Sott - G. Crodara Visconti.
Per copia conforme all'originale.
Dal Ministero dei Lavori Pubblici
Roma li 13 ottobre 1880.


Il Direttore Generale Sott. V D'anna
Per ampliazione conforme ad uso amm.vo.
Dalla Prefettura di Novara.
Addì 18 ottobre 1880
il Segretario
qui sotto: fotocopia dell'ultima pagina del manoscritto.



9-doc


Dopo il 1880, le riunioni della Deputazione del Consorzio aumentano, ma gli argomenti sono sempre gli stessi:
-le imposizioni del decreto Reale 10 settembre 1880.
-Il difficile stato finanziarie dei Comuni.
-I continui solleciti a proseguire l'opera della strada.
Vediamo l'evolversi:
20 novembre 1881 riunione del Consorzio con la presidenza dei Signori Luigi Corio, Segretario della Sottoprefettura, delegato del Sottoprefetto di Domodossola.
Si determinano i fuochi di banca dei singoli comuni:
Anzino fuochi di banca n° 50 Bannio fuochi di banca n° 113
Calasca fuochi di banca n° 165 Castiglione fuochi di banca 100
Ceppomorelli fuochi di banca n° 107 Macugnaga fuochi di banca n° 98
San Carlo fuochi di banca n° 39 Vanzone fuochi di banca n° 60
totale fuochi di banca n° 732

il debito del Consorzio rilevante a £. 218.333,67 venne così ripartito:
1° di emissione di n° 120 azioni da £. 1000 ciascuna £. 120.000
2° mutuo col Comune di Calasca £. 15.000
3° mutuo col comune di Anzino £. 15.000
4° mutuo col comune di Bannio £. 35.000
5° mutuo col comune di Ceppomorelli £. 33.333
totale debito del consorzio £. 218.333

il debito di ciascun Comune diviso sui suddetti fuochi di banca rimarrebbe ripartito come segue:
Anzino £. 14.913,45 Ceppomorelli £. 31.914,80
Bannio £. 33.704,40 Macugnaga £. 29.230,40
Calasca £. 49.214,40 San Carlo £. 11.632,50
Castiglione £. 29.826,90 Vanzone £. 17896,15
totale £. 218.383,00

Restano disponibili per il proseguimento della strada: i proventi del 30% sulla vendita dei boschi.
Tutti i convenuti provano ad eccezione del Sindaco di Macugnaga vuol sottoporre il suo Consiglio Comunale l'approvazione.

Febbraio 1882, i Comuni componenti il Consorzio deliberano la ripartizione del debito secondo i fuochi di banca ad eccezione Macugnaga che si oppose e ricorre alla Deputazione Provinciale di Novara. L'assessore Ing. Belli di Calasca propone una soluzione diversa, per meglio ripartire il debito secondo le indicazioni del Decreto Reale 10 settembre 1880.
Gli altri comuni approvano.

Ancora una volta non si era arrivati ad un accordo comune, punti di vista sono diversi e tutto ritorna alla decisione della Deputazione Provinciale di Novara.

Il 13 settembre 1883, la Deputazione Provinciale di Novara da incarico al Sig. Geom. Giacomo Bertoli di amministrare interinalmente il Consorzio Stradale, di investigare ed accertare nel modo più esatto possibile:
a) la situazione finanziaria
b) la regolarità della gestione fin qui tenuta dall'Amministrazione Consortile in ordine specialmente alle entrate percepite, alle spese fatte, ai pagamenti degli interessi delle azioni emesse, ai debiti contratti, ed alle destinazioni che furono date ai fondi alle rendite negli ultimi esercizi.
c) lo stato della contabilità esistente fra il Consorzio ed il suo tesoriere.
d) la sussistenza o meno delle accuse enunciate dei membri dimissionari.
e) l'ammontare delle somme pagate, ed ancora dovute ai Comuni in dipendenza delle basi di riparto risultanti dal processo verbale d'insediamento della prima Deputazione Consortile del 29 marzo 1846, sia in proporzione dei cosiddetti fuochi di banca, loro rispettivamente attribuiti, sia del 30% sul valore del prezzo dei boschi venduti tanto prima che dopo l'apertura della strada Consortile.
Con formare di quanto sopra l'oggetto di apposita relazione da sottoporsi alla nuova Assemblea per quei provvedimenti che saranno di sua competenza, e della Deputazione Consortile.

Il 23 novembre 1883, dall'esame della contabilità, si ebbe una lunga e dettagliata relazione che possiamo riassumere:

Introiti
il Consorzio trae i suoi redditi da:

1) Versamento annuo dei Comuni in ragione dei fuochi di banca
2) Imposta del 30% sulla vendita dei boschi
3) Sussidi Governativi e Provinciali
Prestito Pubblico di £. 120.000 con interessi al 4% annuo
Prestito dai Comuni di:
Calasca £. 20.000
Anzino £. 20.000
Bannio £. 40.000
Borgone, Ceppomorelli £. 33.336,67
totale £. 113.336,67

questi introiti non sempre furono regolari perché:
- nel 1867, Macugnaga non versò £. 390 per introiti sui boschi,
- dal 1874, in avanti Macugnaga non versò la quota annua dei fuochi di banca,
- dal 1875, tutti i Comuni non fecero più versamenti verso il Consorzio né per i fuochi di banca né per il 30% dei boschi, salvo casi sporadici (a imitazione di Macugnaga n.d.a.)

Passività
- Arretrati dei Comuni per mancato versamento dei contributi per i fuochi di banca
- Arretrati dei Comuni per il versamento dei contributi del 30% per i boschi venduti
- Pagamento degli interessi e del capitale per il prestito di £. 120 metro
- Pagamento degli interessi e dei capitali per il prestito dei Comuni di: Bannio, Anzino, Calasca, Ceppomorelli
- Spese di gestione
risulta così passivo di £. 218.336,67

Conclusioni
a) La situazione economica del Consorzio consiste nell'entrata ordinaria di £. 4100 contro spese ordinarie di £. 9600 quindi un deficit annuo di £. 4800 al quale ho creduto provvedere col proposto riparto dei debiti e coll'aumento proporzionale dei fuochi di banca.
b) l'Amministrazione del Consorzio procedette regolare sino al 1874 dopo il quale anno:

1° - non curò l'esazione delle rendite neppure quando, come nel 1878, non aveva che da esigere dei mandati già rilasciati a suo favore dei Comuni di Calasca, Castiglione di Vanzone, lasciando perciò accumulare dei residui attivi sino alla somma non indifferente di £. 74.693,55
2°- in conseguenza non fece i pagamenti stabiliti in bilancio e così non pagò l’imposta di ricchezza mobile dal 1879 in avanti lasciandosi caricare di multe, non pagò gli interessi delle cedole che parzialmente, ne quelli dovuti ai Comuni di Calasca, Anzino Bannio e Ceppomorelli; anzi non fece i conti del 1881 e 1882, ed i bilanci 1892-1893 lasciando accumulare L.66.002,15 di passività.
3°- non provvide in modo regolare alla manutenzione ordinaria della strada.
4°-non provvide per la prosecuzione della strada stessa, quantunque nel bilancio 1874 vi fossero stabilite £. 22.193,31 per tale oggetto.

c) Il cassiere Salza Giacomo, successo al cassiere Pairazzi, è creditore per conto di cassa di £. 1259,62
d) il Sig. Presidente fece pagare gli interessi delle cedole per più anni a taluni possessori, e tra questi al suo parente D. Bartolomeo Testone, ciò che riveste il carattere di favoritismo, mentre è dimostrato che si potevano pagare due semestri a tutti i possessori, come regola di buona amministrazione vuole.
Lo stesso Sig. Presidente, mentre funzionava ancora il cassiere Pairazzi, e prima ancora che desse le dimissioni, fece esigere dal Sig. Salza Giacomo , col titolo improprio di cassiere aggiunto, somme dovute al Consorzio.
e) i Comuni componentI il Consorzio hanno pagato a tutt'oggi le seguenti somme:
fuochi di banca 30% sui boschi
Bannio £. 21.876,05 £. 72.880,04
Anzino £. 12.093,75 £. 36.215,93
Calasca £. 30.576,69 £. 51.739,92
Castiglione £. 14.002,55 £. 9503,75
Ceppomorelli (Borgone e Prequartera) £. 23.938,69 £. 81.621,25
Macugnaga £. 19.630,48 £. 22.316,70
Vanzone San Carlo £. 20.252,02 £. 5758,00
totale somme £ 142.370,23 £. 280.035,59

infine i Comuni suddetti devono ancora al Consorzio le seguenti somme:

fuochi di banca 30% sui boschi interessi sul 30%
Bannio £. 6000 £. 4393,80 £. 1875,26
Anzino £. 3660 ----- ----
Calasca £. 8000 £. 2865,13 £. 366,16
Castiglione £. 3150 £. 365,10 £. 46,41
Ceppomorelli £. 6400 £. 16.535,85 £. 5458,19
Macugnaga £. 5850 £. 3439,84 £. 867,91
San Carlo £. 1920 ------ £. 76,81
Vanzone £. 3435,30 ----- -----
totale somme £. 38.355,30 £. 27.599,72 £. 8690,74
il delegato straordinario per l'Amministrazione del Consorzio Geom. Bertoli Giacomo.


9 novembre 1883, sia ha una riunione della Deputazione Consortile con la presenza del Delegato Straordinario Geo. Giacomo Bertoli. Dal verbale di riunione vediamo l'esposizione delle sue proposte:
1° nominare tre arbitri amichevoli, eletti dal Prefetto di Novara, per il riparto del debito di £. 218.336,67, secondo il Decreto 10 settembre 1880
2° estinguere il debito di £. 98.336,67 verso i Comuni di Calasca, Anzino, Bannio Ceppomorelli, lasciando sussistere il debito di £. 120.000 da liquidarsi in proporzione alla quota debiti dei singoli Comuni.
3° tenere invariato l'attuale riparto dei fuochi di banca nelle 480 parti, dividendo:
Bannio 75 Ceppomorelli 80
Anzino 45 Macugnaga 65
Calasca 100 San Carlo 24
Castiglione 45 Vanzone 46
totale 480

4° aumentare l'attuale contributo di quattro L. 4800 a L. 9600 per far fronte alle spese ordinarie di Amministrazione, manutenzione e pagare gli interessi per le cedole e dei mutui passivi.
5° fare eventuali prestiti da aggiungere ai sussidi Provinciali Governativi per proseguire la strada fino a Macugnaga.

Il 31 gennaio 1884, il Prefetto della Provincia di Novara, nomina gli arbitri per la composizione amichevole delle questioni che sono insorte o che possono insorgere per la ripartizione del debito di £. 218.336,67.
Sono nominati i signori:
Busser Cav. Ing. Carlo, Bertoli geom. Giacomo, Maderna Cav. Avv. Enrico.

16 aprile 1884, riunione Consortile.
Il Presidente fa l'elencazione degli inconvenienti della gestione del Consorzio:

-Le risorse sono sufficienti quindi sollecita il pagamento degli arretrati dovuti dai Comuni.
-Occorre un aumento sui contributi dei fuochi di banca.
-Passare dal 30% al 40% dei contributi per il taglio dei boschi.
-Si rilegge il verbale della seduta 15 gennaio 1884 e in particolare la protesta ivi formulata.
-Escludere in modo assoluto l'ingerenza dei Comuni nelle cose del Consorzio lasciando per definitive e quindi da applicarsi le decisioni dell'Assemblea del Consorzio, ben sapendo le difficoltà di applicazione per lo stato deficitario delle fonti.
-Il delegato Lissandrini chiede una sospensione sull'applicazione immediata della proposta di aumento.
-Dissentono in modo categorico i delegati di Macugnaga.

I varii Consigli Comunali si riuniscono nella propria sede ed approvano la ripartizione
12 luglio 1884 Calasca approva per £. 45.250
13 luglio Bannio approva per £. 38.600
19 luglio Castiglione approva per £. 16.943
20 luglio Vanzone con San Carlo approva per £. 22823
22 luglio Ceppomorelli approva per £. 38870,63
25 luglio Anzino approva per £. 22.398
29 giugno Macugnaga approva per £. 33.452

13 agosto 1884, gli arbitri emettono la loro sentenza per l'assegnazione definitiva, ai Comuni di Valle Anzasca, per la ripartizione del debito:
Calasca £. 45.250 Vanzone San Carlo £. 22823
Macugnaga £. 33.452 (Vanzone £.14.925 + San Carlo £.7898)
Bannio £. 38.600 Ceppomorelli £. 38870,67
Castiglione £. 16.943 Anzino £. 22.398
totale £. 218.336,67

Le spese di giudizio arbitrale di £. 1727,70 e quella di Registrazione saranno pagate dal Consorzio.
Per rendere edotti tutti i possessori, delle azioni, viene stampato un piego con l'indicazione della sentenza arbitrale.

10doc11-doc12-doc



Edited by Piero** - 28/8/2019, 13:00
 
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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L'Assemblea consortile del 12 gennaio 1886 era composta da:
Titoli notajo Ignazio
De Filippi, Dott. Ignazio, Presidente Delegato del Comune di Bannio
De Gaudenzi geometra Michele
Testone Enrico
Antonioletti Giovanni
Spezia Antonio
Guglielmini Valentino, Delegati del Comune di Bannio
Belli Ingegnere Giovanni
Boiti Antonio
Sandretti Giovanni
Medar notaio Camillo
Ghisoli Giuseppe Antonio, Delegati del Comune di Calasca
Paita Giovanni
Cantonetti Giuseppe
Fantola Luigi, delegati del Comune di Castiglione
Chilli Angelo
Longa Giuseppe Antonio
Chilli Giuseppe
Carelli di Angelo, Delegati del Comune di Ceppomorelli
Creda Giuseppe
Lanti Cristoforo, Delegati del Comune di Macugnaga
Calpini cavalier Zaverio
Folini notajo Giuseppe
Pirozzini Giovanni, Delegati del Comune di Vanzone San Carlo

Col concorso delle Giunte dei Comuni consorziati rappresentano come segue:
per il Comune di di Anzino, dai signori Titoli Ignazio Sindaco, Titoli Giovanni, Titoli Giuseppe;
per il Comune di Bannio Testone Eugenio, De Gaudenzi Geom. Michele Sindaco, Guglielmini Valentino;
per il Comune di Calasca: Belli Ing. Giovanni, Sandretti Giovanni, Ghisoli Giuseppe Antonio;
per il Comune di Castiglione: Fantola Luigi, Paita Giovanni, Cantonetti Giuseppe;
per il Comune di Ceppomorelli: Chilli Angelo, Chilli Giuseppe, Carrelli Angelo;
per il Comune di Macugnaga Marone Saverio, Gabal Francesco, Jacchini Giuseppe;
per il Comune di Vanzone San Carlo: Calpini Cav.re Zaverio, Strologo Antonio, Pirozzini Giovanni.

Per capire la situazione che si è creata fra Consorzio dei Comuni, stralciamo dal Verbale di seduta del 12 agosto 1886 i passi più importanti di questa adunanza:
(…….)
E così essendosi constatato il numero legale perché le deliberazioni siano valide, il Signor Presidente col mezzo di me Segretario da lettura delle note Sotto Prefettizie delli 12 mancato luglio n° 1981 e 30 dello stesso mese n° 2164, dei verbali del Consiglio Comunale di Macugnaga relativi alle sedute 13 luglio 1884 e 6 dicembre 1885, nonché della correlativa deliberazione della Deputazione Provinciale in data 30 giugno 1886.
Nell'atto di accingersi a trattare l'argomento, il Presidente premette che il Consorzio, proporzionatamente ai mezzi di cui dispone è convinto, e conpenetrato dell'obbligo che ha di proseguire e condurre a termine la strada fino a Macugnaga come legittimamente desidera quel Comune. Rileva che fino ad ora però all'Amministrazione Consortile mancarono i mezzi per tradurre in pratica esecuzione questo obiettivo, sia per le insorte divergenze dei Comuni fra loro e verso Consorzio, a fomentare le quali l'istante Comune di Macugnaga ebbe la parte precipua. E questo Comune deve certo in abbondante misura imputare a se stesso e alla propria sconsideratezza se da anni la prosecuzione della strada e sospesa contro ogni buon volere dell'Amministrazione Consortile;
Imperocchè nel 1870 avendo Macugnaga alienati boschi pel valore superiore a lire 70.000, nel proprio interesse, quel Comune sull'esempio di Bannio, Calasca, Anzino e Ceppomorelli, dopo di aver corrisposto al Consorzio il dovuto 30% avrebbe dovuto mutuare al Consorzio stesso il residuo prezzo di vendita, invece di convertirlo in rendita pubblica al proprio nome.
Di più, soggiunge il Presidente, intorno a quest'epoca la Amministrazione Comunale in discorso aveva ultimata la pratica per vendere a pubblici incanti boschi per altra rilevantissima somma, pratica, a cui non diè corso in odio al Consorzio, il quale da quella vendita avrebbe potuto notevolmente avvantaggiarsi, unitamente al Comune alienante, stante che i boschi in quei momenti erano in grado di raggiungere un valore eccezionale, avuto riguardo alla facilità massima del loro trasporto e del loro traino sino all'abitato di Ceppomorelli in capo al già costrutto stradale, col mezzo della cosiddetta sovenda.

Nel ricordare questi fatti il Presidente insiste a notare che il trasporto dei legnami con mezzo della sovenda, a detta di quelli che sono periti, era notevolmente più economico, che non quello praticato con i comuni veicoli sullo stradale; ond’è che il preteso maggior valore dei boschi maturi di quella Comunità avrebbero potuto acquistare pel fatto della costrutta strada, e meramente ipotetico. E quand'anche si volesse ammettere, quel Comune ha torto vorrebbe un trattamento di favore in confronto tra gli altri Consorziati che vincolarono ed alienarono i loro boschi per costrurre la strada, ossia prima che la strada sussistesse.
Mentre poi l'Amministrazione di Macugnaga affetta di essere sempre stata puntuale e zelante nell'adempiere ai suoi impegni verso il Consorzio, non ricorda che fu sempre ritrosa a mutuare al Consorzio stesso qualsiasi somma, sul prezzo residuale dei boschi alienati, deduzione fatta del 30% al tasso uguale a quello stabilito per la Cassa Depositi e Prestiti, come prescrive l’articolo 2° dell'atto di costituzione in Consorzio, dimentica che essa per la prima volta nel 1874 diede lo scandaloso esempio di rifiutarsi di corrispondere al Consorzio le sue quote di concorso, esempio che nel successivo 1875 venne sgraziatamente imitato da tutte le altre Comunità.
Né il rifiuto di Macugnaga è giustificabile col pretesto che il Consorzio devolvesse in allora i fondi ad estinguere le contratte passività verso i Comuni. Ammesso pure che l'Amministrazione Consortile procedesse intempestivamente a sistemare i propri debiti, dessa al postutto dava esecuzione all'impegno formalmente assunto alli 8 ottobre 1858, quello cioè di restituire i Comuni creditori le somme rievute a mutuo, non appena la strada fosse giunta a Ceppomorelli, impegno questo che il Consorzio contrasse col consenso di tutti i Comuni, non escluso quello di Macugnaga come risulta dal verbale 17 ottobre 1858. Che se poi Macugnaga riteneva lesivi al proprio diritto i provvedimenti abbracciati dalla Amministrazione Consortile, doveva quantomeno inoltrare le sue opposizioni in via amministrativa piuttosto che esperire la pericolosa misura del rifiuto delle sue contribuzioni, e precipitare così a proprio scapito il Consorzio nel noto dissesto finanziario susseguito dalla indispensabile impotenza a proseguire nel proprio compito. Ciò in relazione alle cessate Amministrazioni.
Considerando quindi il Presidente il reclamo di Macugnaga di fronte agli atti dell'attuale Amministrazione, dice che egli, e i suoi colleghi hanno la coscienza d'aver fatto quanto per loro era possibile.
Rammenta, enumerando gli atti compiuti, che le ingenti passività del Consorzio furono ripartite fra i Comuni in seguito ad apposito arbitrato; che buona parte delle quote arretrate dai Comuni dovute, vennero riscosse, che la Strada Consortile da Pontegrande a Ceppomorelli sarà presto sistemata e consegnata alla Provincia la quale ha già emesso speciale deliberazione di assumerla come linea Semiprovinciale non appena le relative opere saranno collaudate.
Cita i numerosi tentativi e le continue insistenze fatte presso la Autorità tutoria per costringere i Comuni morosi a versare le quote di cui vanno debitori. Ricorda che uno dei primi atti compiuti dall'attuale Amministrazione fu la proposta di aumentare i contributi comunali allo scopo di avere mezzi per affrettare la prosecuzione della strada verso Macugnaga, non appena soddisfatti gli azionisti e ne legge il relativo verbale.
Osserva che questa proposta malamente interpretata da una parte dei Membri dell'Amministrazione, venne impugnata accanitamente e nella sua erronea interpretazione, (come gli stessi oppositori ebbero a riconoscere con verbale 10 aprile 1884) protestata davanti alla Deputazione Provinciale la quale la annullò, rilevando che la Deputazione Consortile aveva ecceduto, non solo la propria competenza ma anche quella dell'Assemblea.
Soggiunge che di fronte a questo provvedimento all'Amministrazione Consortile altro non resta, per compiere i propri obblighi, che avvalersi dei limitati insufficienti mezzi originariamente stabiliti dalla costituzione in Consorzio dei Comuni, ossia del 30% del prodotto boschivo e delle quote sui fuochi di banca. Dimostra come con questi proventi troppo esigui, di cui l'uno il 30% assolutamente eventuale, è impossibile trovar credito presso qualsiasi Istituto per contrarre prestiti, e ne enumera i motivi.
Rileva che il ricorso di Macugnaga è poco in armonia, anzi affatto in contraddizione coll'operato dei rappresentanti di quel Comune nell'Amministrazione Consortile, in quanto che essi protestarono contro il principio di qualsiasi proposta di aumento dei contributi, (Verbale dell'Assemblea 16 aprile 1884) ed all'Amministrazione del Consorzio, che voleva far fronte onorevolmente ai propri impegni, lanciarono l'accusa di procedere con precipitazione, magna festinazione come leggesi nella protesta sporta alla Deputazione Provinciale, invitando anzi il Consorzio a procedere a rilento colle sue proposte in riguardo alle condizioni finanziarie dei Comuni. Che ciò stante se il Consorzio malgrado la presa iniziativa, non ha potuto compiere gli incombenti relativi alla pratica per la continuazione della strada, ciò non dipese da colpa propria, ma dall'opposizione fattagli da quegli stessi che oggi reclamano, opposizione accolta dall'Autorità tutoria.
Riferisce che quanto a progetti in ordine alla prosecuzione della strada, ciò non sarebbe il caso di farne eseguire altri perché ne esiste uno recentemente allestito dall'Ingegnere Cariola, progetto che da lungo tempo, come risulta dai documenti, venne trasmesso all'Ufficio Tecnico della Provincia ove si è testé rinvenuto. Quanto ai fondi che il Consorzio ebbe sin qui a realizzare, essi in parte vennero assorbiti da spese urgenti, quali quelle del Delegato Governativo, del Collegio degli arbitri, delle Imposte arretrate, ed il rimanente si è conservato per la sistemazione della strada da Pontegrande a Ceppomorelli e per il pagamento degli interessi arretrati delle azioni.
Assicura che appena soddisfatti i creditori del Consorzio, i fondi tutti che si introiteranno saranno impiegati esclusivamente per la prosecuzione della strada. Ciò premesso il Presidente fa rilevare alle Giunte intervenute che essendo vietato al Consorzio di proporre qualsiasi aumento sui contributi dei Comuni, per corrispondere adeguamente alle istanze di Macugnaga, prega le Giunte stesse a rilasciare seduta stante apposite dichiarazioni sui temperamenti che intendono di proporre ai rispettivi consigli in ordine alle sollecitazioni promosse dall'Autorità Tutoria.
E le giunte come sopra indicate rilasciarono speciali verbali che qui s'allegano come parte integrante distinguendoli quali allegati di lettera: A-B-C-D-E.
Poscia a loro volta invitati i Delegati dell'Assemblea ad emettere loro parere sulla opportunità o meno di abbracciare straordinari espedienti per ottemperare alle sollecitazioni della Deputazione Provinciale, unanimi deliberarono:
1° - In merito alla formazione ed approvazione di apposito progetto, ravvisano che non sia del caso di prendere qualsiasi provvedimento, dal momento che presso l'Ufficio Tecnico della Provincia già esiste il progetto dell'Ingegnere Cariola.
2°- In merito ai motivi per cui il Consorzio non ha proceduto agli incombenti per la continuazione della strada (eccezione fatta dei Delegati Creda Giuseppe e Lanti Cristoforo astenutisi) dichiarano che vi furono costretti dalla deficienza dei mezzi e deplorano, per l'inibizione loro fatta dalla Autorità Tutoria, di non poter proporre ai Comuni qualsiasi aumento sui loro contributi originari si rimettono alle rappresentanze delle Amministrazioni Comunali intervenute all'odierna seduta, non senza formalmente assicurare dal canto loro che appena estinte le pendenti passività Consorziali, tutti i fondi a disposizione del Consorzio saranno adibiti alla continuazione della strada reclamata da Macugnaga.
E precedentemente lettura e conferma venne sottoscritto dal Presidente, al Delegato anziano e da me Segretario infrascritto.

Il presidente del delegato anziano
Dott. De Filippis Antonioletti Giovanni
notajo Medar Camillo Segretario.

Allegato 19 A
I sottoscritti membri della giunte municipali dei Comuni di Anzino, Castiglione e Ceppomorelli avuta lettura, nell'adunanza di oggi tenutasi in Pontegrande, dei due ricorsi inoltrati al Ministero dei Lavori Pubblici per ottenere il proseguimento della strada carreggiabile verso il ricorrente Comune di Macugnaga.
Ritenuto che sebbene non si misconosca il diritto che ha il Comune di Macugnaga di ottenere che sia ultimata la strada sul suo territorio giusto all'atto costitutivo del Consorzio, tuttavia in considerazione delle obbligate condizioni finanziarie in cui malauguratamente trovansi presentemente i predetti Comuni, unanimi dichiarano che si debba provvedere a proseguimento della strada con i soli mezzi ordinari del contributo attuale dei fuochi di banca e del 30% sulla vendita dei boschi Comunali, e così senza alcun maggiore aumento alli suddetti contributi.
Pontegrande li dodici agosto milleottocento ottantasei
I membri della Giunta.


Allegato 19 B
Verbale della Giunta Municipale di Macugnaga
L'anno milleottocent’ottantasei il 12 agosto nella sala della adunanza consortile da Consorzio Stradale di Valle Anzasca in Pontegrande di Bannio.
Convocata la Giunta Municipale di Macugnaga dietro ordine dei Sig. Presidenti del Consorzio in data delli 4 corrente agosto sono intervenuti li Signori: Maroni Saverio assessore f. f. da Sindaco, Gabal Francesco assessore, Jacchini Giuseppe assessore supplente.
La Giunta Municipale udita l'esposizione del Sig. Presidente del Consorzio delibera di appoggiarsi alla deliberazione Consigliare di Macugnaga, in stando perché il Consorzio pensi ad ultimare la strada riservandosi la decisione che verrà presa dal Consiglio Comunale in merito a tale questione. E previa lettura e conferma venne sottoscritto.

Allegato 19 C
Verbale della Giunta Comunale di Calasca. L'anno mille ottocento ottanta sei, il dodici di agosto in Pontegrande e nella sala delle adunanze del Consorzio si è legalmente convocata la Giunta Comunale di Calasca coll'opera del sottoscritto Segretario a quale adunanza intervennero i Signori:
Belli Ing. Giovanni Sindaco, Sandretti Giovanni assessore, Ghisoli Giuseppe Antonio assessore.
Udita dal Presidente del Consorzio tutta la storia degli affari di questo Consorzio Stradale e specialmente sui reclami di Macugnaga relativi alla continuazione della strada da Ceppomorelli a Macugnaga la Giunta Comunale di cui sopra co’ suoi Delegati nonché da Consiglieri Comunali prima ufficiosamente uditi ha preso la deliberazione seguente richiesta dal Presidente del Consorzio.
Nel 1845 veniva costituito il Consorzio delle Comuni della Valle Anzasca da Castiglione a Macugnaga per la costruzione della strada carrettiera da Piedimulera a Macugnaga; e per tale costruzione i Comuni si obbligarono di dare al Consorzio la somma dei cosiddetti Fuochi di Banca ed il 30% sul ricavo della vendita dei loro boschi Comunali Consortili; il Comune di Calasca fedele alle obbligazioni assunte pagò sempre da allora in poi le £. 1000 pei fuochi di banca ed ha venduto tutti i suoi principali boschi resinosi e lattifoglia versando il convenuto rispettivo 30% e fu tanto scrupoloso che paga anche attualmente il 30% persino sul prezzo di una sola pianta per uso privato e il 30% sulla legna da fuoco che tagliasi dai focolanti, che se i Comuni di Ceppomorelli e di Macugnaga avessero negli anni passati venduti i loro boschi resinosi maturi da taglio e specialmente il Comune di Macugnaga la strada da Ceppomorelli sarebbesi già di molto inoltrata per non dire terminata presso Macugnaga; ma invece non venduti boschi e non pagato il 30% sui medesimi non è progredita la strada con grave danno della Valle e in ispecie di Macugnaga, la quale però fu principale causa del proprio danno. Ora si reclama per la continuazione della strada verso Macugnaga, alla Chiesa nuova e a tale reclamo i Membri della Giunta Comunale di cui sopra dichiarano a nome anche dei Delegati che essi vogliono rimanere fermi e fedeli come sempre furono alle obbligazioni assunte nell'atto costitutivo del Consorzio nel 1845 e che perciò continueranno anche per l'avvenire a contribuire colle annue £. 1000, dei fuochi di banca e col 30% sul ricavo della vendita dei boschi che loro rimasero o che andranno maturando nell'avvenire, e questo fino a che la strada carrettiera arrivi alla Staffa di Macugnaga; ma che si oppongono in ogni miglior modo ad ogni variazione del basi della costituzione del Consorzio del 1845 e specialmente ad ogni aumento di contributo tanto sui fuochi di banca quanto di aliquota sul ricavo della vendita boschiva od assumere a carico del Comune qualsivoglia altra nuova obbligazione.
Libero il Consorzio dai debiti che ora sono accollati ai Comuni, se i Comuni consortili pagheranno i passati e futuri fuochi di banca, pagheranno i passati e futuri 30% sul ricavo boschivo impegnandosi seriamente alla vendita dei loro boschi specialmente resinosi di Ceppomorelli e Macugnaga non che i rimasugli degli altri Comuni si avranno abbastanza mezzi di provvedere alla costruzione della strada che ancora rimane da Ceppomorelli alla Staffa di Macugnaga, mediante anche i sussidi dello Stato e della Provincia.
Letto nuovamente venne il presente verbale approvato e dalla giunta sottoscritto.


Allegato 19 D

Verbale della Giunta M.le di Bannio
L'anno milleottocento ottantasei addì dodici di agosto in Bannio e nella sala Mandamentale di Pontegrande, radunatasi la Giunta M.le conll'opera del sottoscritto Segretario nelle persone dei Signori De Gaudenzi geometra Michele, Sindaco, Testone Eugenio, Guglielmini Valentino, assessori effettivi, ed Antonioletti Giov. assessore supplente.
Invitata questa Giunta dal Signor Presidente del Consorzio Stradale della Valle Anzasca ad esporre le proprie idee circa i mezzi per provvedere alla prosecuzione della strada da Ceppomorelli a Macugnaga:
Dessa unanime dichiara doversi provvedere coi mezzi ordinari, cioè col ricavo del 30% sui boschi comunali e colle somme assegnate a ciascun Comune dei fuochi di banca, respingendo qualsiasi aumento su questi due cespiti.
Letto ed approvato viene sottoscritto.


Allegato 19 E
I Membri della Giunta del Consiglio Comunale di Vanzone con San Carlo intesi le proposte dei Sig. Presidente del Consorzio Stradale, farebbero osservare che l'Onorevole primitivo Presidente del detto Consorzio Sig. Commendatore Protasi cotanto zelante per la costruzione di questa strada Consorziale della Valle allorché vide il detto Consorzio già gravato dell'incidente passività di £. 218.333 decise che giunta la costruzione della strada al Comune di Ceppomorelli limitrofe a quello di Macugnaga si avesse a soprassedere alla continuazione della medesima finché distinta fosse la passività sovr’espressa la quale a termini della seguita formazione del Consorzio doveva venire estinta coll'annuo concorso stabilito sui fuochi di banca e sul prezzo percipiendo del 30% sulla vendita dei boschi.
Nonostante che i Comuni non avessero assunte altre obbligazioni per tale costruzione, ora si sarebbero assunti già il grandissimo peso di estinguere tale passività ciascuno in proprio per la quota di riparto assegnatagli, per cui questo Comune di Vanzone con San Carlo trovandosi già aggravato della rilevante somma di £. 22.828 senza avere ora disponibile la vendita di alcun bosco, nell'annuo bilancio sarebbe costretto di stanziare una somma non solo eccedente più della metà della sovr’imposta legale, ma cinque o sei volte maggiore con sorpresa lagnanza dei contribuenti.
Ciò stante questo Comune non potrebbe in alcun modo venire sottoposto ad ulteriore peso quando il Consorzio intendesse di sobbarcarsi a qualsiasi altro imprestito per proseguire già fin d'ora la detta strada verso Comune di Macugnaga il quale dall'attuale seguita costruzione già tutto a lungo degli altri Comuni e della Valle, osservando che volendo il Consorzio addivenire ora ad altri imprestiti i possessori delle azioni dal medesimo emesse, che attendono con tolleranza il pagamento degli interessi arretrati già di anni nove, i medesimi si vedranno costretti a promuovere avanti il Tribunale competente la domanda pel loro pagamento.

15 settembre 1887, il Prefetto di Novara con una sua nota comunica:
La Deputazione Provinciale in seduta del 31 agosto 1887 ha preso la seguente deliberazione: (che esporremo in stralcio)
(…) Udito il relatore sullo stato delle pratiche fatte per l'ultimazione della strada Consortile detta di Valle Anzasca o meglio dell'ultimo suo tronco di metri 8396 da Ceppomorelli alla Chiesa nuova di Macugnaga
(…) non è possibile, come si ha intima la convenzione, che fra la Direzione del Consorzio col Comune di Macugnaga possa essere conseguito un pieno accordo,
(…) che a raggiungere quest'accordo, meglio di qualsiasi provvedimento si presenta la opportunità di un convegno da tenersi nella sede della Sotto Prefettura a Domodossola con l'intervento di una rappresentanza della Deputazione.
Fatta riserva di ritornare sullo stesso argomento viste le risultanze del proposto convegno.
La Deputazione delibera, che tanto il Comune di Macugnaga che la direzione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca siano invitati per l’oggetto di cui sopra a trovarsi in convegno presso la Sotto Prefettura di Domodossola.
(…) prenderanno parte in qualità di Delegati della Deputazione, col Prefetto e col Relatore, i Deputati Provinciali Ricci, Guglielmazzi, Bianchetti.
L'incontro avvenne il 9 ottobre 1887, riportiamo il relativo verbale:
Processo Verbale della adunanza tenutasi in Domodossola fra le rappresentanze del Comune di Macugnaga, della direzione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca e della Deputazione Provinciale di Novara, avendo per oggetto:
" Provvedimenti per la ultimazione della Strada da Piedimulera, alla Chiesa nuova di Macugnaga".

L'anno mille ottocento ottantasette, il giorno nove di ottobre nella Sede della Sotto Prefettura di Domodossola.
In eseguimento del deliberato 31 p.p. agosto della Deputazione Provinciale di Novara, ed al seguito delle disposizioni date dall'Ill.mo Sig. Prefetto di questa Provincia si sono qui riuniti:
l'Onorevole Prefetto Senatore Commendatore Avvocato Luigi Pissavini.
In rappresentanza della Deputazione Provinciale:
Li Deputati Provinciali: Guglielmazzi Cav. Avv. Antonio, Bianchetti Cav. Enrico, Ricci Marchese Ingegnere Vincenzo, e Maderna Cav. Avv. Enrico. Il consigliere Provinciale Guglielmi Cav. Avv. Agostino.
In rappresentanza del Consorzio:
Li Direttori Defilippis Dott. Ignazio, De Gaudenzi geom. Michele e Chilli Angelo, assistiti dal Segretario Notajo Medar.
In rappresentanza dell'amministrazione Comunale di Macugnaga:
Li Signori Oberto Giovanni Sindaco e li Consiglieri Marone Saverio e Sandretti Battista col Segretario Orlando Ricci.
Dettosi dall'Ill.mo Sig. Prefetto lo scopo della presente adunanza, con invito ai singoli Membri di voler, a risoluzione della insorta differenza, concordare amichevolmente i modi diretti a conseguire l'ultimazione della Strada di Valle Anzasca sino a quel punto cui ebbesi di mira nella costituzione del relativo Consorzio, gli interessati, dopo lunga discussione si sarebbero accordati sui seguenti fatti, dei quali si prende atto col seguente verbale.

1°- La rappresentanza del Consorzio riconosce la necessità e la convenienza che, soddisfacendo alle legittime aspirazioni del Comune di Macugnaga si abbia ad ultimare, nell'intervallo più vicino possibile, la strada della Valle Anzasca, completandola, colla costruzione anche dell'ultimo suo tronco da Ceppomorelli alla Chiesa nuova di quel Comune, ai termini del patto Consortile: e darà tutte le disposizioni che sono di sua competenza, onde tale ultimazione venga compiuta.

2°- Per facilitare alla suddetta Direzione l'accennato compito, il Comune di Macugnaga: anticiperà e metterà avanti tutto a disposizione, del consorzio il 30% del valore dei boschi che tuttora possiede, il quale valore potrà essere approssimativamente di £. 100.000.
Assumerà a semplice richiesta del Consorzio un mutuo per il montare di quella somma che, sotto deduzione dei Sussidi Governativi e Provinciale, verrà riconosciuta necessaria per la costruzione ed ultimazione del detto tronco che rimane, a quelle condizioni e modalità le quali verranno previamente concordate lo stesso Comune e la Direzione del Consorzio, e in difetto di accordo, stabilite dalla Deputazione Provinciale ai termini di legge.
Quanto sopra, sempre nella sola eventualità in cui il Consorzio non sia per trovarsi esso stesso in condizioni di altrimenti provvedere onde avere a sua disposizione le somme occorribili pella definitiva costruzione ed ultimazione del suddetto tronco.

3°- Ognor quando il mutuo venisse assunto a cura, responsabilità e spese del Comune di Macugnaga, in tal caso la Direzione Consortile provvederà pel rimborso allo stesso Comune di tutto ciò che quanto dovrà anticipare o spendere pel medesimo, dovrà inoltre curare perché si operato il reparto del debito Consortile fra gli Enti interessati, sulle stesse basi, sulle quali venne per la Sentenza arbitrale operata la divisione del debito arretrato di £. 218.336,67, e ciò tanto agli effetti del servizio degli annui interessi, quanto agli effetti delle rate di ammortamento. Salvo in caso diverso, i provvedimenti d'Ufficio dell'Autorità Tutoria a norma di legge.

4°- Ove occorra che debba essere compilato un nuovo progetto per la costruzione del tronco di cui si tratta, la rettifica o modifica di quello già stato allestito nel 1875 dall'Ingegnere Cariola tuttavolta che ne sia possibile il rinvenimento, il Comune di Macugnaga ne anticiperà al Consorzio la relativa spesa, salvo, come di diritto la ripetizione.

5°- Il Comune di Macugnaga provvederà entro il 31 marzo 1888 perché siano versate alla Cassa Consortile le £. 4720,10 coi relativi interessi, da lui dovute, a titolo di arretrato sui fuochi di banca, 30% sulla vendita dei boschi ed accessori; salvo e senza pregiudizio delle ragioni, che si ritiene di avere, per rimborso della spesa già stata da lui anticipata pel progetto Cariola.

6°- Per le anticipazioni di pagamenti relativi al 30% vendita boschi, verrà provvisto in accordo fra il Comune di Macugnaga e la Direzione Consortile una volta approvato e reso esecutorio il presente compromesso.

7°- Le rappresentanze quì convenute, del Consorzio e di Macugnaga, provvederanno entro il corrente anno onde il presente concordato venga sottoposto all'approvazione del Consiglio Comunale di Macugnaga, e dell'Assemblea Consortile; in seguito, e per quanto li riguarda, all'adempimento degli impegni assunti. Il Consorzio in ogni caso s'intenderà impegnato alla presentazione del progetto entro il primo semestre 1888 e ad appaltare i lavori entro tre mesi dalla approvazione Governativa dello stesso progetto.

8°- Il Sotto Prefetto di Domodossola è incaricato di vigilare per l'esatto adempimento di quanto si convenne col presente verbale.

Previa lettura e conferma si sono sottoscritti come in originale:
Dott. Defilippis
Chilli Angelo
M. De Gaudenzi
Notajo Medar Camillo
Oberto Giovanni
Sandretti Battista
Marone Saverio
Ricci Orlando
A. Luigi Pissavini
Maderna
Bianchetti
Ricci
A.Guglielmazzi
A.Guglielmi
Per copia conforme ad uso Amministrativo
Domodossola, 10 ottobre 1887
il Segretario della Sotto Prefettura G. Ambrosi

13-doc



Il Prefetto di Novara il 23 luglio 1888, scrive al Consorzio Stradale: (riportiamo in sintesi)

(…) Visti molteplici ricorsi del Comune di Macugnaga per l'esecuzione d'Ufficio del tronco di strada Consortile di Valle Anzasca dal Comune di Ceppomorelli alla chiesa di Macugnaga
(…) Risulta che il Consorzio suddetto è indiscutibilmente costituito per l'intera linea da Piedimulera a Macugnaga
(…) Veduto che l'inattività del Consorzio relativamente a quest'ultimo tronco costruendo dura da un ventennio e le dissenzioni Amministrative, le opposizioni fra i Comuni, le dissezioni delle adunanze fanno ritenere che tale stato si protrarrebbe indefinitivamente ove non si provvede d'Ufficio.
Ritenuto che tale strada in tutta la sua lunghezza oltre ad essere Consortile, è del pari obbligatoria a termini della Legge 30 agosto 1868. Sentita la Deputazione Provinciale; avuto il parere favorevole del Ministero dei Lavori Pubblici. Veduta la legge sui Lavori pubblici 25 marzo 1865 è quella 30 agosto 1868 sulla viabilità obbligatoria ed in conformità dell'Art. 15 del Regolamento approvato con Regio Decreto 11 settembre 1870:
DECRETA
1° La strada Consortile suddetta, tronco da Ceppomorelli alla chiesa di Macugnaga verrà eseguita d'Ufficio a cura della R. Prefettura e del Genio Civile Governativo della Provincia a termini e coi mezzi consentiti dalla Legge 30 agosto 1868 sulla viabilità obbligatoria e dalle istituzioni ministeriali 10 novembre 1877.

2° Tutti i Comuni appartenenti al Consorzio a datare dall'Esercizio 1889 dovranno stanziare nei propri bilanci la sovrimposta cespite A del fondo speciale di cui all'Art. 2 Legge 30 agosto 1868 su accennata. Gli Esattori e Tesorieri degli stessi Comuni dovranno giusto l'obbligo loro fatto dall'Art. 3 dei Capitoli normali approvati con Decreto Ministeriale 23 dicembre 1886 versare presso questa R. Prefettura oltre l'importo di detto cespite, a rate bimestrali, anche le somme annualmente stanziate sui rispettivi bilanci come quota di contributo consortile. Dovranno pure versare l'eventuale prodotto del 30% sui tagli dei boschi, come straordinario provento devoluto al Consorzio in base agli atti di costituzione del medesimo. In caso di ritardo si provvederà a loro riguardo ai termini dell'Art. 01 della Legge 20 aprile 1871 e degli Art. 76 e seguenti del Regolamento approvato con Regio Decreto 26 dicembre 1886.

3° L’eventuali correzioni che potessero occorrere al progetto d’arte dell'Ing. Cariola saranno eseguite dall'Ufficio del Genio Civile incaricato dell'esecuzione dei lavori.

Novara 23 luglio 1880 il prefetto
Caravaggio

I lavori furono eseguiti rapidamente, sotto la guida del Genio Civile.

Iniziarono il 26 luglio 1890 partendo dalla Cappella della Pòsa a Ceppomorelli ed arrivarono Macugnaga del 1899. Salvo alcune opere di rifinitura la strada era aperta al traffico.

Dopo tanti incontri fra i Comuni Consorziati, i Deputati del Consorzio, i Responsabili di Deputati della Provincia, nonché i vari ricorsi, le decisioni del adunanze arbitrali ed i Decreti Reali e Provinciali, la strada da Ceppomorelli a Macugnaga prese l'avvio. Ma i travagli non erano finiti.

25 maggio 1901; la Deputazione Provinciale di Novara, con una sua lettera, al Consorzio Stradale di Valle, segnala una relazione dell'Ufficio Tecnico Provinciale in cui si indicano i lavori che il Consorzio di Valle, dovrà eseguire perché quando essi saranno collaudati, la strada potrà essere assunta dall'Amministrazione Provinciale come: Strada Semi Provinciale.

11 luglio 1901; il Prefetto di Novara con una sua lettera comunica al Presidente del Consorzio:
" A partire dal 15 luglio 1901, la strada da Ceppomorelli a Macugnaga passa al Consorzio per la sua manutenzione ordinaria. Il Consorzio trasmetterà per competenza ai due Comuni interessati, perché facciano la manutenzione sui rispettivi tronchi".

18 ottobre 1902; viene adunata l'Assemblea del Consorzio per decidere sul reperimento dei fondi necessari, entro il giugno 1903, per poter intervenire sull'ultimo tronco di strada con le sistemazioni richieste onde ottenere la possibilità di trasferire la manutenzione alla Provincia a partire dal prossimo 1° gennaio 1904.
I Comuni Anzaschini furono invitati a versare quest'ultimo contributo per poter completare la strada.

Venne scelta la formula della quota fissa:
Individuata come base la quota annuale dovuta da ogni Comune al Consorzio decisa l'8 ottobre 1858, per i fuochi di banca, versando un importo pari a “sei annualità e un quarto” secondo questo prospetto:
Anzino £. 450 per 6,25 = £. 2812,50
Bannio £. 750 per 6,25 = £. 4687,50
Castiglione £. 450 per 6,25 = £. 2812,50
Calasca £. 1000 per 6,25 = £. 6250
Ceppomorelli £. 800 per 6,25 = £. 5000
Macugnaga £. 650 per 6,25 = £. 4062,50
San Carlo £. 240 per 6,25 = £. 1500
Vanzone £. 460 per 6,25 = £. 2875
totale £. 30.000
Questa somma se corrisposta entro il giugno 1903, permette di effettuare gli interventi necessari onde fare la consegna definitiva della Strada Anzaschina all'Ufficio Tecnico della Provincia, per la sua manutenzione, entro il 1° gennaio 1904. L'Assemblea ha un'ampia discussione sulla convenienza di fare subito questo introito basato sui fuochi di banca senza tenere conto dei boschi. L'elemento che fa decidere, a dare corso immediato è l'incertezza che dal taglio dei boschi si possa avere con estrema rapidità la somma necessaria, stante alla variabile del taglio e della vendita delle piante.
L'assemblea dei Delegati vota all'unanimità la proposta, il Presidente invita i rappresentanti comunali presenti ad adoperarsi presso i rispettivi Consigli Comunali per la ratifica di quanto esposto.
Letto il verbale è approvato e sottoscritto. All'originale firmato
Defilippi Dott. Ignazio, Presidente;
Cantonetti Giuseppe, delegato anziano;
Deandrea Pietro, Segretario;

Le delibere Comunali, sul riparto della spesa fra i Comuni Consorziati per il completamento sistemazione del tronco stradale Ceppomorelli Macugnaga non si fece attendere a lungo:
18 ottobre 1902, Macugnaga accetta la quota di £. 4062,50
30 novembre 1902, Castiglione accetta la quota di £. 2812,50
16 novembre 1902, Calasca accetta la quota di £. 6250
9 novembre 1902, Ceppomorelli accetta la quota di £. 5000
7 dicembre 1902, Vanzone verserà la quota a lavori finiti
12 dicembre 1902 Anzino chiede l'applicazione della quota di £. 300 per 6,25 uguale a £. 1850 e non £. 450 per 6,25
5 maggio 1903, Bannio accetta la quota di £. 4687,50

15-doc



29 giugno 1903; viene indetta una gara d'appalto con la pubblicazione di manifesti pubblici di invito all'asta. I lavori dovranno terminare entro tre mesi dalla consegna.
2 luglio 1903; la Deputazione Provinciale di Novara, accetta la domanda del Consorzio Stradale di Valle Anzasca per il passaggio della strada Consortile a Semi Provinciale. Il Consorzio, prima della cessione, dovrà eseguire le opere di sistemazione già concordate.
20 luglio 1903; i tronco di strada Ceppomorelli - Macugnaga viene appaltato all'Impresa Diana Pietro e Losa Thonet Martino, per eseguire le opere di sistemazione previste dal progettista geom. Benedetto Chilli.
24 febbraio 1904; è convocata l'assemblea dei Delegati del Consorzio Stradale per ristabilire la riscossione degli arretrati non versati per i tributi Comunali, il 30% del taglio dei boschi e per i fuochi di banca. Secondo le indicazioni dell'Amministrazione Provinciale, questi versamenti dovevano essere fatti al Tesoriere del Consorzio.
Il ricavato dei versamenti serviva per ultimare i pagamenti pendenti ancora a carico del Consorzio stesso.
23 agosto 1904; il Presidente della Deputazione Provinciale scrive al Presidente del Consorzio Strada Anzaschina, di accettare l'Ing. Carlo Busser, già interpellato dall'Amministrazione Provinciale, per comporre in qualità di Arbitro collaudatore, il definitivo trapasso della strada Anzaschina da Consortile a strada a Semi Provinciale.
13 settembre 1904; sorgono delle divergenze tra Impresa e Consorzio, gli interessati devono comparire in Pretura a Bannio e in Tribunale a Domodossola; viene nominato l'Ing. Carlo Busser in qualità di Arbitro Collaudatore. L'atto di nomina viene registrato a Domodossola il 16 settembre 1904.

Ma non finirono le liti. A leggere la sentenza della causa arbitrale, sembra una questione di lana caprina. L'arbitro persona molto pignola, solleva obiezioni circa la sua nomina prima, e gli interventi della Pretura del Tribunale poi. Sottigliezze giuridiche per l'interpretazione del Codice Civile.
L'arbitro indice un nuovo incontro del 17 dicembre 1904.
20 ottobre 1904; avviene al collaudo definitivo del tronco di strada da Ceppomorelli a Macugnaga.
23 maggio 1907; dal verbale di seduta del Consiglio Comunale di Macugnaga: si ha l'indicazione che il Comune stesso pagò, all'Ufficio Tecnico Provinciale le somme da questo richieste per la costruzione della strada, ora il Comune richiedeva il rimborso di dette somme con l'interesse del 4%. Si ebbe una contestazione da parte del Consorzio perché le somme esposte in qualche caso erano ripetitive e non tutte erano obiettive nei riferimenti. L'Amministrazione Comunale di Macugnaga riconobbe gli errori e dopo qualche tergiversazione si arrivò ad accomodamento.
6 luglio 1910; il consorzio cessa la sua attività e sarà sciolto con il sopralluogo dei Procuratori speciali: Pietro De Andrea di Castiglione e Bartolomeo Longa di Ceppomorelli, nominati con Rogito del notajo Laurini di Bannio.
Una considerazione postuma come possiamo fare noi:
L’oggi della trasformazione da società agricola a società industriale, ci fa ragionare diversamente. In termini moderni si deve emergere il ritardo culturale per le banche di investimento.
Non occorre urlare, occorre ragionare, la banca va vista come soggetto che ha molto più potere di controllo e di proposta rispetto a chi dava danaro su garanzia.

L'assemblea Consortile del 18 ottobre 1902 era composta da:
Defilippi Dott. Ignazio, presidente;
Cantonetti Giuseppe, vicepresidente o consigliere anziano;
Paita Giovanni; Morganti Antonio; Birocchi notajo Filippo;
Marta Giovanni; Novaria Giovanni; Ghisoli geometra Valentino;
Rigoli Bartolomeo; Titoli Ignazio; Cantonetti Raffaele;
Guglielmini Valentino; Mussa Giuseppe; Volpone Tosetti Bernardo;
Pirozzini Giovanni; Bozzo Giovanni Antonio; Calpini Giovanni Battista;
Chilli Angelo; Chilli geometra Benedetto; Carelli Angelo;
Longa Bartolomeo; Rainelli don Giacomo; Pattono dott. Alessandro;
Ghisoli Giacomo; Isolana Felice; Manera Giovanni; Jonghi Luigi;
Battaglini Carlo; Folini notajo Giuseppe; Piccione Giuseppe; Sandretti Battista.

L'assemblea Consortile del 6 ottobre 1906 era composta da:
Cocchinetti Bartolomeo, Sindaco, Bianchi Giovanni Battista, e Rabogliati Egidio, componenti la Giunta Municipale di Bannio;
Titoli dott. Alfonso, Sindaco, Guattani Francesco e Antonioletti Natale, componenti la Giunta Municipale di Anzino;
Marta Giovanni, Sindaco, Pozzoli Renato componenti della Giunta Municipale di Calasca;
Guelfi Antonio, Sindaco, Spagnoli Alberto e Martini Luigi componenti la Giunta Municipale di Castiglione d'Ossola;
Garbagni Clemente e Berno Giuseppe componenti della Giunta Municipale di Ceppomorelli;
Pinaglia Giuseppe, Sindaco Fracei Carlo e Gianni Battista componenti la Giunta Municipale di Vanzone San Carlo;
De Andrea Pietro, Segretario
Bartolomeo Longa, Segretario
Ghisoli Valentino, Segretario
Piccioni Giuseppe, Segretario

I lavori di realizzazione
Fatti salvi tutti i preliminari per l'individuazione dei proprietari e delle trattative avvenute per l'occupazione dei terreni interessati al passaggio della strada carrozzabile, segnaleremo i lavori con i relativi inconvenienti per i tempi le opere e gli interventi, con esposizione per tronchi come è stata indicata nel progetto iniziale.
Per la prima parte; Progetto Mazzeri:
1° tronco Piedimulera Castiglione
2° tronco Castiglione Molini di Calasca
3° tronco Molini di Calasca Pontegrande
4° tronco Pontegrande Vanzone
5° tronco Vanzone Ceppomorelli
per la seconda parte; progetto Cariola:
6° tronco Ceppomorelli Macugnaga
per quest'ultima parte, furono rielaborati due progetti, uno dall'Ing. Mazzeri, il secondo dall'Ing. Cariola, che è il percorso attuale.
I fatti più rilevanti dell'intero percorso:
I tronchi di strada da Piedimulera a Pontegrande, furono dichiarati di competenza e manutenzione provinciale, quando alla loro ultimazione venne steso verbale decollato.
L'Ing. Capello, assistente del Genio Civile di Novara, fece dei sopralluoghi con rilievi nel 1857, sul tronco di strada tra Pallanzeno a Pontegrande.
I tronchi da Pontegrande a Macugnaga furono dapprima semi provinciali e più tardi, con alcuni aggiustamenti, passarono di competenza della Provincia.
L'Ingegnere Gian Domenico Protasi, anima della realizzazione, non ebbe la soddisfazione di veder compiuta l'opera per cui tanto si era adoperato.
Morì ad Arona il 19 giugno 1873.
Negli anni del dopoguerra, 1951 di oltre, vennero realizzati dalla Provincia di Novara, alcuni allargamenti stradali, particolarmente nei tratti stretti delle aree rocciose. In seguito la strada venne asfaltata, dapprima a tratti e poi per intero.
Il 1968, vide la strada dichiarata di competenza A.N.A.S. e prenderà la denominazione di “Strada Statale n° 549 di Valle Anzasca e Macugnaga”, che come conto chilometrico parte dall'incrocio della ex strada 33 del “Sempione” presso il Ponte della Masone dove è collocato il cippo 0, e il cippo 1 nella piazza di Pecetto a Macugnaga.

004-cippo-Piedimulera 004-macu



Si ebbe così la possibilità di avere delle opere di miglioria che sono tuttora in corso e proseguiranno negli anni a venire. Le opere stradali da Piedimulera Pontegrande furono visitate e elogiate dei Principi di Savoia Umberto e Amedeo, durante la loro visita in Valle Anzasca nei giorni 9,10 e 11 luglio 1856.

1° tronco Piedimulera Castiglione

La realizzazione del tronco avviene dividendolo in tre tratte con appalti distinti:
1° Piedimulera, confine con Pallanzeno.
2° Piedimulera, alla Masseria della Selva di Meggiana, al confine di Cimamulera con Castiglione.
3° Castiglione, alla Masseria della Selva al confine con Cimamulera.

Tratta Piedimulera Pallanzeno
La decisione di costruire il tratto di strada fra il ponte in vivo presso Pallanzeno e Piedimulera, fu presa nel 1847, ma le trattative si protrassero per cui l'inizio vero fu nel giugno 1856 e venne affidata all’impresa del Geom. Giuseppe Zaroli che doveva portarla a termine entro l'anno.
Il tratto non comporta grandi opere. Si può rilevare l'abbattimento di un'edicola motiva che rallentò l'inizio dei lavori, la copertura della roggia che alimentava alcune industrie manifatturiere di Piedimulera. Il lavoro di copertura sarà eseguito nel 1854.
I lavori stradali furono terminati nella primavera successiva e collaudati dall'Ing. Vincenzo Schioppo nel maggio 1857. In seguito violente intemperie nell'estate autunno, la strada fu di nuovo affidata all'impresa Zaroli per la sistemazione manutenzione. L’Ing. Schioppo verificherà nuovamente le opere per il collaudo definitivo.

Tratta Piedimulera, Selva di Meggiana
L'appalto del tratto, Piedimulera, Selva di Meggiana di circa 4000 m viene affidato all'Impresa Geom. Agostino Rolando, di Beura nel 1848, che la porterà a termine nel 1853. I lavori più impegnativi furono i manufatti nelle rocce sotto Cimamulera fra lo sperone detto “ul pulpit” e la frazione Gozzi sotto. Con delibere della Deputazione n° 5, 6,7 del 10 ottobre 1846 fecero scavare due gallerie, una di metri 62 e l'altra di metri 78 che vennero dedicate a S. M. “Carlo Alberto”, infatti sopra la prima di esse si ha l'iscrizione:
“A CARLO ALBERTO - RICONOSCENTE LA VALLE ANZASCA -1848. Quanto è ancora possibile leggere oggi sopra la prima galleria.
04-galleria

Per evitare la caduta dell'acqua, nel tratto a cielo libero tra le due gallerie venne canalizzato e deviato, un piccolo rio che convoglia acque sorgive dei prati soprastanti, i lavori furono eseguiti dietro delibera del 9 settembre 1851 n° 81. Il costo delle gallerie fu di circa L. 29.000.
Presso le gallerie furono costruiti dei ponticelli per superare il rio Chiesa che scende da Cimamulera e altri avallamenti minori.
Gli inconvenienti di questo tratto saranno superati nel 1982 con la costruzione di una galleria con le seguenti caratteristiche: entrata presso il rio Chiesa, uscita in prossimità della frazione Gozzi sotto, lunghezza 526 m, carreggiata utile 7,50 m, due marciapiedi laterali e di illuminazione con lampade a vapori di sodio, pendenza media 9,50%, il lavoro venne eseguito dall'Impresa Fratelli Poscio di Villadossola.
Con progetto proprio a Piedimulera fu costruito dall'Impresa Carlo Dedonati, un ponte muratura a due arcate per l'attraversamento dell'Anza.
05-Ponte-piedimulera-1

Metteva in collegamento le due sponde opposte; il ponte fu abbattuto per cause belliche il 2 ottobre 1944. Venne ricostruito più a valle nel luglio 1946, in cemento armato.
La delibera Consortile n° 89 del 23 febbraio 1852, permise nel successivo 1853 di stipulare un verbale di accordo fra: l'Ing. Pasquale Calleri della Provincia di Novara, il Sig. Agostino Rolando, costruttore della strada di Valle Anzasca, il Sig. Carlo Dedonati, costruttore del ponte sull'Anza, di fare un collegamento fra le due opere cioè un raccordo tra la strada consortile e il ponte. Il lavoro eseguito nel 1854, dall'impresa di Dedonati venne favorevolmente collaudato e liquidato dall'Ing. Callerio.
Altre opere: la costruzione del ponte detto “dell'Orco” nel vallone di Meggiana;
06-Ponte-Orco

quì in vari tempi si fecero degli interventi per la messa in sicurezza delle pareti rocciose onde evitare la caduta di massi sopra la spalla destra del ponte stesso. Prima del ponte stesso, sulla parete destra del vallone di Meggiana, nel 1990 furono installate delle reti di protezione per evitare la caduta di sassi sulla strada.
Nel 1853 fu eseguita da Rocco Conterio, la copertura della roggia di Piedimulera.
Sotto la Masseria di Meggiana si ebbero degli smottamenti e delle frane per questo venne ricostruita, in modo sicuro, la sede stradale nel 1986.

Tratta Selva di Meggiana Castiglione
Questo è il primo lavoro in assoluto della costruzione della strada Anzaschina. In questo tratto si fecero esplodere le prime mine durante i festeggiamenti per l'inaugurazione dei lavori, alla fine di maggio del 1847. Da una nota di quell'anno si rileva: “Si è data la precedenza questo tronco perché la strada attuale (la mulattiera) e più disagevole e pericolosa della Valle e ne è più generalmente sentita e riclamata la sostituzione.”
Le opere preliminari iniziano il 6 settembre 1847. La delibera consortile è la n° 9 del 20 gennaio 1847.
I lavori iniziarono alla fine di maggio del 1847 con l'apertura dei cantieri da parte dell'Impresa Eusebio Rosazza di Biella, che li porterà a termine nel 1850.
Le opere più evidenti:
Il ponte sul vallone Paita, i ponti in prossimità di Castiglione.
In questa tratta era prevista una galleria di 12 m nelle rocce sotto la frazione case Paita, non venne realizzata perché si preferì scavare la strada sulle rocce del precipizio dell'Urià, per motivi economici. La suddetta galleria doveva essere denominata “Boschi” in onore all’Intendente dell'Ossola Onorevole Boschi.
Nel 1995 sulle rocce del vallone Paita furono installate delle reti di protezione per evitare la caduta di massi.
Il vallone Paita per le sue caratteristiche, si prestò ad un agguato dei Partigiani contro una colonna di nazifascisti, con successiva ritorsione degli aggrediti che si conclusero con la trucidazione del Sacerdote, giovane parroco di Castiglione,
Don Giuseppe Rossi.07Rossi



2° tronco Castiglione Molini di Calasca.

Lo stralcio dal progetto Mazzeri è dell'Ing. Pasquale Callerio.
Il lavoro venne appaltato all'Impresa Giuseppe De Lucchi di Masera nel 1850, che la porterà a termine nel 1855. Il verbale di collaudo e dal 14 al 15 novembre 1854 redatto dall'Ing. Schioppo della Provincia.
Le opere di rilievo:
- Tutti ponti sui torrenti che scendono dal monte.
- Si doveva realizzare una galleria sotto l'abitato di Pecciola, che doveva denominarsi Boschi. Con una delibera n° 80 del 9 settembre 1851, venne deciso l'annullamento di questa costruzione perché sarebbe risultata con una copertura troppo ridotta. Si preferì aggirare il promontorio di Pecciola con un manufatto sulle rocce sovrastanti la forra dell'Anza, in quel punto alquanto profonda.
- Il ponte che attraversa il torrente e Molini. Questa opera merita una citazione a parte perché: oltre ad essere manufatto di maggior importanza di questo tronco, nel 1978 durante un violento nubifragio venne travolto distrutto dalla furia delle acque che si erano precipitate lungo il torrente.
08-ponte-Molini-78

Venne ricostruito l'anno successivo. Va evidenziato che questo torrente è sempre stato funestato da valanghe di neve e nubifragi. Parecchi sono i racconti che narrano questi inconvenienti; per un'informazione al riguardo rimandiamo gli interessati alle narrazioni di storia locale (vedi A. Sandretti - Zibaldone 1° e 2°).
Per costruire questo tronco, la Deputazione del Consorzio richiese agli Anzaschini un prestito di L. 120.000 con autorizzazione del Re Vittorio Emanuele II, che emanò un apposito decreto il 1 maggio 1850. (Vedi Consorzio Stradale).

3° tronco Molini di Calasca Pontegrande.
Su richiesta del Consorzio Stradale, con delibera n° 100 del 21 aprile 1852 viene domandato al signor Giuseppe De Lucchi, di fare un'offerta in ribasso, vantaggiosa per il Consorzio, affinché si possa accelerare il proseguio nella costruzione della strada Anzaschina, senza dover sottostare ad ulteriori formalità d'appalto. L'Impresa pur facendo un notevole ribasso è favorita dall'aver già sul posto tutta l'attrezzatura necessaria.
Il Consorzio dispone di L. 66/m sul bilancio corrente, conta di ottenere dal Governo e dalla Provincia L. 12/m, ed il restante fondo necessario dal ricavo del 30% sulla vendita dei boschi Comunali, che alcuni Comuni hanno intenzione di effettuare, appena sono appaltati i lavori del tronco Molini Pontegrande.
La deliberazione n° 101 del 26 maggio 1852 conferma l'intenzione della Deputazione Consortile di procedere nell'appalto.
Il De Lucchi si sente forte per l'appalto ottenuto in modo amichevole, conduce i lavori come meglio gli aggrada, entrando in contrasto con il Consorzio di Valle e la direzione lavori, con osservazioni, accuse e ripicche, lamentele e richieste dei proprietari dai terreni. Proprio per le divergenze nate sui lavori di adattamento fra il vecchio il nuovo ponte di Val Bianca iniziò una lunga vertenza fra la Deputazione del Consorzio e l’Impresa De Lucchi per il mancato accordo fra le opere eseguite e il compenso richiesto.
Si ebbero reciproche accuse ed imputazioni.
Avendo effettuato un ribasso notevole, la Deputazione accusava il De Lucchi di accampare opere e lavori per rifarsi del mancato guadagno. L'Impresa sosteneva di non aver ricevuto precise indicazioni sulle opere da effettuarsi.
Si ebbero diversi sopralluoghi, fra cui quella dell'Ing. Capo Cav. Colli nel 1857, che redige una relazione di massima che sollevò le proteste e l'insoddisfazione dell'Ing. Protasi, il quale da persona corretta, non gradì questo intervento senza esserne stato né avvisato né interpellato, per cui ritenne, essere questo intervento, una tacita accusa di collusione nei confronti suoi e della Deputazione. Non dimentichiamo che il favore del ribasso notevole poteva fare da esca ai malumori e alle malelingue che sicuramente non mancavano.
Dobbiamo dire che alle volte, talune richieste fatte a fin di bene possono portare a interpretazioni ravvisamenti opposti. Forza della mente umana!!
La vertenza si concluderà nel 1858 con la sentenza d'appello della Camera dei Conti di Torino, che confermò la già avvenuta sentenza dell'Intendenza di Novara di questo tenore: (in sintesi)
“ I lavori compiuti e contestati non sono rilevabili nella loro origine perché fanno parte di opere e manufatti che risultano alterati per i lavori attualmente in evidenza per cui si invitano le parti è un accordo amichevole con delle perizie in contraddittorio”.
Il conteggio finale venne calcolato in L. 90 mila, con il condono della ghiaia mancante alla risagomatura della strada. La Deputazione e condannata al pagamento delle spese processuali.
Opere di rilievo:
- Il ponte sul torrente di Antrogna ed il ponte di Val Bianca.
Il ponte sul torrente di Antrogna, in località “Due Ponti” subì una disastrosa alluvione il 7 agosto 1978 con la riduzione a macereto del tratto solitamente percorso da un tranquillo torrentello.
Anche lo sbarramento ENEL “diga”, in quel giorno di tragenda, venne inghiaiata dalla dall'enorme massa di detriti precipitata valle dagli scoscendimenti dei monti, in particolare del Rio a fianco della diga e dalla con grande quantità d'acqua che si riversò lungo la Anza trasportando numerose piante che oltrepassarono il bordo superiore della diga stessa, provocando l'allagamento della sede stradale collocata fianco dello sbarramento.
Si ebbe una persona dispersa nella violenza delle acque.
- A Pontegrande, il Comune di Bannio acquistò e demolì il vecchio “Albergo dalla Posta” ottenendo un ampio parcheggio e l'eliminazione di una pericolosa strettoia.

09-Pontegrande

- Quando la strada arrivò Pontegrande si ebbe una grande festa di inaugurazione con l'intervento di Autorità. (vedi feste)
- Durante il nubifragio del 1978, la strada a Pontegrande subito notevoli danni con la perdita di una persona.
Nota: l'Impresario De Lucchi ha un lungo elenco dei creditori che si rivolgono alla Deputazione del Consorzio per il riconoscimento dei crediti insoluti.

4° tronco Pontegrande Vanzone.
10-Ponte-Vanzone

D'intesa con la Deputazione, l'Impresa De Lucchi inizia i lavori di costruzione, di questo tronco, mentre si trova Pontegrande, per la sistemazione della traversa nell'abitato.
Nell'aprile 1854 aveva già compiuto i primi 3 km oltre Pontegrande, con la guida dell'Ing. Cariola che aveva stralciato, dal progetto generale Mazzeri il tronco Pontegrande Vanzone con prolungamento verso Ceppomorelli, ed i lavori per la traversa di Vanzone.
Questo tronco sarà terminato nel 1858 e il collaudo dell’Ing. Schioppo sarà effettuato nel 1859 con la liquidazione dei lavori all'Impresa De Lucchi. Dal 1854 per lungo tempo, anche dopo il collaudo del tratto Pontegrande Vanzone, le opere di costruzione della traversa di Vanzone continueranno, perché laboriose in quanto interessano parecchie case di abitazione o altre proprietà edili che vanno abbattute completamente o parzialmente causando ritardi sia per gli accordi sia per i lavori. La traversa di Vanzone sarà finita e aperta al traffico nel 1861. Opere di importanza sono i punti sui torrenti: Crosa, Rosso, Gattera e Batiggio. Nel 1869 si ebbero piogge intense durante l'estate con escrescenze “buzze” che comportarono rilevanti lavori al ponte sul Crotto Rosso, lavori eseguiti in economia. Negli anni 1950, venne abbattuta una casa a Vanzone in piazza San Rocco per rendere più agevole l'attraversamento in centro paese creando contemporaneamente una piazza ed un'area di parcheggio. Nello stesso tempo anche San Carlo si allargò la strettoia in curva abbattendo una casa, si ebbe una piazzetta adibita a parcheggio presso il Circolo.

5° tronco Vanzone Ceppomorelli. 11-Vanzone-Ceppo
L'opera stradale di questo tronco, si realizza dividendola in due parti, con due appalti distinti:

1° tratto, da Vanzone al Croppo
2° tratto, dal Croppo a Ceppomorelli, Capèla d’la Pòsa.
Tutto il tronco da Pontegrande a Ceppomorelli, fu dapprima semi provinciale cioè la manutenzione era per il 50% a carico del Provincia e per l'altro 50% a carico dei Comuni su cui insisteva la strada. La strada divenne provinciale nel 1887 anche per i buoni uffici del Dott. Comm. Achille Samonini, perché le trattative fra Consorzio, Comuni e Provincia non fu facile ed è dimostrato dalle numerose delibere e ricorsi che la Deputazione Consortile ebbe con l'Amministrazione Provinciale.
Con una delibera della Deputazione Consortile, si convenne che quando la strada avrebbe oltrepassato Ceppomorelli, i lavori di costruzione si sarebbero fermati, per avere un intervallo di tempo sufficiente a pagare debiti, ed in particolare il prestito Anzaschino, di L. 120 mila, del 1° maggio 1850, quindi reperiti altri fondi si sarebbe proseguito fino a Macugnaga.

Tratta Vanzone-Croppo
La costruzione della strada fu abbastanza agevole dalla Chiesa al "burner" (fontana), cioè il punto dove esiste l'abbeveratoio presso l'attuale ristorante Concordia. Morfologicamente erano presenti degli avvallamenti superati con la costruzione di poderosi muri per portare il piano stradale ad un'ascesa regolare. Il tratto fra il “burner” e il Croppo, prevedeva dapprima l'adattamento e l'uso della cosiddetta “strà vegia” (strada vecchia) di cui non si conoscono bene le origini ed il motivo della sua presenza. Questa vecchia costruzione, ad un più attento esame, non si mostrò molto conveniente, alla sua riutilizzazione per tre motivi:
1° - Il vecchio ponte in legno, che attraversa il rio Lasino, è di modesta larghezza, non molto sicuro, bisogna ricostruirlo.
2° - La strada, costruita con spazi in trincea o in rilevato, minaccia rovina in parecchi punti, va allargata con il rifacimento di muri; le pendenze molto pronunciate, richiedono un notevole lavoro di adattamento.
3° - Esaminando a fondo la convenienza economica, la scelta imponeva la costruzione di un nuovo tronco, dal “burner” al Croppo, perché più sicuro. La spesa fu prevista in L. 31.500.
Il tratto da Vanzone al Croppo è stralciato dal piano generale dell'Ing. Mazzeri per opera dell'Ing. Cariola nel 1861, e l'appalto è affidato all'Impresa Carlo Badarelli.
L'opera più importante è il ponte sul rio Lasino, costruito sopra una “lama” cioè una marmitta scavata dal torrente nella roccia. Nel 1867, si manifestano alcune difficoltà economiche, gli animi cominciano ad essere tesi perché mancano i fondi per il proseguimento e non si vedono aperture a nuovi finanziamenti. Il Consorzio ha difficoltà a pagare i lavori eseguiti.
Avviene anche il decesso del Tesoriere Consortile Sig. Giovanni Spezia, particolarmente attento ai problemi del Consorzio. Viene sostituito per qualche tempo dal figlio Avv. Ludovico Spezia.
Verrà nominato, nel 1869, quale nuovo Tesoriere il Sig. Giovanni Pairazzi. Viste le difficoltà economiche, l'Ing. Giovanni Belli fece un prestito di L. 10/m per continuare i lavori su questo tronco, siamo nel 1867 e gli verranno restituiti nel 1870 con l'interesse del 4%.
L'imprenditore Carlo Badarelli è disposto a realizzare il lavoro apparlato, richiedendo l'interesse del 6% sulle somme che restano in sospeso per questo lavoro fatto a credito. La Deputazione accetta.
Nell’agosto di questo anno 1867, il Sig. Badarelli, forte per la concessione di credito, espone un atto di protesta per il continuo transito di carri, persone e gli animali sul tratto in costruzione.
In settembre si ha un atto di contro protesta dell’Ing. Protasi, notificato al Sig. Badarelli con le contro osservazioni del caso. Nel 1869 sia la visita con la relazione di collaudo, nel tratto Vanzone Croppo, da parte dell'Ing. Cariola. Il certificato finale per questo lavoro, redatto dall'Ing. Giovanni Belli con l'assistenza del Sig. Carlo Larghi, si ha un consuntivo di L. 33.629.
Piccole opere di completamento si hanno fino al 1870. Questo anno, vede la morte dell'impresario Carlo Badarelli a cui subentra il genero Gilardoni, marito e procuratore della figlia Maria Gilardoni, che viene liquidata con pagamento delle somme arretrate compresi gli interessi maturati.

Tratta Croppo Ceppomorelli Capela d’la Pòsa

Il tratto di strada da Croppo a Ceppomorelli, stralciato dall'Ing. Cariola, messo a bilancio nel 1857 è affidato all'Impresa Giovanni Gilardi. Le opere di rilievo del tronco, sono rappresentate dai ponti costruiti sui vari torrentelli, ma soprattutto dal ponte sul Crotto di Borgone che convoglia le acque che scendono con violenza dalle rocce nude del Marigal, l'irruenza e l'impetuosità è dimostrata dal conoide ghiaioso sovrastante e sottostante l’attuale strada.
L'intero tronco Pontegrande Ceppomorelli venne completamente rivisto e sistemato nel 1877. La Deputazione del Consorzio in carica nel 1883 fece sistemare nuovamente la strada all'Impresa Arlini e Lovatelli.
L'ufficio tecnico della Provincia di Novara, con a capo l'Ing. Casari, nel 1886, fece il collaudo del tronco e prese in carico la sua manutenzione il 15 dicembre 1887.
Una curiosità, nel punto di incontro fra il Crotto di Borgone e il torrente Anza, esisteva il ponte del “fiurun” passerella che dava la possibilità, agli abitanti di Canfinello di raggiungere i pascoli ad “opaco”.

Edited by Piero** - 28/8/2019, 13:37
 
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La mia casa è quassù fra lo sconfinare delle vette e i racconti del vento... la mia casa è quassù fra le altere pareti e misteriosi silenzi e dolcissimi ricordi. Qui sono io, qui è la mia casa, qui sono le mie montagne

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6° tronco Ceppomorelli Macugnaga.
È un tratto molto travagliato in tutte le sue vicissitudini, dai progetti alla realizzazione.
Secondo il progetto Mazzeri la strada doveva attraversare la Anza e portarsi sulla sponda opposta, con la costruzione di ponti a Campioli, Pestarena e Macugnaga, più la realizzazione di alcuni tornanti per superare gradino del Morghen, una galleria artificiale paravalanghe al rio Rossa, si arrivava alla Chiesa di Macugnaga.

12-mondelli



Esiste un problema gravissimo, mancano i finanziamenti, quindi i lavori si fermano per circa vent'anni.
La ricerca di soluzioni tuttavia continua.
Nel 1865 dal 9 al 18 novembre, l'Ing. Pasquale Cariola esegue i rilievi per il tratto di strada da Ceppomorelli al ponte di Campioli. Questo progetto verrà consegnato alla Deputazione nel 1870, con un preventivo di spesa pari a L. 40/m. Il progetto verrà accantonato. La Provincia decide di effettuare i lavori di collegamento stradale da Ceppomorelli a Macugnaga, visto il tergiversare sulle decisioni e sul percorso. L'ufficio Tecnico della Provincia consegnò 15 e 16 luglio 1901, alla Deputazione del Consorzio, il tronco di strada percorribile, Ceppomorelli Macugnaga.
Una nota di rilievo:
L'abate Antonio Stoppani nel suo libro “Il bel Paese” descrive la “cioenda”, nella valle del Morghen, attraverso questo impianto il Comune di Macugnaga, trasportava il legname tagliato nel suo territorio, fino alla “Capela d’la Pòsa”, dove già arrivava la strada Consortile di Valle Anzasca; da qui, a mezzo di carri veniva portato Valle per essere venduto a facoltosi imprenditori a tutto vantaggio delle casse comunali, non rispettando l'accordo del reinvestimento a favore del Consorzio.
Nel tratto interessato si ebbero diversi interventi nel tempo.
Da parte della Provincia di Novara:
La costruzione di due gallerie artificiali, una sul Rio Vena e l'altra sul Rio Rossa.
Con l'intervento dell'A.N.A.S. l'allargamento del tornanti di Borca, l'allargamento del tratto di strada da Campioni, in area Munt Truby, il ponte e le protezioni al Crotto Mondelli con una galleria di Stabioli e la galleria artificiale per la protezione dalla valanga del Rio Rotta.
Il ponte con l'allargamento della strada sul rio sotto Prequartera.

Festeggiamenti.
Come tutte le opere che vengono intraprese, ed hanno importanza, l'uomo vuole festeggiarle per rendere più attente e onorate dall'opinione pubblica. Anche la strada di Valle Anzasca non si sottrae a questo rito. Due sono i momenti da citare:
- Il primo quando si iniziarono i lavori, si tenne, il 27 maggio 1847 a Castiglione, un simposio bene augurante, invitando tante personalità si voleva richiamare la loro attenzione a partecipare all'opera con solidarietà.
- Il secondo quando la strada arrivò Pontegrande nel 1854, circa metà dell'intero percorso, Piedimulera - Macugnaga, con questo atto si vollero evidenziare i grandi impegni intrapresi.

ATTO di DELIBERAZIONE
del Consorzio Stradale di Valle Anzasca
n° 6
Galleria
Carlo Alberto
L'anno del Signore milleottocento quarantasei e alli dieci del mese di ottobre in Bannio nella solita Sala delle Adunanze.
Convocata ed adunatasi d'ordine del Sig. Ingegnere Gio. Dom. Protasi, Presidente, la Deputazione Consortile della Strada di Valle Anzasca nella persone dei Signori:
1° Ingegnere Antonio Spezia
2° Giovanni Albasini
3° Bartolomeo Rigoli
4° Antonio Silvetti
Il presidente ha la dolce soddisfazione di far noto alla deputazione del Consorzio che a seconda del desiderio da Lei manifestato a nome di tutta la Valle Anzasca ha esposto a S.E. il Primo Segretario di Stato per gli affari Interni il suo ardente voto di chiamare coll’Augusto nome del Re la prima galleria che si incontrerà sulla nuova strada andando da Piedimulera a Macugnaga, e che S. Maestà in udienza del giorno 26 dello scorso mese, si è degnata di accondiscendere che la suddetta prima galleria fosse chiamata coll’Augusto suo nome. Come appare dall'ossequiato foglio dell'Ill.mo Sig. Intendente 1° corr. mese n° 30.
Occorre pertanto che la deputazione liberi con atto formale che la predetta galleria venghi d'ora in avanti chiamata Galleria CARLO ALBERTO.
La deputazione vivamente commossa all'annunzio di lascito Sovrano favore, il quale dimostra altamente la Sovrana benevolenza del Re verso questi suoi fedeli sudditi ed è una novella prova che ogni opera grande ed al pubblico bene tendente è accetta al Suo cuore paterno, delibera unanime con plauso di chiamare Galleria CARLO ALBERTO la prima galleria da farsi lungo la nuova strada andando da Piedimulera a Macugnaga, riferendosi dopo costrutta la galleria, di apporre apposita iscrizione sull'ingresso della galleria stessa, e ricordare con un marmoreo monumento alla presente generazione e alla ventura la gratitudine dovuta all'immortale CARLO ALBERTO.
È precedente lettura e conferma si è chiuso il presente atto colle prescritte firme:
Protasi Presidente
Spezia Deputato

PROGRAMMA della FESTA d’INAUGURAZIONE
della Strada Carreggiabile di Valle Anzasca da farsi in Castiglione Ossola
27 maggio 1847
1° - Ricevimento degli Illustrissimi Sindaci e Signori di Valle Anzasca da farsi dai Deputati del Consorzio Stradale.

2°- Incontro e ricevimento del Comandante la Provincia d'Ossola, dell'Intendente, Prefetto, e delle altre Superiori Autorità Provinciali, da farsi dai Deputati della Valle Anzasca alla testa de’ Sindaci e de’ Signori Anzaschini.

3°- Rinfreschi a tutta la riunione.

4°- Messa Solenne da celebrarsi dal Vicario della Valle coll'intervento del Clero Anzaschino, delle Autorità, e di tutta la popolazione.
Soliti spari di consuetudine.

5°- Processione in corpo pel luogo dell'incominciamento de’ lavori della Strada carreggiabile Anzaschina; dove si farà dal Vicario la benedizione degli utensili stradali colle preci d’uso, e la benedizione del luogo.

6°- Dopo la solenne benedizione degli istrumenti, questi verranno consegnati al Comandante ed Intendente dell'Ossola, i quali in mezzo ai Rappresentanti di tutte le Comuni di Valle Anzasca, fra i loro Evviva e lo sparo de’ mortaretti, e il suono festoso delle campane, daranno effettivo principio ai lavori della Strada Anzaschina.

7°- Ritorno in corpo alla Chiesa a cantare solennemente il Te Deum a ringraziamento dei lavori felicemente incominciati, indi Benedizione col Sacramento.

8°- Banchetto generale di tutta la Riunione.

9°- Discorso del Presidente del Consorzio, con brindisi a S.S.R. Maestà Carlo Alberto. Spari di mortai e mine.

10°- Discorso di un Deputato del Consorzio con brindisi a Sua Ecc. il Ministro degli Affari Interni, e all'Intendente d'Ossola.

11°- Discorso di altro Deputato del Consorzio, con brindisi alle Autorità Provinciali presenti alla Riunione. Spari e mine.

12°- Scherzo poetico del Segretario del Consorzio, allusivo alla presente circostanza. Fine del banchetto.

13°- Passeggio a Pecciola a vedere l'interno della Valle, rinfreschi.

14°- Accompagnamento delle Autorità Provinciali per parte di tutti i Deputati, Sindaci e Anzaschini.

15°- Grida di giocosi Evviva più volte e a vicenda ripetuti.

16°- Scioglimento della Riunione, ed atto verbale da stendersi dal Consorzio Stradale di Valle Anzasca dell’avvenuto da conservarsi nell'archivio.

Festeggiamenti per l'inizio dei lavori
(da una minuta dell'ingegner Protasi)
Il giorno 27 dello scorso Maggio ebbe luogo nel Comune di Castiglione (prov. d'Ossola) la solenne inaugurazione dell'incominciamento dei lavori per la costruzione di una strada carrozzabile lungo la Valle Anzasca da Piedimulera a Macugnaga presso le falde del Monte Rosa.

13-Castiglione



Una tale strada è sospirata da secoli, non solo per godere de’ comodi che sogliono e generalmente recano le buone strade e per non essere più costretti a percorrere l'attuale faticosissima pericolosissima, ma ben anche ad aderire in modo speciale per aprire un agevole via di trasporto dei lunghi travi di larice e di abete che ha gran dovizia somministreranno i secolari boschi di questa Valle, e per attrarvi gran concorso di forestieri ad ammirarvi il grandioso colosso del Monte Rosa, gli imponenti ghiacciai, le miniere aurifere e quanto di meraviglioso presenta la Valle.
La lunghezza della nuova strada sarà di circa 30 chilometri; della costante larghezza di metri 5, quattro gallerie di cui una sarà di circa 250 metri di fuga con breve interruzione a guisa di…S.M. Degnossi accettare la dedica di questa galleria a chiamarsi GALLERIA CARLO ALBERTO. (L'Ing.re G.B. Mazzeri di Oleggio residente a Milano è l'autore del progetto).
Alla spesa di perizia ascende a L. 792.000 di previsione, ma per diverse costruzioni speciali la spesa reale sarà minore di circa un quinto.
A causa di scarsi mezzi di cui può disporre la Valle, si incominciò ad appaltare la costruzione di un primo tronco fra Castiglione e Cimamulera: fra breve tempo si appalterà quello di altro tronco fra quello e l'abitato di Piedimulera: successivamente da Castiglione a Macugnaga di quattro o cinque distinti appalti a seconda dei mezzi. Questi mezzi consisteranno specialmente di mutui a farsi dalle non mai abbastanza encomiata costituzione della Cassa Centrale di Deposito da estinguersi col reddito dei boschi e con sussidi del R.° Erario e dalla Provincia.
In quest'anno il sussidio del R.° erario fu di L. 12/m e quello della Provincia di L. 25/m.
Una deputazione composta da cinque individui rappresentanti il Consorzio dei nove Comuni della Valle per tutto quanto riguarda la nuova strada. Premessi questi pochi cenni vengo alla descrizione della solennità d’inaugurazione.

Nel giorno 27 di buon mattino arrivarono da Castiglione l'Illustr. Sig. Cav. Folini, comandante della… Il signor Pietro Ragazzone Segretario Reggente ufficio d’Intendenza in assenza dell'Illustr. Sig. intendente Avv. Pietro Boschi, l'Ing. Provinciale Sig. Galleni ed altri distinti personaggi invitati ad onorare la festa, dessi erano raccolti all'ingresso della Valle dalla Deputazione, ed incontrati fra Castiglione e Cimamulera da tutti i Sindaci della Valle e da parecchi Parroci ed ha gran concorso di persone.
Prima di ogni cosa si vuole onorare il celeste favore sulla grandiosa opera che richiamare deve, a nuova e prospera vita l'intera prestigiosa Valle Anzaschina, e venne dal Vicario Foraneo della Valle celebrata solenne Messa accompagnata da musici coerenti e fra lo sparo di mortaretti.
Dopo la Messa l'intera comitiva recossi al luogo da cui si devono principiare i lavori ed ivi dopo solenne benedizione data dal Vicario Foraneo alla tracciata strada e agli attrezzi che servir devono per la costruzione della medesima e il Sig. Comandante la… con pala di ferro, il reggente l'ufficio di Intendenza con zappa, ed il Presidente della Deputazione con punta di ferro e martello diedero principio al lavoro.
In tale istante vivissimi e generali applausi faceva rimbombare tutta la Valle una salva di mortaretti annunciò il felicissimo cominciamento dei lavori che per felice idea dell'Ing Belli membro della Deputazione, parecchie mine precedentemente disposte lungo la linea che segnar deve la nuova strada fra aride balze, scoppiavano pure in quell'istante mostrando così improvvisamente tracciato anche fra quelle balze e sospirato lavoro.

Grande fu la commozione la gioia di quel solenne istante; piangevano di consolazione i vecchi, erano compresi da indicibile entusiasmo i giovani.
Recossi quindi l'intera comitiva di nuovo ai piedi degli altari che si cantò solenne Te Deum di ringraziamento al Dator d'ogni bene, che fu poi seguito dalla benedizione col SS. Sacramento.
Terminate le sacre funzioni i prefati personaggi la Deputazione del Consorzio, i Sindaci e diversi Parroci della Valle con buon numero di altri convitati sedevano a lauto banchetto offerto da una Società della Valle di casa del benemerito Parroco locale Sig. Renato Groppi.
Quanto riuscito animato e giubilante non dirò, ma dirò solo che verso il fine del pranzo alzossi il Presidente della Deputazione e propose ne’ seguenti brindisi:
- Con brindisi alla Maestà del Re alle cui sapienti istituzioni ed amore della Valle il conseguimento della sospirata strada.
- Con grandi e vivissimi applausi venne quindi accolto altro brindisi che l’Ing. Spezia altro membro della Deputazione propose ad onore del Sig. Cav. Comandante del Reggente l'ufficio d’Inditendenza e degli altri distinti personaggi che onoravano la festa.
- Allora il prefato Sig. Cav. Comandante sorse con benevoli ed eloquenti parole commentò l'adunanza del modo con cui si festeggiava la magnanimità e la sapienza del Re ed il grande beneficio ottenuto da cui sarebbero derivati immensi vantaggi alla Valle, e ringraziando l'adunanza degli amorevoli sensi esternati a suo nome e dagli altri invitati facendosi anche loro interpreti propose un brindisi alla Deputazione, ai Sindaci, ed all'intera adunanza quale venne accolto colla più sentita gratitudine.
Ciascun brindisi venne seguito dallo sparo di mortaretti e dallo scoppio di più mine lungo le scoscese balze di cui passar deve la nuova strada, ciò che rendeva lo spettacolo veramente singolare.
Rallegrò infine l'adunanza una gioiosa poesia nel dialetto della Valle composta dal Notaio Folini Segretario della Deputazione di cui non saprei se maggiore sia la leggiadria di versi, la novità di pensieri, la grazia dello stile, il sale de’ concetti, con un'impronta che diresti di Norberto Rosa.
Dopo il pranzo recaronsi i convitati ad ammirare alcuni punti caratteristici della Valle e su declinarsi del giorno la Deputazione ed i Sindaci con gran numero di popolo accompagnarono il prefato Comandante, il R. l'ufficio della R. Intendenza, l'Ing. Provinciale e gli altri personaggi per non breve tratto, ed infine ad accomiatarsi fu occasione di nuovi evviva al Re al Reale Governo e dalle autorità stesse e fu nuova commozione di gratitudine di gioia di tutti gli astanti.
In quello stesso giorno nei Comuni di Bannio e di Vanzone che sono tra i principali della Valle varie persone impedite dal recarsi a Castiglione festeggiarono nel paese l’inaugurazione stessa.
La memoria del giorno 27 maggio 1847 durerà lungamente perenne fra gli abitanti di Valle Anzasca, perché quel giorno ricorderà in ogni tempo il felice cominciamento della strada carrozzabile che deve recarle infiniti vantaggi.


27 maggio 1847

Due Deputati del Consorzio Stradale di Valle Anzasca, specialmente incaricati, l'Ingegnere Giovanni Belli e Bartolomeo Rigoli, trovavansi nel mattino del 27 in Castiglione onde ricevere degnamente i Sindaci e gli Anzaschini che intervenivano a questa generale riunione.
Giunti e ricevuti i Sindaci e gli Anzaschini, è venuta l'ora dell'arrivo delle superiori Autorità Provinciali invitate alla festa, tutti in corpo e Deputati e Sindaci ed Anzaschini si recarono incontro alle medesime Autorità cioè il Tenente Colonnello Cav. Folini Comandante della Provincia, il Segretario Ragazzoni rappresentante l'Ill.mo Intendente Boschi assente, Tadini tesoriere provinciale, Galleri Ingegner provinciale, Lesinelli Giudice di Domodossola, e Zavattaro Giudice di Valle Anzasca, i quali erano accompagnati dall’Ing. Gian Domenico Protasi Presidente del Consorzio Stradale e dei due Deputati Stradali l'Ing. Antonio Spezia,e Giovanni Albasini.
Accolti con tutti gentili modi con cui fummo capaci di abbiam condotti nella casa Parrocchiale messa a totale disposizione del Consorzio per questa memoranda giornata: ivi a tutti gli intervenuti furono offerti i rinfreschi.
Venuta l'ora della Messa Solenne, celebrata dal Vicario di Valle Anzasca il Rev .mo D. Gio. Batta. Garbagni, e assistito dal Clero Anzaschino, la riunione recossi alla Chiesa preparata a festa; la Messa procedè come tutte le altre di simil genere, canto alternato con organo, e consueto sparo di mortaretti nei momenti come è di costume.
Terminata la Messa la Riunione recossi processionalmente sul luogo dove si dovevano inaugurare ed incominciare i lavori. Pertanto alla Cappella dei Colombetti in mezzo alle Superiori Autorità, ai Sindaci, al Clero e agli Anzaschini, i Deputati Stradali presentarono al Vicario i vari utensili stradali, il quale dopo le orazioni d'uso benedisse il luogo dell'incominciamento de’ lavori, ed i varii istrumenti: come era sublime quel breve momento: era un silenzio rigoroso, maestoso, l'anima di tutti dolcissimamente fremeva, palpitavano tutti i cuori, gli occhi di tutti fatti umidi da preziose lagrime che spuntavano dal ciglio: se molti avessero dovuto in quel momento parlare, non so se l'intero singhiozzo loro avrebbe permesso di articolare parola: tutti pendevano dalle sacre parole del Vicario che a stento e tremanti per la sua commozione gli sortivano dal labbro: oh prezioso, indescrivibile momento !!!
Fatta la benedizione si consegnarono la zappa rappresentante l'Intendente, il badile al Comandante, lo stampo col martello al Presidente del Consorzio, e un Deputato loro indicò il luogo dove si dovevano effettivamente incominciare i lavori.
Allora al primo muoversi di quegli istrumenti scoppiarono generali applausi, udironsi salve di mortaretti, le campane suonare festa, e si replicarono più volte gli applausi con liete grida e battimano; così venne fatta l'inaugurazione de’ lavori di questa strada carreggiabile di Valle Anzasca, invano desiderata dei nostri padri, e nostro primo pensiero già da dieci e più anni. Anche questo momento fu solenne quando il primo, ma d’un diverso genere: nel primo vi era la gravità del culto, il rispetto delle cose, un misterioso silenzio quasi si direbbe malinconico: questo invece tutto giulivo, tutto confidenza, tutto sorriso, le grida, il guardarsi l'un l'altro, lo stringersi vicendevolmente le mani: quello era un momento che ci rammentava i piaceri dell'estasi paradisea, questo un momento che ci fece sentire la massima delle gioie terrene.
Compiuto la cerimonia, la Riunione si portò di nuovo alla Chiesa dove alla presenza dell'Altissimo fu dal Vicario intonato l'inno Ambrosiano, e cantato da tutta la Riunione, il ringraziamento del buon esito di questa nostr’opera, e dei lavori stradali felicemente cominciati.
Dopo il Te Deum il Vicario compartì la solenne Benedizione. Finite le funzioni ecclesiastiche tutto il Corpo recossi al sontuoso banchetto che per cura del Consorzio e d'una Società d’Anzaschini presentavasi agli intervenuti.
Attorno alla gran tavola, preparata con tutto quel decoro che si potè in questa valle, trovavansi seduti 52 commensali: questi erano:

1 - Folini Comandante la Provincia
2 - Regazzoni Pro Intendente d'Ossola
3 - Protasi Presidente del Consorzio
4 - Tadini Tesoriere Provinciale
5 - Galleri Ingegnere Provinciale
6 - Zavattaro Giudice d'Anzasca
7 - Lesinelli Giudice di Domodossola
8 - Garbagni Vicario d'Anzasca
9 - Croppi Prevosto di Castiglione
10 - Belli Deputato del Consorzio
11 - Spezia Deputato del Consorzio
12 - Bucchetti Arciprete di Calasca
13 - Spezia Sindaco di Bannio
14 - Rigoli Sindaco di Calasca
15 - Samonini Sindaco di Ceppomorelli
16 - Silvetti Sindaco di Castiglione
17 - Albasini Sindaco di Vanzone
18 - Jachetti Vicesindaco di Macugnaga
19 - De Lorenzi Sindaco d'Anzino
20 - Gimellini Curato di Ceppomorelli
21 - Giovanninetti di Bannio
22 - Folini Segretario del Consorzio
23 - Belli di Calasca
24 - Bozzi Pietro di Vanzone
25 - Garbagni di Ceppomorelli
26 - Martinetti di Stabioli
27 - Briani di Mondelli
28 - Rossi di Mondelli
29 - Giachetti Martone di Mondelli
30 - Chilli di Ceppomorelli
31 - Giachetti Martone, figlio di Mondelli
32 - Gorini Gabriele di Vanzone
33 - Bozzi Angelo di Vanzone
34 - Gorini Giuseppe di Vanzone
35 - Gorini Alessandro di Vanzone
36 - Albasini D. Antonio di Vanzone
37 - Fornari cappellano di Bannio
38 - Toietti cappellano di Calasca
39 - Toietti Dottore di Calasca
40 - Mattei Esattore della Valle
41 - Spezia Giovanni di Pontegrande
42 - Spezia Valentino di Pontegrande
43 - Cargioni di Bannio
44 - Rosa di S.Carlo
45 - Borghini D. Pietro di Castiglione
46 - Titoli Pietro di Anzino
47 - Tajletti di Anzino
48 - Pirro di Anzino
49 - Borghini Nicola di Castiglione
50 - Fantola G. Antonio di Castiglione
51 - Paita Antonio di Castiglione
52 - Albasini Nani di Vanzone

Dovevano essere presenti al banchetto, l'Intendente d'Ossola ora in congedo, il Prefetto della Provincia, l'ispettore dei boschi, l'Avv. Fiscali, i quali per private circostanze non hanno potuto della loro presenza onorare il nostro banchetto.
Il pranzo incominciò subito nel bel principio ad essere animato dai discorsi che facevansi i vicini, dalle gioconde espressioni, dal sorriso che vedevasi sulle labbra di tutti, dalle occhiate che si davano reciprocamente i commensali, e in quelle occhiate in quel sorriso stava nascosta la dolcissima espressione che tutti comprendevano: finalmente siamo arrivati in porto.
Dopo il cibo e di vini comuni bianchi e neri, si passò alle bottiglie, allo Champagne, Malaga, Asti, Stradella, Nuaresi ecc. ecc. e allora le private conversazioni fra vicini facevansi più animate e fragorose, quanto alzatosi il Presidente del Consorzio Protasi ridusse il mare in calma, in tutti i commensali in silenzio restavano fissi al dire del Presidente il quale lesse il presente discorso:
Signori.
“Re Magnanimo e Sapiente è uno dei più grandi benefici che la Provvidenza concede ad una Nazione, poiché ad essa ne deriva ogni più gran bene morale e materiale. Osservate infatti come sotto Il glorioso regno di Carlo Alberto la pace la giustizia rendano beati i popoli al paterno suo scettro affidati, come si coltivano e sono in onore tenute, le scienze le lettere e le arti, ed infine come fioriscono il commercio, l'agricoltura e l'industria. Osservate come la sapienza del Re va aprendo da ogni parte grandiosi vie di comunicazione, innalza ponti maestosi, scava grandiosi canali, e come la è sua mercè scompaiono quegli ostacoli che natura pose sulla catena delle Alpi e degli Appennini, opere tutte le quali emulando le più strepitose de’ grandi Monarchi antichi e moderni faranno benedire in tutti i secoli il nome di Carlo Alberto. In tal epoca avventurata di grandiose opere pubbliche, e per effetto delle istituzioni del Magnanimo e Sapiente Re nostro, anche questa nostra remota Valle vede realizzarsi l'antico voto di aprirsi una comoda via, la quale partendo dalla pianura Ossolana mette capo alle falde del Monte Rosa.
Quanto grande beneficio sia per la nostra valle, non è mestieri che io vel dica, ma solo vi dirò che ne siamo debitori a Carlo Alberto, il quale volle dichiarata opera di pubblica utilità la progettata strada, assegnolle sul bilancio del Regio Erario un generoso sussidio, e per maggior nostra consolazione ed a pegno di quell'amore con cui favorisce, e promuove ogni opera diretta alla felicità de’ suoi popoli in qualsivoglia angolo de’ suoi Stati, degnossi permettere che dell'Augusto suo nome si fregiasse la prima Galleria della medesima strada.
Sia dunque onore e gloria, amore e riconoscenza al Magnanimo e Sapiente Re Nostro Carlo Alberto!
Ed oggi che inauguriamo il cominciamento de’ lavori della nuova strada alla presenza dell'Illustre Personaggio che rappresenta la Maestà del Re in questa nostra diletta Ossola, dell'egregio Amministratore della Provincia zelante interprete delle provvide cure dell'illuminato nostro Governo, e degli altri esimii personaggi che ci onorano della loro presenza, e che qui trovansi adunati tutti i rappresentanti di questa ormai fortunatissima Valle, oggi echeggi in modo più solenne e festevole fra i nostri monti il nome di Carlo Alberto, quel venerato nome che i nostri posteri fino alla più tarda età ripeteranno con sempre maggior riconoscenza e venerazione.
Viva il Re Carlo Alberto! Viva tutta la Reale Famiglia!”
Al viva del Presidente risposero fragorosi e unanimi viva di tutta la Riunione: risposero le salve de’ mortaretti: risposero le mine squarcianti la roccia per la Strada Anzaschina: allora un tintinnio pel toccarsi vicendevole de’ bicchieri si fece sentire in ogni angolo della tavola che era in quel momento agitata da un grande pensiero, dal pensiero della gratitudine verso il Re. Il movimento a poco a poco, cessava, i discorsi più rari, il toccarsi dei bicchieri finito, e sembrava che la Riunione fosse in aspettazione. Allora vi fu un tale che sentivasi forte a battere il cuore: tremava nel fondo dell'anima: le di lui mani stringevano convulsivamente sotto il tavolo un foglio di carta: voleva alzarsi e non sentivasi abbastanza forte: ma era pur necessario di farlo: preso coraggio con un bicchiere di generoso champagne coraggioso alzossi dallo scanno su cui pareva quasi inchiodato, la Riunione ritornò silenziosa, religiosamente attenta e allora il Deputato del Consorzio Belli lesse il seguente brindisi:
“Oh perché non volle destino che fossero qui fra di noi in questa preziosa giornata due alti personaggi verso il quale grande è il dovere della nostra riconoscenza! Oh perché non possono dessi godere con noi l'inaugurazione di questa Strada Anzaschina frutto del loro interessamento! Oh perché non possono leggere in ogni nostro sguardo, in ogni nostro sorriso, in ogni moto del nostro cuore i sentimenti più sinceri vivi del nostro amore, della nostra gratitudine!
Ma se non possiamo avere questa bella consolazione, se non possono più dolcemente palpitare i nostri cuori, se bearci non possiamo della presenza di Sua Eccellenza il Ministro degli Affari Interni, degno interprete degli alti generosi sensi del Re Nostro Carlo Alberto: e se a Lui d'accanto non ci è dato vedere l'Illustrissimo Avvocato Pietro Boschi amatissimo e zelantissimo Intendente della nostra Ossola; rendere però possiamo in qualche modo manifesti i sentimenti del nostro pensiero, possiamo però sfogare con applausi la gratitudine e la gioia de’ nostri cuori verso questi due alti personaggi.
Permettetemi adunque Illustrissimi Signori, o Sindaci della Valle concittadini d'Anzasca, permettetemi che io facendomi vostro interprete in questa faustissima circostanza, acclami a nome di tutti voi solenni e sentiti, vivi e sinceri ringraziamenti a’ que’ due che tanto fecero per noi! Unitevi a me affinché i voti di tutti noi abitanti di freddo clima sì, ma di cuore che arde e sente, affinché i voti di tutti noi forti e caldi arrivino là dove umilmente li indirizziamo, e che assiem raccolti abbiamo esser virtù di salire anco alla Celeste sfera: Oh fortunati noi se questi auguri potessero uscir dal labbro come li sentiamo nel cuore!
Oh felice questa bella parte d'Italia, il Subalpino Regno: felice l’Ossola nostra, felice la pittoresca Valle della bianca Rosa, se i nostri auguri saliti a Dio fossero benignamente accolti, che sortissero pel Ministro e pell’Intendente il primo loro successo!
Felici noi …! Ma la commozione di cui io mi sento pieno è quella che leggo nel volto di ciascuno di voi mi toglie la forza di continuare… Mi lascia però ancor quella di poter esclamare, e Voi fatemi eco, di poter con tutta l'anima esclamare:
Grazie, Voti, Evviva sian resi dagli Anzaschini al Cavalier De Ambrosis!
Grazie, Voti, Evviva sian resi dagli Anzaschini all'Intendente Boschi!
E preso in mano il colmo bicchiere, il dicitore ripeté: Evviva Evviva!
Tutta la riunione ripetè anch'essa clamorosamente e replicamente: Evviva.
E non udivasi in quell'istante che i fragorosi colpi dei mortaretti, e delle mine stradali, e il suono dei bicchieri alternati col viva, con de Ambrosis e con Boschi.
Ritornata insensibilmente la calma fra i convitati, e fattasi nuovamente un altro silenzio, alzossi il deputato del consorzio Spezia che fra vivissimi applausi fece un brindisi in onore di tutti i distinti personaggi che onorarono la testa.
(Non è stato possibile reperire il saluto fatto dall’Ing. Spezia).

Terminato il dire del Deputato Spezia, rinnovaronsi gli “evviva” della Riunione, e udivansi nuove salve dei mortaretti e nuove mine della strada.

Alzatosi il Comandante della Provincia è fattosi silenzio disse alla Riunione parole di ringraziamento e di congratulazione con gli Anzaschini, tanto come rappresentante il Sovrano quanto per parte di tutte le Autorità invitate, che noi terminammo con nuovi “Evviva”. In seguito il Segretario del Consorzio, che nasconde in testa fra tante e tante cose, anche una scherzosa vena poetica, lesse la seguente ode Bernesca a fin di scherzare e di fare più giuliva tutta la riunione nostra.

(Qui l'ode scherzosa in lingua d'Anzasca non è reperita).

Questa ode veniva ad ogni proposizione interrotta da scoppi di rissa e da battutine della compagnia, verso quelli ai quali le proposizioncelle venivano indirizzate.
Allegri infinitamente adunque incominciò, seguitò, e terminò il banchetto.
Alzata la comitiva della tavola ed uscita nella piazza comunale, si propose dal Comandante la passeggiata a Pecciola onde vedere l'interno della Valle Anzasca in ciò che ci permettono i monti vicini. Là ha Pecciola ci fermammo fra quei casolari. Si bevvero generosi vini, si fecero reciproci evviva si intonarono voci all'alpina, insomma si passò un'ora veramente e deliziosamente campestre. Ritornati a Castiglione avvicinavasi il momento in cui gli abitanti della Valle dovevano separarsi dai loro amati Superiori. Si procurava di allontanare questo momento ma finalmente si dovette cedere. Messici dunque tutti in cammino li accompagnammo fino alla Cappella de’ Colombetti, dove si beve la bottiglia di congedo fra altri e più clamorosi “Evviva”. Finalmente ci licenziamo. Doloroso momento !!
Gli Anzaschini fermatisi nella piazza del Comune gridavano “Evviva”, facevano segnali ad ogni risvolto del Monte che passavano i nostri convitati, ed essi altrettanto facevano dall'alto. Giunsero alla Cappella di S. Lucia. Allora facemmo l'ultimo sforzo, l'ultimo viva, l'ultimo segno, l'ultimo addio.
Gli Anzaschini intanto incominciarono a diradarsi, partirono i più solleciti delle loro cose, poi i più anziani, indi i più lontani, e così trovavansi in Castiglione alcuni pochi, rappresentanti però l'intera Valle; questi bevvero alla salute d'Anzasca, all'unione fra i suoi abitanti, e al residuo di Valle Anzasca.
Indi il Deputato Stradale salito su di un muro propose che la successiva domenica 30 maggio, con pranzo da farsi in Pontegrande, in campagna, al quale fossero invitate anche le Signore.
Accolta favorevolmente la proposizione e pel giorno e pel luogo e per le Signore, lasciando a ciascuno di avvertire quelli del proprio Comune, si licenziò anche quel tenue ma forte residuo Anzaschino.
Tutti partirono, rimase solo in Castiglione fra tanti e tanti che, un solo Deputato Stradale, quello a cui molto si debbe l’andamento di questa inaugurazione. Rimase meditare solitario su questa memorabile giornata.

Atto di deliberazione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca.

L'anno del Signore milleottocento cinquantaquattro ed alli tre di agosto, in Bannio, nella solita sala delle adunanze.
Convocata e adunatasi d'ordine del Sig. Caval. Ing. Gio Domenico Protasi Presidente la Deputazione Consortile della Strada di Valle Anzasca nella persona dei signori:
Cav. Gio Domenico Protasi,
Ing. Giovanni Belli,
Rigoli Bartolomeo,
Giovanninetti Bartolomeo.

Numero 138 bis

Inaugurazione della Galleria Carlo Alberto e della nuova strada fino a Pontegrande.
Alla quale deputazione il Presidente espone come a seconda del desiderio più volte manifesto sarebbe conveniente ora che la nuova strada trovasi pressoché compiuta, che si inaugurasse l'apertura della medesima colla maggiore solennità possibile trattandosi di opera di grandissima importanza per se stessa, la quale chiama a nuova vita questa povera Valle, che sarà non ultimo ornamento della Prov. d'Ossola. S'aggiunge a tale considerazione, che la strada da Piedimulera a Pontegrande dovrà quanto prima essere classificata fra le provinciali. La deputazione sentita la fatta proposta, e considerando che generale è il voto della popolazione della Valle di vedere inaugurata l'apertura solenne della strada, e la dedica della galleria alla memoria del magnanimo Carlo Alberto a seconda della deliberazione 10 ottobre 1846, che è conveniente che una tale inaugurazione abbia luogo prima che la strada stessa sia classificata provinciale, e passata sotto la direzione di altra amministrazione, unanime delibera di procedere alla solenne inaugurazione della strada nel giorno ventuno del corrente mese od in altro giorno prossimo, che si rimette alla discrezione del Sig. Presidente incaricando lo stesso Presidente:
1) - d’invitare ad onorare della loro presenza il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dei lavori pubblici Paleocapa, l'Intendente generale della divisione, l’Intendente della Provincia, nonché le altre primarie autorità della Provincia, i deputati dell'Ossola Superiore e Inferiore, il Presidente del Consiglio divisionale di Novara e del Consiglio provinciale di Novara dell'Ossola, l'Ingegnere della Provincia come pure l'Intendente generale Pietro Boschi, l'Intendente Giuseppe Boschi, e l'Ingegnere capo Gerolamo Callerio, questi pel vivo interessamento dimostrato a favore di questa strada mentre erano preposti all'amministrazione degli affari economici di questa Provincia, l'Ingegnere Gio. Battista Mazzeri autore benemerito del progetto generale della strada di Valle Anzasca, e di fare l'acquisto di due vedute prospettiche nella Valle Anzasca in colore litografate a per essere presentate l'una al signor Conte Cavour Presidente del Consiglio dei Ministri e l'altra al Commendatore Paleocapa ministro dei lavori pubblici.
2) - di fare scolpire sulla viva roccia all'ingresso della prima galleria le parole = A CARLO ALBERTO = la Valle Anzasca = riconoscente = 1847=. Dando la data di quell'anno invece dell'anno 1846, per ricordare l'epoca precisa in cui furono iniziati i lavori per l'apertura della nuova strada.
3) - di fare scolpire sopra tavola di marmo apposita inscrizione, la quale ricordi la festa dell'inaugurazione.
4) - di invitare i Sindaci della Valle a prendere parte alla solenne inaugurazione e provvedere ad un tempo nel rispettivo loro Comune a quegli apparati che meglio crederanno convenienti al maggiore festeggiamento.
5) - a provvedere perché in Pontegrande nel giorno dell'inaugurazione abbia luogo un banchetto da offrirsi ai Signori Ministri ed altri invitati a spese del Consorzio, ammettendo al banchetto stesso coi membri della deputazione e Sindaci dei vari comuni tutti quei cittadini della Valle e dell'Ossola che vorranno concorrere o meglio ornare il banchetto stesso, pagando però tutti i membri della deputazione, i Sindaci, ed altri cittadini la loro quota del pranzo stesso.
6) - di procurare l'intervento di una banda musicale, la quale con scelta musica festeggi l'arrivo dei Ministri a Piedimulera la funzione della dedica della galleria, ed accompagni la comitiva fino a Pontegrande ed allieti le ore del pranzo.
7) - di dare infine tutte quelle disposizioni, che saranno necessarie pel miglior decoro della funzione, per presentare quindi a questa deputazione la distinta nota delle spese che occorreranno onde provvedere poscia al pagamento delle medesime.
Del che si è redatto il presente verbale letto alla voce dal Segretario e dalla deputazione firmato:
Protasi presidente,
Belli Gio Deputato,
Rigoli Deputato,
Giovanninetti Deputato,
Folini Segretario.


Regio Consiglio d’Intendenza Generale di Novara.
Rappresento l'Ingegnere Sig: Giovanni Battista Mazzeri di Oleggio, e da più anni domiciliato in Milano che avendo vari possessori ed abitante della Valle Anzasca, concepita l'idea di aprire entro la l'ìstessa Valle una strada carreggiabile per rimediare all'infelice condizione di dette Comuni mancanti di mezzi sufficienti di comunicazione fra di loro, e di trasporto dei loro prodotti consistenti nella massima parte di legnami d'opera, e legna da fuoco, invitarono l'Esponente a fare una gita sul luogo, onde esaminare, se fosse possibile l'esecuzione del menzionato progetto e nel caso affermativo, quale potesse essere l'andamento della strada per raggiungere lo scopo fine e procurando di attraversare con essa gli abitati principali di detti Comuni, il che venne eseguito dall'Esponente, il quale inoltre all'interpellazione, che gliene venne data, accennò pure ad altri mezzi, che più facile ne avrebbero renduta l'esecuzione.
In seguito a ciò l'Esponente venne essi pregato di redigere l'opportuno progetto per la formazione di detta strada ed egli ben di buon grado vi aderiva nell'anno 1836 con lettera del 24 ottobre, nella quale in sostanza proponeva di occuparsi dell'opera gratuita ad eccezione di quanto gli potesse occorrere per le spese relative, e la ricognizione di chi lo coaudiuvasse, ed il consiglio dei Comuni di detta Valle, deliberava conformemente con atto del 5 gennaio 1837 approvato dalla Regia Intendenza con decreto delli venti stesso mese, e come venne notificato all'Esponente con lettera delli venti febbraio successivo contenente una parte di detto ordinato del seguente tenore:
“E’ informato ora cotesto Consiglio che l'Egregio Sig. Ing. Mazzeri milanese convinto dei grandi vantaggi che mediante la formazione di una regolare stradale lungo l'intiera Valle Anzasca, si recherebbe tanto a questi abitanti che nel commercio e nella speranza, che qualche Società Milanese possa con qualche commerciale speculazione coaudiuvare l'eseguimento, generosamente si offrì di formarne il progetto con il sussidio di abili Ingegneri, rilevandone disegno nella prossima primavera, mediante la tenue gratificazione di lire otto di Piemonte al giorno, oltre le spese di viaggio, trasporto e cibaria alle persone addette a tale operazione”.
All'appoggio di siffatta comunicazione l'Ingegnere Mazzeri si fece a compilare il progetto, essendosi valso eziandio di persone, che oltre le ordinarie cognizioni, della professione, avevano anche quella del disegno topografico e ciò per evitare il più possibilmente le spese, e per lo stesso fine indusse li predetti suoi collaboratori a portare il lavoro giornaliero a orario maggiore del consueto, ed a riservare al tavolo una parte di quei lavori che avrebbero potuto fare in campagna, e per questo, per risparmiare le spese del vitto, e dell'alloggio.
E mediante tali sollecitazioni poté rassegnare alla Regia Intendenza di Pallanza il suo lavoro completo, che non solo era benissimo accolto ma si manifestarono all'Esponente da quel Sig. Intendente con lettera 18 luglio 1848 i più distinti ringraziamenti, come interprete eziandio, come si esprimeva, dei sensi della ben ricevuta di riconoscenza dei Comuni della Valle Anzasca al lavoro rassegnato univa l'Esponente una par retta di L. 4220,54 avendone diggià spedita un'altra di L. 1433 sull'istanza del Segretario dei Comuni di detta Valle. Esse contenevano il puro ammontare delle spese, che l’Esponente aveva dovuto sostenere, sia per le così dette forzose, sia per la tenue ricognizione data che Le aveva coaudiuvate nella compilazione del lavoro. Di tali spese assicurato il rimborso al più presto colla sopra citata lettera del Sig: Intendente di Pallanza, in data dieciotto luglio 1840.
Nulla avendo l'Esponente avuto in riscontro, si rivolse di nuovo alla prelodata Regia Intendenza, e seppe, che il progetto era stato come comunicato al Ministero dell'Interno e di Finanze, e che dietro il parere del Consiglio permanente era stato bene accolto, ed encomiato, ed erasi pure esternato il divisamento di ringraziare l'Ingegnere Mazzeri dell'opera gratuita prestata, e che le spese da Lui esposte si dovessero integralmente pagare.
Ma neppure in seguito a ciò potè l'Ingegnere Mazzeri ottenere il pagamento di dette spese, ed anzi ebbe a sapere con sua sorpresa e poi per lettera delli cinque ora scorso luglio dello stesso Sig. Intendente che le Comunità facevano eccezione le spese suddette, ed anzi avevano deliberato come dei Convocati che aveva sott'occhio di pagare le L. 1433 e i due terzi delle altre L. 4220,54 salvo a vedere sottoposta la questione alla decisione formale del Consiglio d'Intendenza Generale di Novara.
Lungi l'Esponente di aspettarsi un simile trattamento dopo quanto aveva fatto a favore di dette Comunità, e nelle circostanze, che non può aderire ad alcun ribasso per trattarsi di somma da esso erogata per le cause in detta parcella spiegate, trovasi costretto, suo malgrado, d’invocare contro dette Comunità il prescritto dalla Legge, e da quest'oggetto se ne ricorre a questo Regio Consiglio di Intendenza Generale.
Supplicandola a volersi degnare d’ingiungere Le Comunità di Valle Anzasca, che sono quelle di Bannio, Borgone, Calasca, Castiglione, Macugnaga, San Carlo e Vanzone, al pronto pagamento fra breve termine, delle somme come sopra parcellate, che rilevanti in totale di lire cinque mille, cinquecento quarantatre, centesimi cinquantaquattro coi relativi interessi, al meno dalla giudiziale domanda è ciò, previo mandato alla Regia Intendenza di Pallanza, di trasmettere a quest'ufficio tutti li tipi e carte di questa pratica dal Ricorrente rassegnata alla detta Intendenza, non che gli ordinati relativi di dette Comunità, salve, nel termine da prefiggersi pel pagamento, le Comunità abbiano cause in contrario da addurre, che dovranno esporre in contraddittorio davanti a questo stesso Consiglio nel termine prefiggendo dal medesimo, e con prevvedersi come meglio.
Dichiara il Ricorrente di eleggere il suo domicilio in questa Città presso il Causidico Collegiato Giacomo Ferraris, e di depositare presso questa segreteria:
1° Lettera venti febbraio 1837, contenente parte della detta deliberazione delle Comunità di Valle Anzasca delli cinque gennaio 1887, ed il decreto d'approvazione venti stesso mese, e sottoscritto Giovanni Follini sostituto Segretario.
2° Lettera dieciotto luglio 1840, del Sig. Intendente di Pallanza Cavaliere Pernate.
3° Specifica venti ottobre 1837 per Lire millequattrocento trentatre.
4° Altra specifica tredici luglio 1846 di L. 4114,54. Col richiamo della precedente, e formante in totale l'ivi espressa somma di L. 5543,54 nuove di Piemonte.
Sottoscritto all'originale Dottor Giacomo Ferraris.
Copia conforme Dottor Giacomo Ferraris.
Da pubblicarsi alla chiesa parrocchiale di Castiglione.

14-targa



MEMORIE pella INAUGURAZIONE della STRADA CONSORTILE di VALLE ANZASCA.
Nel principio del paese di Piedimulera, fra la casa Protasi e l'orto Moise verrà costrutto un arco trionfale a spese del Comune ed ivi si troverà il Sindaco coll'Amministrazione di Piedimulera, il Clero, le Scuole maschili e femminili, il picchetto di Guardia Nazionale, onde ricevere degnamente da parte di Piedimulera i Ministri e la loro compagnia.
Fra la Casa Ranzoni e la Casa Protasi, ove ha incominciamento la Strada Consortile di Valle Anzasca, verrà a spese del Consorzio costrutto un arco trionfale con apposita iscrizione: ivi si troverà il Consorzio intero a ricevere i Ministri, discorso analogo del Presidente, ed entrata nella Valle. I Ministri pei primi, indi impiegati Superiori che li accompagneranno: i Deputati del Consorzio uniti agli uni e agli altri per tenere informata delle cose notevoli della strada e della Valle la Comitiva, in seguito tutti gli altri accorrenti.
Sarebbe bene fare la salita a piedi coi legni dopo seguenti la riunione.
Giunti alla Prima Galleria vi si troverà un arco trionfale, e la Galleria chiusa artificialmente, la compagnia si fermerà.
Assieme a i Sindaci saranno qui anche gli impiegati Mandamentali ed il Clero dell'interno della Valle, e il maggior numero possibile di persone.
Dopo alcune parole commemorative sul titolare delle Gallerie, Carlo Alberto, verranno invitati i Ministri ad aprire il passo entro la medesima Galleria. A quest'opera evviva da ogni parte, mortaretti in lontananza, Banda musicale.
Aperta la Galleria si affiancheranno ai Ministri ed Intendenti, tutti i Sindaci della Valle accompagnati da quelli Anzaschini che vorranno prendere parte alla festa.
Questo momento sarà molto tenero per chi sente nel cuore: la Valle Anzasca era come divisa dal resto degli uomini per l'ostacolo dello scoglio di Cimamulera, fu vinto l'ostacolo colle Gallerie ed aperta l’uscita alla popolazione della Valle.
Scoprimento della lapide a Carlo Alberto. Continuazione del viaggio. Ai Gozzi, frazione di Cimamulera, si incontrerà l'arco di questo Comune, col Sindaco, il Consiglio, il Clero, le Scuole maschili e femminili. Fatto il ricevimento il Sindaco e chi vorrà unirsi seguirà la comitiva.
A Castiglione presso l'abitazione Silvetti arco trionfale di questo Comune coll'Amministrazione, Clero e Scuole. Alla Gurva di Calasca poco prima dell'Albergo Miretti vi sarà l'arco trionfale di Calasca coll'Amministrazione Comunale, Clero, Scuole maschili e femminili e la Compagnia della Guardia Nazionale, la popolazione farà il ricevimento in quei modi migliori che crederà il Consiglio.
Presso Pontegrande si troverà l'arco del Comune di Bannio col Sindaco, l'Amministrazione, il Clero le Scuole tutte e la Compagnia della Guardia Nazionale che farà quel ricevimento che crederà opportuno.
Terminato così il cammino sulla Strada Consortile, Ministri e Intendenti ed invitati e popolo si raduneranno in un altare preparato appositamente nel piano di Pontegrande, essendo troppo angusto l'Oratorio per tanta popolazione, e il Vicario col suo Clero intoneranno un Te Deum al quale risponderà la popolazione tutta.
Terminato il ringraziamento religioso, ci raccoglieremo tutti sotto un'altra tenda ad una refezione generale a cui saranno invitai i Ministri e gli altri impiegati Superiori.
Tale pranzo sarà fatto in modo da avere il maggior numero di commensali possibili limitando i costi al puro necessario. Terminato il pranzo sarà finita la festa d’inaugurazione e sciolta la compagnia.

FESTA di INAUGURAZIONE della STRADA CARREGGIABILE di VALLE ANZASCA che si terrà Pontegrande


Intervenuti:
Paleocapa Ministro
De Raimondi Intendente Generale
Zanatti Intendente
Pernati Deputato al collegio
Callerio Ing. Provinciale
Schioppo Ing. Provinciale
Rossi Ing.
Cobianchi Dep.
Botta Dep.
Santini Avv. Fiscale
Montilini Giudice del Mandamento
Garbagni Vicario della Valle
Delucchi Impresario per la costruzione della Strada
Rejna Comandante Provinciale
Protasi Gian Domenico Presidente del Consorzio
Belli Giovanni Membro del Consorzio Ing.
Spezia Antonio Membro del Consorzio Ing.
Folini Giovanni Segretario del Consorzio
Rigoli Bartolomeo Membro del Consorzio
Spezia Giovanni Tesoriere del Consorzio
Fantonetti di San Carlo
Spezia Giuseppe di Pontegrande
Spezia Antonio di Giuseppe di Pontegrande
Prelli Antonio di Calasca
Toietti Antonio Dottore di Calasca
Giovanninetti Bartolomeo di Bannio Membro del Consorzio
Rosa Lorenzo Esattore
Casoletti Cristoforo Segretario
Nicolòfino Maestro in casa del signor Giuseppe Spezia Pontegrande
Pirro Carlo di Anzino
Zani Bartolomeo Avv. di Bannio
Priani Giovanni
Samonini Sindaco di Ceppomorelli
Tojetti Vincenzo di Anzino
Silvetti Sindaco di Castiglione
Fra i presenti si sono numerose persone che non è stato possibile identificarne la personalità o la carica.

15-inaugurazione



Inaugurazione della galleria 26 agosto 1854

Signor Ministro!
Signori!
Qui orride balze, spaventevoli dirupi erano ostacolo immenso, insuperabile dagli Anzaschini per dotare la loro Valle di una comoda via: ma pure il pertinace e concorde loro volere confortato dal Magnanimo Carlo Alberto giunse a superarlo: grazie alla sapienza e dalla munificenza dell'Augusto Re, qui come altrove, fu vinta la natura.
Al Re Magnanimo, Lui annuente, volle la Valle Anzasca che questa Galleria fosse consacrata, ed ora Voi Ministro del suo Degno Figlio e Successore, Voi che ne riduceste in atto i sublimi ardimenti, Voi che ai Lavori Pubblici del Regno con tanta sapienza presiedete, Voi siate Auspice alla solennità dell'apertura e della dedica di questa Galleria che noi Anzaschini chiameremo sempre con glorioso nome di Carlo Alberto, nome che ricorrerà ai più lontani nipoti la gratitudine nostra, e quella che anch'essi dovranno al Magnanimo Re, al Datore dello Statuto, al Martire dell'Indipendenza Italiana.

Brindisi in Pontegrande 26 agosto 1854
Compiono sette anni da che noi demmo principio col favore del magnanimo Carlo Alberto alla grandiosa via che oggi inauguriamo: corsero frattanto tempi fortunosi i quali fecero temere incagli alla già difficile impresa; ma no, che al Magnanimo Re succedette il leale e degno suo Figlio il Generoso Vittorio Emanuele, e Questi seppe con esempio unico di costanza e di lealtà conservare incolume lo Statuto, mantenere alto il Vessillo d'Italia e coll'opera di Sapienti Ministri e col concorso delle Camere dare ad un tempo il più efficace e straordinario impulso in ogni parte del Regno ad opere degne dei più bei tempi di Roma; l'opera nostra, o Signori, proseguì pure non ultima in ardimento e costanza di proposito, e mentre oggi la inauguriamo, non possiamo fare a meno di volgere il pensiero al Generoso Re e allo Statuto; epperciò io propongo un: Evviva al Re Vittorio Emanuele e allo Statuto!


Brindisi in Pontegrande 26 agosto 1854.(2)

Signori!
Duolmi che, a vedere compiuta la soddisfazione nostra, non vedansi sedere fra noi anche gli Egregi Intendenti Boschi, l'uno Intendente Generale della Divisione di Vercelli, e l'altro intendente a Saluzzo, impediti da incongrui impegni del loro ufficio.
Dobbiamo al primo l'attivazione del Consorzio, l'incominciamento dei lavori, ed il conseguimento dei principali mezzi per la grand’opera che inauguriamo. Al secondo e più efficaci provvedimenti per il sollecito suo progresso. Saluto invece con gioia la presenza dell'Egregio nostro Intendente Generale della Divisione, Conte De Rajmondi, del già nostro Intendente, ed ora Deputato Cavaliere Pernati, e dell'esimio personaggio che ora presiede a questa Provincia, Sig. Zanotti.
Dobbiamo al primo il Decreto che fu il primitivo nucleo dell'opera; alle provvide cure, e buoni Uffici dei secondi, il prospero successo di essa, e di questo felice avvenimento.
Al benevole e illuminato zelo costante di tutti questi egregii personaggi deve questa Provincia le ammirabili comede vie che ne uniscono a più stretta fratellanza le quattro principale sue Valli.
Viva e perenne sia la gratitudine verso questi benemeriti per tanto interessamento, sincero pegno che il loro appoggio non verrà mai meno al bene ed al lustro di questa Provincia di loro affezione. Sicuro interprete dei sentimenti di voi tutti, e della Provincia intera propongo un brindisi agli ottimi intendenti:
De Raimondi,
Boschi,
Pernati,
Zanotti.

Le opposizioni
Per quanto l'apertura della strada di Valle avesse una notevole importanza per lo sviluppo commerciale e per la facilitazione delle comunicazioni, non tutti la vedevano sotto questo aspetto, anzi, come ogni manifestazione dell'attività umana, anche in questo caso esistevano gli avversari che potevano esserlo per partito preso, o per fare semplicemente dell'opposizione, oppure per vedute ben diverse, per le alternative di percorso o a difesa di interessi personali, più o meno giustificati o giustificabili, come ben esposto dall'Ing. Belli.

I ricorsi presentati dai Comuni.

L'Ing. Belli raccolse e ordinò gli Atti Consolari dei Comuni in un compendio ristretto per l'esame dei ricorsi presentati, che qui esponiamo:
Piedimulera
Fece le osservazioni in due tempi esponendo:
1° - Tagliandosi in non molti anni pressoché tutti i boschi de’ quali sono popolate le montagne della Valle, si verrà ad avere scarsezza di legna da ardere, oggetto questo importantissimo in luoghi in cui il freddo si fa sentire per due terzi dell'anno.
2° - Con il taglio dei boschi e con il rotolamento de’ tronchi recisi si formano rovine e scoscendimenti che in caso di divelte piogge e escrescenze dell'Anza e d’altri meno importanti sono fatali, ed un funesto esempio si ha nelle escrescenze avvenute negli anni 1834 e 1839, epoca in cui si tagliavano nella Segnara piante mature al taglio, smovendo la terra e formando scoscendimenti e danneggiando i ripari di Piedimulera e il ponte sulla strada del Sempione detto alla Masone.
3° - Atterrando simultaneamente molti i boschi si faciliterebbero nella stagione invernale le cadute delle valanghe che rovinerebbero interi paesi, e si avrebbero annualmente a deplorare e piangere non poche vittime.
4° - Nella costruzione della strada verrebbero a cadere nel torrente Anza un'immensa quantità di materia escavata e grossi macigni che pure formerebbero delle rovine nel cadere empirebbero il letto del torrente che avendo a gonfiarsi trasporterebbe tale materia che farebbe sicuramente diroccare il nuovo riparo sull'Anza e metterebbe in pericolo la strada del Sempione oltre agli altri danni.
5° - Più di duecento famiglie vivono giornalmente trasportando viveri e mercanzia da Piedimulera nell'interno della Valle, e queste resterebbero prive di sussistenza.
6° - Come si potrà mantenere una si dispendiosa strada ?
7° - Favorisce i traffici e le speculazioni di ben poche famiglie già abbastanza facoltose, mentre è di danno generale all'intera Valle.

2-1° - Non è regolare la Deputazione del Consorzio Stradale per non essere stati sentiti i Comuni di Piedimulera e Cimamulera.
2-2° - Sarebbe la strada utile unicamente a pochissime famiglie col favorire le loro commerciali speculazioni.
2-3° - Danno evidente a trecento e più famiglie che traggono la sussistenza dal trasporto de’ generi all'interno della Valle.
2-4° - La materia escavata per la costruzione della strada cadrebbe nel torrente formandovi frane, ed apporterebbe un riempimento tale che alzerebbonsi le acque, e produrrebbero danni alle arginature dell'Anza, alla strada del Sempione, al Ponte della Masone.
2-5° - La totale distruzione de’ boschi sarebbe causa di straordinarie piene apportatrici di immani danni.
2-6° - All'atterramento de’ boschi faciliterebbe le frane e le valanghe le quali nella stagioni d'inverno e di primavera porrebbero a pericoli i viatori e schiacciano i paesi.
2-7° - Come si provvederà alla manutenzione di tale strada ?
2-8° - Non concorrerà mai e poi mai nella più piccola parte di opera.
Protasi; Mazza; Bassi; Albertazzi Seg.
Queste dichiarazioni sono fatte dalle persone più stimate del Comune che si dichiarano consapevoli del pensiero di tutta la Valle.

Cimamulera
Elaborò le sue considerazioni in due momenti:
1° - Favorisce le speculazioni ed i negozi di ben poche famiglie rovinando e riducendo a miseria molte altre famiglie che vivono quotidianamente trasportando commestibili e altri oggetti e mercanzie per l'interno della Valle.
2° - Con il taglio di molti boschi non vi sarebbe più modo di riparare le case e i paesi interni dalle cadute delle valanghe nella stagione invernale, e molte povere famiglie morirebbero dal freddo per mancanza di legna da ardere nella fredda stagione che incomincia in novembre e termina in maggio.
3° - Tagliati i boschi e ridotte le piante in borre queste si gettano dalle cime dei monti nel fondo delle valli, e colla loro caduta si smuove il terreno e si formano rovine che in tempo d’escrescenza dei torrenti via trasportano case e campagne, casi questi che sgraziatamente si rinnovano ben sovente nei nostri paesi di montagna.
4° - La strada carrettiera non scorre nel centro di questo Comune ove passa l'attuale ciò che si potrebbe di leggeri eseguire e con minori spese facendo una strada più solida, meno pericolosa e più praticabile d'inverno, mentre l'attuale passa per rocce scoscese e malferme, per cui abbisognano anche delle lunghe gallerie, asilo degli assassini e malviventi.

2-1° - Il Consorzio stradale preso dal fanatismo per la costruzione della strada non vede i danni che la medesima farà alla Valle.
2-2° - Favorisce ben poche famiglie e già di troppo doviziose colle prosperità de’ loro traffici.
2-3° - Trecento e più famiglie vivono trasportando nella Valle i generi di cui abbisogna, e sarebbero gettate nella più infelice miseria e desolazione costretti a questuare per mantenersi in vita.
2-4° - Immensa copia di materiali che cadendo nell'Anza empirebbero il letto e sarebbe certa in tempo di successive piene la rovina del riparo fatto costruire dal Regio Governo, nonché della strada del Sempione e del ponte della Masone.
2-5° - Faciliterebbe la caduta delle valanghe che rovinerebbero paesi intieri.
2-6° - Tagliati i boschi si faciliterebbero le frane e scoscendimenti massimi in tempo di pioggia
2-7° - Chi penserà alle spese che si incontrerebbero gravissime nel mandare a termine la costruzione di questa strada? Con quali mezzi farvi fronte?
2.8° - Cimamulera non potrà né vorrà concorrere alla di lei costruzione.
2-9° - Si potrebbe facilmente con molto minor spesa, facendola più solida meglio praticabile nei mesi d'inverno, meno pericolosa col farla passare dal centro di Cimamulera.
2-10° - Immensa la spesa e non riducibile per l'omissione delle barricate perché necessarie indispensabili o pei prezzi di perizia.
2-11° - Non doversi fidare il Consorzio sula imposizione dei fuochi di banca e sui sussidi annui della Provincia, perché tutta la Valle si renderà opponente pei primi, e non certi i secondi.
2-12° - Quando anche fosse interesse della Valle e di questo Comune, questo verrebbe a scomparire a fronte della manutenzione che ammonterebbe a più di 50 mila Lire annue.
Guglielmazzi; Muzio; Ciatti; Lana; Albertazzi Segr.
Dichiarazioni fatte dalle persone più stimate del Comune che si dichiarano consapevoli e rappresentanti l'opinione dell'intera Valle.

Castiglione
1° - Il progetto della strada non è confacente alle strettezze di questa Valle ammontando esso a poco meno di un milione di franchi
2° - Favorisce gli interessi dei membri del Consorzio, i loro negozi e speculazioni e quelli che di ben poche altre famiglie, ed è di rovina e grande discapito all'intera Valle
3° - Per far fronte alle spese della strada si verrebbe spogliare la Valle di buona parte dei boschi e si pretenderebbe d’imporre delle tasse che pure riuscirebbero assai gravose rendendo sempre più povera la Valle stessa.
Questo lo dicono i maggiori possidenti e i capi di casa del Comune, e dicono esser tale il pensiero di tutta la popolazione.

Calasca
1° - Non si trova la Comune nel passaggio di questa strada carreggiabile.
2° - Trovasi la Comune di Calasca ormai spopolata di boschi specialmente di piante da spina
3° - Tende la strada a favorire ben poche doviziose famiglie ed a far prosperare i loro traffici, ed essere invece immenso danno all'intiera Valle
4° - In poco tempo la Valle sarà privata in intieramente di boschi e conseguentemente di legna da ardere in luoghi ove l'inverno dura più di sei mesi.
5° - Si faciliterebbe la caduta delle valanghe che avrebbero a coprire e rovinare paesi intieri
6° - Molte famiglie vivono trasportando le vettovaglie da Piedimulera per l'interno della Valle verrebbero a mancare affatto di sussistenza non parte considerate, non solo pei luoghi da esse percorse ma eziandio pei paesi limitrofi e pella società in generale: questa è una massima inconcussa e da tutti ammessa; vi possono però talora riscontrarsi alcuni casi in cui una strada può recar danni a qualche particolare interesse più o meno esteso, ma questi danni sono sempre momentanei e passeggeri e non mai da potersi porre nella bilancia coi generali vantaggi che sempre ridondano alla Società.
Forse la strada carreggiabile di Valle Anzasca apporterà danno ad alcuno negoziante di Piedimulera e di Cimamulera, forse potrà recar danno a molte donne di Castiglione che trasportano commestibili nell'interno della Valle, ma ripeto, sarà sempre passeggero e giammai da porsi in confronto cogli incalcolabili vantaggi che essa potrà apportare all'intera Valle.
L'asserire poi che lo stradale di Valle Anzasca favorisce solo gli interessi dei membri del Consorzio è tale cosa a cui il Consorzio crede di non dover rispondere temendo di potersi avvilire male essendo a tutte le circostanze e lo stato in cui trovansi tutti i Deputati del medesimo.

2° - Fatta la strada carreggiabile le Comuni tutte, in pochi anni faranno tagliare i molti boschi de’ quali sono popolate le montagne della Valle, e così non vi sarebbe più modo di riparare le case e i paesi interni della Valle dalla caduta delle valanghe, le quali rovinando coprirebbero intieri paesi; non vi sarebbe più legna da ardere nella stagione invernale e dura nella Valle sei, sette, otto mesi, e in poco tempo molte povere famiglie morirebbero dal freddo.
Chi assicura che in pochi anni non verranno tagliati tutti i boschi della Valle ?
Non tagliasi mai alcun bosco se non dopo la deliberazione dell'Amministrazione Comunale, se non dopo l'autorizzazione dell'Autorità che la tutela, se non sottomettendo l'acquisitore del bosco a tutte le sagge cautele prescritte dalle vigenti leggi forestali.
In questo modo non si potrà mai tenere uno spoglio di boschi, ma invece con una buona ed oculata amministrazione boschiva tutte le Comuni potranno quasi ogni anno tagliare tronchi di bosco senza esaurirlo mai.
E falso il pericolo delle cadute delle valanghe sopra intieri paesi mentre la ove trovasi soltanto il dubbio di tale pericolo, là anche attualmente è bando, è proibito il taglio, e le sagge amministrazioni e le superiori autorità non delibereranno mai ed autorizzeranno il taglio di un bosco al quale sia attaccata la sicurezza di qualche porzione di abitato; inoltre uno ragionato taglio di bosco fatto a porzioni orizzontali potrebbe evitare la valanga anche in quei luoghi dove fosse pure innocua la di lei caduta.
Dire poi che non vi sarebbe più legna da ardere e che le famiglie morirebbero di freddo nell'inverno di otto mesi, è una tale esagerazione a cui non sappiamo cosa rispondere in una Valle dove trovasi di 60 mila pertiche di bosco comunale oltre agli immensi boschi privati e private proprietà germinate di piante, e tutto questo per una popolazione di circa 6 mila abitanti.
3° - Tagliati i boschi e le tutte le piante in borre queste si rotolano dalle cime dei monti, e colla loro caduta sommuovono il terreno formando rovine e scoscendimenti che in tempo di pioggia e di escrescenza dei torrenti e dell'Anza via trasportansi case e campagne così questi che rinnovano ben sovente nei nostri paesi di montagna, ed un funesto esempio si ha nelle piene degli anni 1834 1839, in cui si tagliarono nella Comune di Calasca piante mature al taglio, epoche in cui vennero danneggiati i ripari di Piedimulera ed il ponte della Masone sulla strada del Sempione.

Relativamente a questo articolo gli oppositori sono pienamente in accordo coi pensieri del Consorzio della Valle Anzasca: essi quivi estesero chiaramente i danni che derivarono al piano dell'Ossola dalle cosiddette flottazioni.
Per evitare che si rinnovino questi danni bisognerebbe procurare la proibizione della flottazione, e non potendosi questa ottenere perché contraria alla libera proprietà pubblica e privata, così sarebbe d'uopo di procurare un altro modo di estrazione delle piante, il quale procurando agli acquisitori de’ boschi un maggior vantaggio del bosco acquistato, venisse così insensibilmente a diminuire e forse a cessare del tutto questa così dannosa flottazione.
Quest'altro modo di estrazione vantaggioso sarebbe la strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca. Andiamo adunque pienamente d'accordo sui danni della flottazione che non si può proibire, ma per evitarli il Consorzio della Valle Anzasca lontano e non interessato nei danni, vorrebbe pur procurare l'estrazione del bosco in un modo diverso e più vantaggioso proponendo la strada carreggiabile; e gli oppositori invece si lagnano, veggono e soffrono questi danni più che tutta la Valle Anzasca, vorrebbero proibire ogni altro mezzo di estrazione mantenendo così per sempre le flottazioni co’ suoi danni. Si fa poi osservare che nelle epoche del 1834 e 1839 la straordinaria piena de’ torrenti e fiumi, e i danni da essa avvenuti, non debbonsi poi tutti ripetere dal taglio e flottazione dei boschi, ma sebbene dalla veramente straordinaria acqua caduta dal cielo.
Il torrente che distrusse quasi per intiero il Borgo di Crodo non scendeva da una valle in cui si fossero tagliati e flottati de’ boschi; Ornavasso non fu rovinato per la flottazione dei boschi tagliati nella piccola valle del suo torrente; Sondrio in Valtellina che perdè metà quasi de’ suoi fabbricati via trascinati dal Mallero non dov'è il suo danno al taglio e alla flottazione del bosco di Valle Malenco; lo stesso dicasi di molte miglia della strada dello Splügen rovinati dalla Lira, nella Valle d'Aosta, nel Vallese, nella Sesia ecc.
Fu un vero diluvio d'acque che impetuosamente e repentinamente scendendo sforzando e corrodendo le rive dei torrenti, fuori trasportò dalle valli piante e macigni producendo dappertutto luttuosi disastri.
4° - La strada carreggiabile non passa pel centro del Comune di Cimamulera e Calasca trovasi pure fuori della medesima strada.
Allorché la Valle Anzasca invitò l'Ingegnere Civile e Idraulico Gio Battista Mazzeri, diedegli la commissione di compilare un progetto di strada carreggiabile da Piedimulera a Macugnaga, secondo le migliori e più scrupolose regole d'arte, di avere a cuore il solo vantaggio generale della Valle Anzasca; che se Cimamulera trovasi fuori in parte della strada carreggiabile é causa della notabilissima sua altezza alla quale non sarebbesi potuto salire che con moltissimi e rapidi andirivieni da costruirsi nel più coltivo del colle, ed arrivativi dovere poi percorrere sensibilissima discesa per dirigersi all'interno della Valle, le contropendenze della strada di montagna sono la peggior cosa che si possa fare, è di un danno agli utenti che non si può facilmente calcolare, perché se ad un carro che esce dalla Valle deve continuamente ora più ora meno, ma sempre discendere basta per la sola poca forza da vincere l'attrito primitivo, se incontransi controsalite allora bisognerà aggiungervi forze di gran lunga maggiori che subito dopo la salita diverrebbero ancora inutili.
Oltre a ciò fu per accorciare d'assai la strada della Valle mentre per salire Cimamulera sarebbe necessario uno sviluppo di più di due mila metri di strada senza aver guadagnato niente nella direzione dell'interno della Valle.
D'altra parte poi non tutto l'abitato di Cimamulera è fuori strada, mentre questa attraversa il bel piano di Gozzi, frazione di Cimamulera, e il centro di Cimamulera non sarebbe tanto lontano dalla strada e con una diramazione nè lunga né costosa si potrà unire questo centro colla carrozzabile con vantaggio di Cimamulera.
Relativamente a Calasca le cose cambiano d'aspetto trovandosi questa Comune in posizione molto già favorevole, poiché la strada carreggiabile attraversa tutto il territorio della Comune, tocca una di lei frazione e mantiensi a non molta distanza da tutti gli altri abitati specialmente da Vigino frazione abitata da quasi tutti i sottoscrittori alla opposizione; e si potrà costruire una strada carreggiabile da concatenare le principali frazioni di Calasca con vantaggio immenso di tutti. Conchiuderemo che sarebbe un bel pretendere che il progetto di una strada carreggiabile da costruirsi lungo una Valle delle Alpi tortuosa, irregolare, l'interno della Valle verrebbero a mancare affatto di sussistenza non essendoci sufficiente terra da coltivare.
5° - Troppo costosa la strada ascendente alla somma di un milione di lire e più, che non potrebbe essere riducibile colla omissione delle barricate di paracarri ed altre opere non assolutamente necessarie, colla riduzione dei prezzi di perizia, perché le barricate e paracarri sono opere di assoluta necessità ed indispensabili allorché trattasi della costruzione di una strada di montagna.
6° - Che non potendosi riparare e mantenere la strada non bastando sicuramente L. 50 mila annue verrà tempo in cui non si avranno più né strade né boschi ed alla Valle non resterà che estrema miseria.

L'ingegner Belli vide che gli argomenti delle obiezioni erano pressoché identiche in tutti i ricorsi, si può dire ispirati da un'unica mente, ne fece un riassunto a cui rispose in modo cumulativo con otto paragrafi:

Risposte dell'Ingegner Giovanni Belli ai sottoscrittori delle petizioni contro la costruzione della strada.

E fu con mia sorpresa che vennero dal Consorzio della Strada della Valle Anzasca ricevute le Rappresentanze alle Superiori Autorità di pochi abitanti da alcuni Comuni della Valle tendenti a dimostrare i tanti e gravi danni che la strada carreggiabile apporterà a tutte le Comuni della Valle e ad interessare le Autorità Superiori affinché essa non venga giudicata opera di pubblica utilità.
Le opposizioni di Piedimulera e Cimamulera veramente non mi sorpresero gran fatto, conoscendo appieno l'odio inveterato e puntiglioso che alcuno di questi Comuni ha sempre avuto per questa impresa fino da’ suoi primordi, conoscendo appieno gli sforzi e i tentativi d'ogni sorta per impedire la costruzione della strada di Valle Anzasca; ma fu con vera indignazione che si videro gli indirizzi di alcuni abitanti di Calasca e di Castiglione, le cui popolazioni ed Amministrazioni Comunali furono sempre e lo sono animate da vero amore per questa loro strada carreggiabile conoscendo gli immensi vantaggi.
Scemò poi la nostra meraviglia allorché fu scoperto essere i maneggi di una persona autorevole di Cimamulera che guadagnarono il pensare di costoro colla mediazione in quanto di Antonio Miretti oste di Calasca, il quale fra il cibo e il vino esagerando non so quali mali, sognando non so quali tasse, nuove tasse per il bestiame, e giocando con la petizione alla mano, di porta in porta, ottenne un tenuo numero di sottoscrittori quasi tutti uomini vecchi, di pochi numeri, ignari affatto della molla principale dell'attuale civile progresso, tutti non principali registranti del Comune come si dichiarano, ma possessori e coltivatori di poca terra e una volta semplici peltrai girovaghi per procacciarsi il vitto nelle terre italiane.
Ed è singolare e degna di menzione la scaltrezza, dell'Antonio Miretti, il quale dopo essere stato principale motore dell'indirizzo, dopo di aver ottenuto la maggior quantità di sottoscrizioni che potè, ebbe poi la finezza di non apporre la propria firma onde non essere giudicato del bel numero uno!
I motivi esposti in questi quattro indirizzi di: Piedimulera, Cimamulera, Castiglione e Calasca, e pei quali dichiarasi la strada carreggiabile della Valle Anzasca sommamente svantaggiosa a tutta la Valle, furono già altre volte messi in campo e altrettante volte dimostrati insussistenti, e potrebbe il Consorzio Stradale rispondere a queste opposizioni con tutti gli atti consolari favorevoli delle nove Comuni interprete della Valle, con tutti gli scritti e petizioni di alcuni Anzaschini dove vengono descritti invece i sommi vantaggi di una strada carreggiabile, i quali atti trovansi presso le Superiorità.
Se non che essendo i Deputati del Consorzio invitati a rispondervi categoricamente prenderanno qui in esame i danni esposti dagli espositori di queste quattro Comuni rispondendo in proposito a ciascuno di essi, e sottoponendo al giudizio delle Autorità Superiori quanta causa di capitale vantaggio per le Comuni interne della Valle, è contrariata da due Comuni esterne, e da alcuni pochi uomini di Calasca e di Castiglione, il cui corto intelletto non può misurare i vantaggi di una strada carreggiabile, o vedendoli non li sa apprezzare, od apprezzandoli, li nega per malizia o per vile guadagno.
Ma passiamo alla discussione:

1°- Favorisce la strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca le speculazioni ed i negozi di ben poche famiglie già abbastanza agiate, e gli interessi dei membri del Consorzio, rovinando e riducendo a miseria molte famiglie che vivono quotidianamente trasportando commestibili e altri oggetti dell'interno della Valle, ed è il danno generale alla Valle intera.
Le strade carreggiabile furono, sono e saranno sempre vantaggiose, da ogni come è l’Anzasca, dove gli abitanti non furono fabbricati che in pianerottoli qua e là a diverse altezze irregolarmente sporgenti, sarebbe un bel pretendere che dovesse passare da tutti gli abitanti delle Comuni; sarebbe invero un progetto ben singolare.
2° - Nella costruzione della strada carreggiabile verrebbe a cadere nel torrente Anza un'immensa quantità di materiale escavato, enormi macigni, i quali cadendo formerebbero delle rovine ed empirebbero così il letto del torrente che venendo a gonfiarsi via trasporterebbe tale materiale che produrrebbe danni gravi ai nuovi ripari, alla strada del Sempione, al ponte della Masone.
Le località in cui il materiale escavato per la costruzione della strada verrebbe a cadere nel torrente Anza sono poche, in queste poche non vi possono succedere frane essendo ivi il monte formato da roccia stabile.
Nelle altre località tutto il materiale o deve ivitandiosi quella costruzione de’ muri o contro muri della strada, oppure abbandonandolo e gettandolo fuori della strada non potrà mai cadere nel fiume.
Volendo poi anche supporre che tutto cadesse nel torrente, il superfluo ai bisogni stradale, non potrà mai avvenire il danno esposto dagli espositori, perché il materiale vi cadrebbe distribuito e in diverse epoche ed in quantità da non porsi a confronto con quello esistente nel letto del fiume, o a quello che viene trasportato nelle piene del torrente e l'ammettere questo preteso danno fu solo col pensiero di accrescere il numero delle opposizioni senza riflettere seriamente sulla ragionevolezza o non del fatto.
3° - Il progetto della strada carrozzabile non è confacente alle strutture della Valle Anzasca, ammontando esso ad un milione e più di Lire; e che questo ammontare non può essere riducibile con l'omissione delle barricate e paracarri, e colla diminuzione dei prezzi di perizia, essendo le barricate indispensabili nelle strade di montagna onde non compromettere la vita e le sostanze dei viaggiatori.
Questa è l'unica opposizione sulla quale si possa, per così dire veramente ragionar sopra essendo stata quella che nacque nella mente di tutti fino alla prima mozione di costrurre una strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca. Da principio la proposizione parve impossibile, ma in seguito la riflessione illuminò meglio, a poco a poco le menti, che si venne a conoscere l'estensione dei boschi resinosi della Valle, si paragonò il valore delle piante e dei nostri boschi con quello che potranno avere costrutto la strada carreggiabile, e così la chimerica proposizione a poco a poco si fece sempre più chiara e realizzabile; ed ora dopo tutto quello che fu scritto da alcuni deputati delle Amministrazioni Comunali, interne della Valle, ora è tale che nessuna persona Anzaschina, a meno che non sia di intelletto ben corto, non che solo con una porzione di boschi della Valle si può far fronte al costo della strada, fosse pure anche maggiore di L. 790 mila, portate dalla perizia Mazzeri.
Se possa poi questa somma essere riducibile ad una minore, basta fare il confronto de’ prezzi esposti nella perizia della strada Anzaschina con quelli attualmente praticati nelle valli d'Antigorio e di Vigezzo che presentasi nell'annessa tabella (…); e l'omissione delle barricate e de’ paracarri non si dichiara che debba essere per tutto il tempo avvenire ma da costruirsi dopo fatto la strada con quei mezzi che la Valle potrà normalmente disporre.
4° - Chi penserà alle riparazioni e alla manutenzione di una sì dispendiosa strada per la quale non basteranno sicuramente cinquanta mila Lire annue ? Non potendola mantenere la Valle più non avrà né strada né boschi e solo estrema miseria.

La strada carreggiabile di Valle Anzasca costruita che sia, verrà mantenuta a carico della Provincia, come lo saranno quelle di Antigorio e Vigezzo, essendo state queste strade Mandamentali dichiarate Provinciali nel Congresso divisionario di Novara nel 1845. Faremo però osservare essere una vera esagerazione la cifra di manutenzione la quale ammonterebbe a Lire cinquanta mille e più all'anno; e fanno credere i pochi uomini di Calasca, che posero in campo questa obiezione, di essere veri e profondi conoscitori di progetti stradali, di essere dell'arte, mentre generalmente si credeva che fossero uomini dabbene e tranquilli, e non conoscitori che dell'arte del peltraro e di quello di dirigere la coltivazione de’ loro pochi alpestri terreni.

5° - La Comune di Calasca trovasi ormai spopolata di boschi specialmente di piante da spina alle quali si vorrebbe applicare un sognato enorme vantaggio.

Le Amministrazioni delle nove Comuni della Valle Anzasca deliberarono di impiegare nella costruzione della strada, il terzo del ricavo dei loro boschi da vendersi quando fatto la strada avranno essi non valere ai molti doppi maggiore. Che se Calasca trovasi ancora ricca di bosco resinoso, il terzo del ricavo che se ne potrà fare ammonterà ad una bella somma, se poi è ormai spopolata di piante da spina il suo terzo sarà di poca cosa, ma converrà vedere quali di queste supposizioni possa essere la reale, cosa che sarà posta in chiaro nella visita generale dei boschi della Valle ordinata dal superiore Ministero. Piace poi oltremodo l'espressione che si vorrebbe applicare alle piante resinose un sognato enorme vantaggio.
Nella Valle Vigezzo quelle piante che alcuni anni or sono, quando la Valle era senza strada carreggiabile, volevano una lira o due presentemente salirono al prezzo di Lire venti o venticinque , e questo non è un sogno, è un fatto che ognuno può facilmente verificare.
Faremo infine osservare che si potrebbero porre in dubbio gli indirizzi degli abitanti di queste Comuni non essendo convalidate da persone di pubblico ufficio; che rispetto a quelle di Calasca e Castiglione si dovrebbe prima di dar loro quella importanza che parrebbero avere, si dovrebbe fare per mezzo di persona d'ufficio, un esame dei sottoscrittori per vedere come ebbe origine l'indirizzo e se la loro sottoscrizione è autografa, spontanea e se veramente ciò che esponesi nella petizione sia tutto a loro cognizione e sia il loro pensiero.
Relativamente poi agli altri diremo che le popolazioni di Piedimulera e Cimamulera sono passive in questo progetto di strada carreggiabile, perché esse non dovrà non è concorrere nella spese di costruzione, né in quella di manutenzione, ma hanno solamente la servitù passiva che una strada carreggiabile utile alla intera popolazione di una Valle di nove Comuni attraversi in poca parte il loro territorio comunale o privato in gran parte posseduto dagli stessi abitanti della valle e coltivati da massai del paese i quali, contro l'interesse ed il volere, dei loro padroni, sottoscrissero gli indirizzi in discorso. Conchiuderemo che i vantaggi della strada carreggiabile sono per la Valle Anzasca tanti e di sì grande importanza che ogni persona di buon senso può riconoscerlo senza dubbi di sorta.

La deliberazione del Consorzio per la Strada di Valle Anzasca, di richiedere a S.M.la “dichiarazione di pubblica utilità” questi Comuni rifiutarono il loro consenso all'esposizione dell'Atto nel loro “Albo Pretorio”:
Comune di Piedimulera atto consolare del 4 maggio 1846
Comune di Cimamulera atto consolare del 2 maggio 1846


La prima gita in carrozza fino a Macugnaga, a strada appena ultimata, venne fatta nel 1899 da Giuseppe Fantoni, il geometra Ruffoni e Antonio Griggi.
La notizia di cronaca viene riportata dal settimanale "Ossola" nel 1899. Il corrispondente da la notizia a livello di epica impresa, firmandosi "il Goliardo".
Il mezzo usato era chiamato "char-àbanc", un termine francese, e si trattava di un carro a 4 ruote e un piano in tavole di legno con piccole sponde,
corredato da lunghi sedili o panche poste ai due lati. Poi uno dei protagonisti, Giuseppe Fantoni, con l'avvento dei veicoli a motore, nel 1913, inaugura
la sua nuova gestione di trasporti da Piedimulera a Macugnaga. E' la fine di un epoca, è il tramonto per le carrozze, il progresso si chiama "automobile".



Edited by Piero** - 28/8/2019, 13:48
 
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view post Posted on 30/4/2012, 14:29
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:15: COMPLIMENTISSIMI, PIERO UN BELLISSIMO E INTERESSANTE POST!!!!!!!!
 
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