6° tronco Ceppomorelli Macugnaga.È un tratto molto travagliato in tutte le sue vicissitudini, dai progetti alla realizzazione.
Secondo il progetto Mazzeri la strada doveva attraversare la Anza e portarsi sulla sponda opposta, con la costruzione di ponti a Campioli, Pestarena e Macugnaga, più la realizzazione di alcuni tornanti per superare gradino del Morghen, una galleria artificiale paravalanghe al rio Rossa, si arrivava alla Chiesa di Macugnaga.
Esiste un problema gravissimo, mancano i finanziamenti, quindi i lavori si fermano per circa vent'anni.
La ricerca di soluzioni tuttavia continua.
Nel 1865 dal 9 al 18 novembre, l'Ing. Pasquale Cariola esegue i rilievi per il tratto di strada da Ceppomorelli al ponte di Campioli. Questo progetto verrà consegnato alla Deputazione nel 1870, con un preventivo di spesa pari a L. 40/m. Il progetto verrà accantonato. La Provincia decide di effettuare i lavori di collegamento stradale da Ceppomorelli a Macugnaga, visto il tergiversare sulle decisioni e sul percorso. L'ufficio Tecnico della Provincia consegnò 15 e 16 luglio 1901, alla Deputazione del Consorzio, il tronco di strada percorribile, Ceppomorelli Macugnaga.
Una nota di rilievo:
L'abate Antonio Stoppani nel suo libro “Il bel Paese” descrive la “cioenda”, nella valle del Morghen, attraverso questo impianto il Comune di Macugnaga, trasportava il legname tagliato nel suo territorio, fino alla “Capela d’la Pòsa”, dove già arrivava la strada Consortile di Valle Anzasca; da qui, a mezzo di carri veniva portato Valle per essere venduto a facoltosi imprenditori a tutto vantaggio delle casse comunali, non rispettando l'accordo del reinvestimento a favore del Consorzio.
Nel tratto interessato si ebbero diversi interventi nel tempo.
Da parte della Provincia di Novara:
La costruzione di due gallerie artificiali, una sul Rio Vena e l'altra sul Rio Rossa.
Con l'intervento dell'A.N.A.S. l'allargamento del tornanti di Borca, l'allargamento del tratto di strada da Campioni, in area Munt Truby, il ponte e le protezioni al Crotto Mondelli con una galleria di Stabioli e la galleria artificiale per la protezione dalla valanga del Rio Rotta.
Il ponte con l'allargamento della strada sul rio sotto Prequartera.
Festeggiamenti.Come tutte le opere che vengono intraprese, ed hanno importanza, l'uomo vuole festeggiarle per rendere più attente e onorate dall'opinione pubblica. Anche la strada di Valle Anzasca non si sottrae a questo rito. Due sono i momenti da citare:
- Il primo quando si iniziarono i lavori, si tenne, il 27 maggio 1847 a Castiglione, un simposio bene augurante, invitando tante personalità si voleva richiamare la loro attenzione a partecipare all'opera con solidarietà.
- Il secondo quando la strada arrivò Pontegrande nel 1854, circa metà dell'intero percorso, Piedimulera - Macugnaga, con questo atto si vollero evidenziare i grandi impegni intrapresi.
ATTO di DELIBERAZIONEdel Consorzio Stradale di Valle Anzasca
n° 6
Galleria
Carlo Alberto
L'anno del Signore milleottocento quarantasei e alli dieci del mese di ottobre in Bannio nella solita Sala delle Adunanze.
Convocata ed adunatasi d'ordine del Sig. Ingegnere Gio. Dom. Protasi, Presidente, la Deputazione Consortile della Strada di Valle Anzasca nella persone dei Signori:
1° Ingegnere Antonio Spezia
2° Giovanni Albasini
3° Bartolomeo Rigoli
4° Antonio Silvetti
Il presidente ha la dolce soddisfazione di far noto alla deputazione del Consorzio che a seconda del desiderio da Lei manifestato a nome di tutta la Valle Anzasca ha esposto a S.E. il Primo Segretario di Stato per gli affari Interni il suo ardente voto di chiamare coll’Augusto nome del Re la prima galleria che si incontrerà sulla nuova strada andando da Piedimulera a Macugnaga, e che S. Maestà in udienza del giorno 26 dello scorso mese, si è degnata di accondiscendere che la suddetta prima galleria fosse chiamata coll’Augusto suo nome. Come appare dall'ossequiato foglio dell'Ill.mo Sig. Intendente 1° corr. mese n° 30.
Occorre pertanto che la deputazione liberi con atto formale che la predetta galleria venghi d'ora in avanti chiamata Galleria CARLO ALBERTO.
La deputazione vivamente commossa all'annunzio di lascito Sovrano favore, il quale dimostra altamente la Sovrana benevolenza del Re verso questi suoi fedeli sudditi ed è una novella prova che ogni opera grande ed al pubblico bene tendente è accetta al Suo cuore paterno, delibera unanime con plauso di chiamare Galleria CARLO ALBERTO la prima galleria da farsi lungo la nuova strada andando da Piedimulera a Macugnaga, riferendosi dopo costrutta la galleria, di apporre apposita iscrizione sull'ingresso della galleria stessa, e ricordare con un marmoreo monumento alla presente generazione e alla ventura la gratitudine dovuta all'immortale CARLO ALBERTO.
È precedente lettura e conferma si è chiuso il presente atto colle prescritte firme:
Protasi Presidente
Spezia Deputato
PROGRAMMA della FESTA d’INAUGURAZIONEdella Strada Carreggiabile di Valle Anzasca da farsi in Castiglione Ossola
27 maggio 1847
1° - Ricevimento degli Illustrissimi Sindaci e Signori di Valle Anzasca da farsi dai Deputati del Consorzio Stradale.
2°- Incontro e ricevimento del Comandante la Provincia d'Ossola, dell'Intendente, Prefetto, e delle altre Superiori Autorità Provinciali, da farsi dai Deputati della Valle Anzasca alla testa de’ Sindaci e de’ Signori Anzaschini.
3°- Rinfreschi a tutta la riunione.
4°- Messa Solenne da celebrarsi dal Vicario della Valle coll'intervento del Clero Anzaschino, delle Autorità, e di tutta la popolazione.
Soliti spari di consuetudine.
5°- Processione in corpo pel luogo dell'incominciamento de’ lavori della Strada carreggiabile Anzaschina; dove si farà dal Vicario la benedizione degli utensili stradali colle preci d’uso, e la benedizione del luogo.
6°- Dopo la solenne benedizione degli istrumenti, questi verranno consegnati al Comandante ed Intendente dell'Ossola, i quali in mezzo ai Rappresentanti di tutte le Comuni di Valle Anzasca, fra i loro Evviva e lo sparo de’ mortaretti, e il suono festoso delle campane, daranno effettivo principio ai lavori della Strada Anzaschina.
7°- Ritorno in corpo alla Chiesa a cantare solennemente il Te Deum a ringraziamento dei lavori felicemente incominciati, indi Benedizione col Sacramento.
8°- Banchetto generale di tutta la Riunione.
9°- Discorso del Presidente del Consorzio, con brindisi a S.S.R. Maestà Carlo Alberto. Spari di mortai e mine.
10°- Discorso di un Deputato del Consorzio con brindisi a Sua Ecc. il Ministro degli Affari Interni, e all'Intendente d'Ossola.
11°- Discorso di altro Deputato del Consorzio, con brindisi alle Autorità Provinciali presenti alla Riunione. Spari e mine.
12°- Scherzo poetico del Segretario del Consorzio, allusivo alla presente circostanza. Fine del banchetto.
13°- Passeggio a Pecciola a vedere l'interno della Valle, rinfreschi.
14°- Accompagnamento delle Autorità Provinciali per parte di tutti i Deputati, Sindaci e Anzaschini.
15°- Grida di giocosi Evviva più volte e a vicenda ripetuti.
16°- Scioglimento della Riunione, ed atto verbale da stendersi dal Consorzio Stradale di Valle Anzasca dell’avvenuto da conservarsi nell'archivio.
Festeggiamenti per l'inizio dei lavori (da una minuta dell'ingegner Protasi)
Il giorno 27 dello scorso Maggio ebbe luogo nel Comune di Castiglione (prov. d'Ossola) la solenne inaugurazione dell'incominciamento dei lavori per la costruzione di una strada carrozzabile lungo la Valle Anzasca da Piedimulera a Macugnaga presso le falde del Monte Rosa.
Una tale strada è sospirata da secoli, non solo per godere de’ comodi che sogliono e generalmente recano le buone strade e per non essere più costretti a percorrere l'attuale faticosissima pericolosissima, ma ben anche ad aderire in modo speciale per aprire un agevole via di trasporto dei lunghi travi di larice e di abete che ha gran dovizia somministreranno i secolari boschi di questa Valle, e per attrarvi gran concorso di forestieri ad ammirarvi il grandioso colosso del Monte Rosa, gli imponenti ghiacciai, le miniere aurifere e quanto di meraviglioso presenta la Valle.
La lunghezza della nuova strada sarà di circa 30 chilometri; della costante larghezza di metri 5, quattro gallerie di cui una sarà di circa 250 metri di fuga con breve interruzione a guisa di…S.M. Degnossi accettare la dedica di questa galleria a chiamarsi GALLERIA CARLO ALBERTO. (L'Ing.re G.B. Mazzeri di Oleggio residente a Milano è l'autore del progetto).
Alla spesa di perizia ascende a L. 792.000 di previsione, ma per diverse costruzioni speciali la spesa reale sarà minore di circa un quinto.
A causa di scarsi mezzi di cui può disporre la Valle, si incominciò ad appaltare la costruzione di un primo tronco fra Castiglione e Cimamulera: fra breve tempo si appalterà quello di altro tronco fra quello e l'abitato di Piedimulera: successivamente da Castiglione a Macugnaga di quattro o cinque distinti appalti a seconda dei mezzi. Questi mezzi consisteranno specialmente di mutui a farsi dalle non mai abbastanza encomiata costituzione della Cassa Centrale di Deposito da estinguersi col reddito dei boschi e con sussidi del R.° Erario e dalla Provincia.
In quest'anno il sussidio del R.° erario fu di L. 12/m e quello della Provincia di L. 25/m.
Una deputazione composta da cinque individui rappresentanti il Consorzio dei nove Comuni della Valle per tutto quanto riguarda la nuova strada. Premessi questi pochi cenni vengo alla descrizione della solennità d’inaugurazione.
Nel giorno 27 di buon mattino arrivarono da Castiglione l'Illustr. Sig. Cav. Folini, comandante della… Il signor Pietro Ragazzone Segretario Reggente ufficio d’Intendenza in assenza dell'Illustr. Sig. intendente Avv. Pietro Boschi, l'Ing. Provinciale Sig. Galleni ed altri distinti personaggi invitati ad onorare la festa, dessi erano raccolti all'ingresso della Valle dalla Deputazione, ed incontrati fra Castiglione e Cimamulera da tutti i Sindaci della Valle e da parecchi Parroci ed ha gran concorso di persone.
Prima di ogni cosa si vuole onorare il celeste favore sulla grandiosa opera che richiamare deve, a nuova e prospera vita l'intera prestigiosa Valle Anzaschina, e venne dal Vicario Foraneo della Valle celebrata solenne Messa accompagnata da musici coerenti e fra lo sparo di mortaretti.
Dopo la Messa l'intera comitiva recossi al luogo da cui si devono principiare i lavori ed ivi dopo solenne benedizione data dal Vicario Foraneo alla tracciata strada e agli attrezzi che servir devono per la costruzione della medesima e il Sig. Comandante la… con pala di ferro, il reggente l'ufficio di Intendenza con zappa, ed il Presidente della Deputazione con punta di ferro e martello diedero principio al lavoro.
In tale istante vivissimi e generali applausi faceva rimbombare tutta la Valle una salva di mortaretti annunciò il felicissimo cominciamento dei lavori che per felice idea dell'Ing Belli membro della Deputazione, parecchie mine precedentemente disposte lungo la linea che segnar deve la nuova strada fra aride balze, scoppiavano pure in quell'istante mostrando così improvvisamente tracciato anche fra quelle balze e sospirato lavoro.
Grande fu la commozione la gioia di quel solenne istante; piangevano di consolazione i vecchi, erano compresi da indicibile entusiasmo i giovani.
Recossi quindi l'intera comitiva di nuovo ai piedi degli altari che si cantò solenne Te Deum di ringraziamento al Dator d'ogni bene, che fu poi seguito dalla benedizione col SS. Sacramento.
Terminate le sacre funzioni i prefati personaggi la Deputazione del Consorzio, i Sindaci e diversi Parroci della Valle con buon numero di altri convitati sedevano a lauto banchetto offerto da una Società della Valle di casa del benemerito Parroco locale Sig. Renato Groppi.
Quanto riuscito animato e giubilante non dirò, ma dirò solo che verso il fine del pranzo alzossi il Presidente della Deputazione e propose ne’ seguenti brindisi:
- Con brindisi alla Maestà del Re alle cui sapienti istituzioni ed amore della Valle il conseguimento della sospirata strada.
- Con grandi e vivissimi applausi venne quindi accolto altro brindisi che l’Ing. Spezia altro membro della Deputazione propose ad onore del Sig. Cav. Comandante del Reggente l'ufficio d’Inditendenza e degli altri distinti personaggi che onoravano la festa.
- Allora il prefato Sig. Cav. Comandante sorse con benevoli ed eloquenti parole commentò l'adunanza del modo con cui si festeggiava la magnanimità e la sapienza del Re ed il grande beneficio ottenuto da cui sarebbero derivati immensi vantaggi alla Valle, e ringraziando l'adunanza degli amorevoli sensi esternati a suo nome e dagli altri invitati facendosi anche loro interpreti propose un brindisi alla Deputazione, ai Sindaci, ed all'intera adunanza quale venne accolto colla più sentita gratitudine.
Ciascun brindisi venne seguito dallo sparo di mortaretti e dallo scoppio di più mine lungo le scoscese balze di cui passar deve la nuova strada, ciò che rendeva lo spettacolo veramente singolare.
Rallegrò infine l'adunanza una gioiosa poesia nel dialetto della Valle composta dal Notaio Folini Segretario della Deputazione di cui non saprei se maggiore sia la leggiadria di versi, la novità di pensieri, la grazia dello stile, il sale de’ concetti, con un'impronta che diresti di Norberto Rosa.
Dopo il pranzo recaronsi i convitati ad ammirare alcuni punti caratteristici della Valle e su declinarsi del giorno la Deputazione ed i Sindaci con gran numero di popolo accompagnarono il prefato Comandante, il R. l'ufficio della R. Intendenza, l'Ing. Provinciale e gli altri personaggi per non breve tratto, ed infine ad accomiatarsi fu occasione di nuovi evviva al Re al Reale Governo e dalle autorità stesse e fu nuova commozione di gratitudine di gioia di tutti gli astanti.
In quello stesso giorno nei Comuni di Bannio e di Vanzone che sono tra i principali della Valle varie persone impedite dal recarsi a Castiglione festeggiarono nel paese l’inaugurazione stessa.
La memoria del giorno 27 maggio 1847 durerà lungamente perenne fra gli abitanti di Valle Anzasca, perché quel giorno ricorderà in ogni tempo il felice cominciamento della strada carrozzabile che deve recarle infiniti vantaggi.
27 maggio 1847Due Deputati del Consorzio Stradale di Valle Anzasca, specialmente incaricati, l'Ingegnere Giovanni Belli e Bartolomeo Rigoli, trovavansi nel mattino del 27 in Castiglione onde ricevere degnamente i Sindaci e gli Anzaschini che intervenivano a questa generale riunione.
Giunti e ricevuti i Sindaci e gli Anzaschini, è venuta l'ora dell'arrivo delle superiori Autorità Provinciali invitate alla festa, tutti in corpo e Deputati e Sindaci ed Anzaschini si recarono incontro alle medesime Autorità cioè il Tenente Colonnello Cav. Folini Comandante della Provincia, il Segretario Ragazzoni rappresentante l'Ill.mo Intendente Boschi assente, Tadini tesoriere provinciale, Galleri Ingegner provinciale, Lesinelli Giudice di Domodossola, e Zavattaro Giudice di Valle Anzasca, i quali erano accompagnati dall’Ing. Gian Domenico Protasi Presidente del Consorzio Stradale e dei due Deputati Stradali l'Ing. Antonio Spezia,e Giovanni Albasini.
Accolti con tutti gentili modi con cui fummo capaci di abbiam condotti nella casa Parrocchiale messa a totale disposizione del Consorzio per questa memoranda giornata: ivi a tutti gli intervenuti furono offerti i rinfreschi.
Venuta l'ora della Messa Solenne, celebrata dal Vicario di Valle Anzasca il Rev .mo D. Gio. Batta. Garbagni, e assistito dal Clero Anzaschino, la riunione recossi alla Chiesa preparata a festa; la Messa procedè come tutte le altre di simil genere, canto alternato con organo, e consueto sparo di mortaretti nei momenti come è di costume.
Terminata la Messa la Riunione recossi processionalmente sul luogo dove si dovevano inaugurare ed incominciare i lavori. Pertanto alla Cappella dei Colombetti in mezzo alle Superiori Autorità, ai Sindaci, al Clero e agli Anzaschini, i Deputati Stradali presentarono al Vicario i vari utensili stradali, il quale dopo le orazioni d'uso benedisse il luogo dell'incominciamento de’ lavori, ed i varii istrumenti: come era sublime quel breve momento: era un silenzio rigoroso, maestoso, l'anima di tutti dolcissimamente fremeva, palpitavano tutti i cuori, gli occhi di tutti fatti umidi da preziose lagrime che spuntavano dal ciglio: se molti avessero dovuto in quel momento parlare, non so se l'intero singhiozzo loro avrebbe permesso di articolare parola: tutti pendevano dalle sacre parole del Vicario che a stento e tremanti per la sua commozione gli sortivano dal labbro: oh prezioso, indescrivibile momento !!!
Fatta la benedizione si consegnarono la zappa rappresentante l'Intendente, il badile al Comandante, lo stampo col martello al Presidente del Consorzio, e un Deputato loro indicò il luogo dove si dovevano effettivamente incominciare i lavori.
Allora al primo muoversi di quegli istrumenti scoppiarono generali applausi, udironsi salve di mortaretti, le campane suonare festa, e si replicarono più volte gli applausi con liete grida e battimano; così venne fatta l'inaugurazione de’ lavori di questa strada carreggiabile di Valle Anzasca, invano desiderata dei nostri padri, e nostro primo pensiero già da dieci e più anni. Anche questo momento fu solenne quando il primo, ma d’un diverso genere: nel primo vi era la gravità del culto, il rispetto delle cose, un misterioso silenzio quasi si direbbe malinconico: questo invece tutto giulivo, tutto confidenza, tutto sorriso, le grida, il guardarsi l'un l'altro, lo stringersi vicendevolmente le mani: quello era un momento che ci rammentava i piaceri dell'estasi paradisea, questo un momento che ci fece sentire la massima delle gioie terrene.
Compiuto la cerimonia, la Riunione si portò di nuovo alla Chiesa dove alla presenza dell'Altissimo fu dal Vicario intonato l'inno Ambrosiano, e cantato da tutta la Riunione, il ringraziamento del buon esito di questa nostr’opera, e dei lavori stradali felicemente cominciati.
Dopo il Te Deum il Vicario compartì la solenne Benedizione. Finite le funzioni ecclesiastiche tutto il Corpo recossi al sontuoso banchetto che per cura del Consorzio e d'una Società d’Anzaschini presentavasi agli intervenuti.
Attorno alla gran tavola, preparata con tutto quel decoro che si potè in questa valle, trovavansi seduti 52 commensali: questi erano:
1 - Folini Comandante la Provincia
2 - Regazzoni Pro Intendente d'Ossola
3 - Protasi Presidente del Consorzio
4 - Tadini Tesoriere Provinciale
5 - Galleri Ingegnere Provinciale
6 - Zavattaro Giudice d'Anzasca
7 - Lesinelli Giudice di Domodossola
8 - Garbagni Vicario d'Anzasca
9 - Croppi Prevosto di Castiglione
10 - Belli Deputato del Consorzio
11 - Spezia Deputato del Consorzio
12 - Bucchetti Arciprete di Calasca
13 - Spezia Sindaco di Bannio
14 - Rigoli Sindaco di Calasca
15 - Samonini Sindaco di Ceppomorelli
16 - Silvetti Sindaco di Castiglione
17 - Albasini Sindaco di Vanzone
18 - Jachetti Vicesindaco di Macugnaga
19 - De Lorenzi Sindaco d'Anzino
20 - Gimellini Curato di Ceppomorelli
21 - Giovanninetti di Bannio
22 - Folini Segretario del Consorzio
23 - Belli di Calasca
24 - Bozzi Pietro di Vanzone
25 - Garbagni di Ceppomorelli
26 - Martinetti di Stabioli
27 - Briani di Mondelli
28 - Rossi di Mondelli
29 - Giachetti Martone di Mondelli
30 - Chilli di Ceppomorelli
31 - Giachetti Martone, figlio di Mondelli
32 - Gorini Gabriele di Vanzone
33 - Bozzi Angelo di Vanzone
34 - Gorini Giuseppe di Vanzone
35 - Gorini Alessandro di Vanzone
36 - Albasini D. Antonio di Vanzone
37 - Fornari cappellano di Bannio
38 - Toietti cappellano di Calasca
39 - Toietti Dottore di Calasca
40 - Mattei Esattore della Valle
41 - Spezia Giovanni di Pontegrande
42 - Spezia Valentino di Pontegrande
43 - Cargioni di Bannio
44 - Rosa di S.Carlo
45 - Borghini D. Pietro di Castiglione
46 - Titoli Pietro di Anzino
47 - Tajletti di Anzino
48 - Pirro di Anzino
49 - Borghini Nicola di Castiglione
50 - Fantola G. Antonio di Castiglione
51 - Paita Antonio di Castiglione
52 - Albasini Nani di Vanzone
Dovevano essere presenti al banchetto, l'Intendente d'Ossola ora in congedo, il Prefetto della Provincia, l'ispettore dei boschi, l'Avv. Fiscali, i quali per private circostanze non hanno potuto della loro presenza onorare il nostro banchetto.
Il pranzo incominciò subito nel bel principio ad essere animato dai discorsi che facevansi i vicini, dalle gioconde espressioni, dal sorriso che vedevasi sulle labbra di tutti, dalle occhiate che si davano reciprocamente i commensali, e in quelle occhiate in quel sorriso stava nascosta la dolcissima espressione che tutti comprendevano: finalmente siamo arrivati in porto.
Dopo il cibo e di vini comuni bianchi e neri, si passò alle bottiglie, allo Champagne, Malaga, Asti, Stradella, Nuaresi ecc. ecc. e allora le private conversazioni fra vicini facevansi più animate e fragorose, quanto alzatosi il Presidente del Consorzio Protasi ridusse il mare in calma, in tutti i commensali in silenzio restavano fissi al dire del Presidente il quale lesse il presente discorso:
Signori.
“Re Magnanimo e Sapiente è uno dei più grandi benefici che la Provvidenza concede ad una Nazione, poiché ad essa ne deriva ogni più gran bene morale e materiale. Osservate infatti come sotto Il glorioso regno di Carlo Alberto la pace la giustizia rendano beati i popoli al paterno suo scettro affidati, come si coltivano e sono in onore tenute, le scienze le lettere e le arti, ed infine come fioriscono il commercio, l'agricoltura e l'industria. Osservate come la sapienza del Re va aprendo da ogni parte grandiosi vie di comunicazione, innalza ponti maestosi, scava grandiosi canali, e come la è sua mercè scompaiono quegli ostacoli che natura pose sulla catena delle Alpi e degli Appennini, opere tutte le quali emulando le più strepitose de’ grandi Monarchi antichi e moderni faranno benedire in tutti i secoli il nome di Carlo Alberto. In tal epoca avventurata di grandiose opere pubbliche, e per effetto delle istituzioni del Magnanimo e Sapiente Re nostro, anche questa nostra remota Valle vede realizzarsi l'antico voto di aprirsi una comoda via, la quale partendo dalla pianura Ossolana mette capo alle falde del Monte Rosa.
Quanto grande beneficio sia per la nostra valle, non è mestieri che io vel dica, ma solo vi dirò che ne siamo debitori a Carlo Alberto, il quale volle dichiarata opera di pubblica utilità la progettata strada, assegnolle sul bilancio del Regio Erario un generoso sussidio, e per maggior nostra consolazione ed a pegno di quell'amore con cui favorisce, e promuove ogni opera diretta alla felicità de’ suoi popoli in qualsivoglia angolo de’ suoi Stati, degnossi permettere che dell'Augusto suo nome si fregiasse la prima Galleria della medesima strada.
Sia dunque onore e gloria, amore e riconoscenza al Magnanimo e Sapiente Re Nostro Carlo Alberto!
Ed oggi che inauguriamo il cominciamento de’ lavori della nuova strada alla presenza dell'Illustre Personaggio che rappresenta la Maestà del Re in questa nostra diletta Ossola, dell'egregio Amministratore della Provincia zelante interprete delle provvide cure dell'illuminato nostro Governo, e degli altri esimii personaggi che ci onorano della loro presenza, e che qui trovansi adunati tutti i rappresentanti di questa ormai fortunatissima Valle, oggi echeggi in modo più solenne e festevole fra i nostri monti il nome di Carlo Alberto, quel venerato nome che i nostri posteri fino alla più tarda età ripeteranno con sempre maggior riconoscenza e venerazione.
Viva il Re Carlo Alberto! Viva tutta la Reale Famiglia!”
Al viva del Presidente risposero fragorosi e unanimi viva di tutta la Riunione: risposero le salve de’ mortaretti: risposero le mine squarcianti la roccia per la Strada Anzaschina: allora un tintinnio pel toccarsi vicendevole de’ bicchieri si fece sentire in ogni angolo della tavola che era in quel momento agitata da un grande pensiero, dal pensiero della gratitudine verso il Re. Il movimento a poco a poco, cessava, i discorsi più rari, il toccarsi dei bicchieri finito, e sembrava che la Riunione fosse in aspettazione. Allora vi fu un tale che sentivasi forte a battere il cuore: tremava nel fondo dell'anima: le di lui mani stringevano convulsivamente sotto il tavolo un foglio di carta: voleva alzarsi e non sentivasi abbastanza forte: ma era pur necessario di farlo: preso coraggio con un bicchiere di generoso champagne coraggioso alzossi dallo scanno su cui pareva quasi inchiodato, la Riunione ritornò silenziosa, religiosamente attenta e allora il Deputato del Consorzio Belli lesse il seguente brindisi:
“Oh perché non volle destino che fossero qui fra di noi in questa preziosa giornata due alti personaggi verso il quale grande è il dovere della nostra riconoscenza! Oh perché non possono dessi godere con noi l'inaugurazione di questa Strada Anzaschina frutto del loro interessamento! Oh perché non possono leggere in ogni nostro sguardo, in ogni nostro sorriso, in ogni moto del nostro cuore i sentimenti più sinceri vivi del nostro amore, della nostra gratitudine!
Ma se non possiamo avere questa bella consolazione, se non possono più dolcemente palpitare i nostri cuori, se bearci non possiamo della presenza di Sua Eccellenza il Ministro degli Affari Interni, degno interprete degli alti generosi sensi del Re Nostro Carlo Alberto: e se a Lui d'accanto non ci è dato vedere l'Illustrissimo Avvocato Pietro Boschi amatissimo e zelantissimo Intendente della nostra Ossola; rendere però possiamo in qualche modo manifesti i sentimenti del nostro pensiero, possiamo però sfogare con applausi la gratitudine e la gioia de’ nostri cuori verso questi due alti personaggi.
Permettetemi adunque Illustrissimi Signori, o Sindaci della Valle concittadini d'Anzasca, permettetemi che io facendomi vostro interprete in questa faustissima circostanza, acclami a nome di tutti voi solenni e sentiti, vivi e sinceri ringraziamenti a’ que’ due che tanto fecero per noi! Unitevi a me affinché i voti di tutti noi abitanti di freddo clima sì, ma di cuore che arde e sente, affinché i voti di tutti noi forti e caldi arrivino là dove umilmente li indirizziamo, e che assiem raccolti abbiamo esser virtù di salire anco alla Celeste sfera: Oh fortunati noi se questi auguri potessero uscir dal labbro come li sentiamo nel cuore!
Oh felice questa bella parte d'Italia, il Subalpino Regno: felice l’Ossola nostra, felice la pittoresca Valle della bianca Rosa, se i nostri auguri saliti a Dio fossero benignamente accolti, che sortissero pel Ministro e pell’Intendente il primo loro successo!
Felici noi …! Ma la commozione di cui io mi sento pieno è quella che leggo nel volto di ciascuno di voi mi toglie la forza di continuare… Mi lascia però ancor quella di poter esclamare, e Voi fatemi eco, di poter con tutta l'anima esclamare:
Grazie, Voti, Evviva sian resi dagli Anzaschini al Cavalier De Ambrosis!
Grazie, Voti, Evviva sian resi dagli Anzaschini all'Intendente Boschi!
E preso in mano il colmo bicchiere, il dicitore ripeté: Evviva Evviva!
Tutta la riunione ripetè anch'essa clamorosamente e replicamente: Evviva.
E non udivasi in quell'istante che i fragorosi colpi dei mortaretti, e delle mine stradali, e il suono dei bicchieri alternati col viva, con de Ambrosis e con Boschi.
Ritornata insensibilmente la calma fra i convitati, e fattasi nuovamente un altro silenzio, alzossi il deputato del consorzio Spezia che fra vivissimi applausi fece un brindisi in onore di tutti i distinti personaggi che onorarono la testa.
(Non è stato possibile reperire il saluto fatto dall’Ing. Spezia).
Terminato il dire del Deputato Spezia, rinnovaronsi gli “evviva” della Riunione, e udivansi nuove salve dei mortaretti e nuove mine della strada.
Alzatosi il Comandante della Provincia è fattosi silenzio disse alla Riunione parole di ringraziamento e di congratulazione con gli Anzaschini, tanto come rappresentante il Sovrano quanto per parte di tutte le Autorità invitate, che noi terminammo con nuovi “Evviva”. In seguito il Segretario del Consorzio, che nasconde in testa fra tante e tante cose, anche una scherzosa vena poetica, lesse la seguente ode Bernesca a fin di scherzare e di fare più giuliva tutta la riunione nostra.
(Qui l'ode scherzosa in lingua d'Anzasca non è reperita).
Questa ode veniva ad ogni proposizione interrotta da scoppi di rissa e da battutine della compagnia, verso quelli ai quali le proposizioncelle venivano indirizzate.
Allegri infinitamente adunque incominciò, seguitò, e terminò il banchetto.
Alzata la comitiva della tavola ed uscita nella piazza comunale, si propose dal Comandante la passeggiata a Pecciola onde vedere l'interno della Valle Anzasca in ciò che ci permettono i monti vicini. Là ha Pecciola ci fermammo fra quei casolari. Si bevvero generosi vini, si fecero reciproci evviva si intonarono voci all'alpina, insomma si passò un'ora veramente e deliziosamente campestre. Ritornati a Castiglione avvicinavasi il momento in cui gli abitanti della Valle dovevano separarsi dai loro amati Superiori. Si procurava di allontanare questo momento ma finalmente si dovette cedere. Messici dunque tutti in cammino li accompagnammo fino alla Cappella de’ Colombetti, dove si beve la bottiglia di congedo fra altri e più clamorosi “Evviva”. Finalmente ci licenziamo. Doloroso momento !!
Gli Anzaschini fermatisi nella piazza del Comune gridavano “Evviva”, facevano segnali ad ogni risvolto del Monte che passavano i nostri convitati, ed essi altrettanto facevano dall'alto. Giunsero alla Cappella di S. Lucia. Allora facemmo l'ultimo sforzo, l'ultimo viva, l'ultimo segno, l'ultimo addio.
Gli Anzaschini intanto incominciarono a diradarsi, partirono i più solleciti delle loro cose, poi i più anziani, indi i più lontani, e così trovavansi in Castiglione alcuni pochi, rappresentanti però l'intera Valle; questi bevvero alla salute d'Anzasca, all'unione fra i suoi abitanti, e al residuo di Valle Anzasca.
Indi il Deputato Stradale salito su di un muro propose che la successiva domenica 30 maggio, con pranzo da farsi in Pontegrande, in campagna, al quale fossero invitate anche le Signore.
Accolta favorevolmente la proposizione e pel giorno e pel luogo e per le Signore, lasciando a ciascuno di avvertire quelli del proprio Comune, si licenziò anche quel tenue ma forte residuo Anzaschino.
Tutti partirono, rimase solo in Castiglione fra tanti e tanti che, un solo Deputato Stradale, quello a cui molto si debbe l’andamento di questa inaugurazione. Rimase meditare solitario su questa memorabile giornata.
Atto di deliberazione del Consorzio Stradale di Valle Anzasca.L'anno del Signore milleottocento cinquantaquattro ed alli tre di agosto, in Bannio, nella solita sala delle adunanze.
Convocata e adunatasi d'ordine del Sig. Caval. Ing. Gio Domenico Protasi Presidente la Deputazione Consortile della Strada di Valle Anzasca nella persona dei signori:
Cav. Gio Domenico Protasi,
Ing. Giovanni Belli,
Rigoli Bartolomeo,
Giovanninetti Bartolomeo.
Numero 138 bis Inaugurazione della Galleria Carlo Alberto e della nuova strada fino a Pontegrande.
Alla quale deputazione il Presidente espone come a seconda del desiderio più volte manifesto sarebbe conveniente ora che la nuova strada trovasi pressoché compiuta, che si inaugurasse l'apertura della medesima colla maggiore solennità possibile trattandosi di opera di grandissima importanza per se stessa, la quale chiama a nuova vita questa povera Valle, che sarà non ultimo ornamento della Prov. d'Ossola. S'aggiunge a tale considerazione, che la strada da Piedimulera a Pontegrande dovrà quanto prima essere classificata fra le provinciali. La deputazione sentita la fatta proposta, e considerando che generale è il voto della popolazione della Valle di vedere inaugurata l'apertura solenne della strada, e la dedica della galleria alla memoria del magnanimo Carlo Alberto a seconda della deliberazione 10 ottobre 1846, che è conveniente che una tale inaugurazione abbia luogo prima che la strada stessa sia classificata provinciale, e passata sotto la direzione di altra amministrazione, unanime delibera di procedere alla solenne inaugurazione della strada nel giorno ventuno del corrente mese od in altro giorno prossimo, che si rimette alla discrezione del Sig. Presidente incaricando lo stesso Presidente:
1) - d’invitare ad onorare della loro presenza il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dei lavori pubblici Paleocapa, l'Intendente generale della divisione, l’Intendente della Provincia, nonché le altre primarie autorità della Provincia, i deputati dell'Ossola Superiore e Inferiore, il Presidente del Consiglio divisionale di Novara e del Consiglio provinciale di Novara dell'Ossola, l'Ingegnere della Provincia come pure l'Intendente generale Pietro Boschi, l'Intendente Giuseppe Boschi, e l'Ingegnere capo Gerolamo Callerio, questi pel vivo interessamento dimostrato a favore di questa strada mentre erano preposti all'amministrazione degli affari economici di questa Provincia, l'Ingegnere Gio. Battista Mazzeri autore benemerito del progetto generale della strada di Valle Anzasca, e di fare l'acquisto di due vedute prospettiche nella Valle Anzasca in colore litografate a per essere presentate l'una al signor Conte Cavour Presidente del Consiglio dei Ministri e l'altra al Commendatore Paleocapa ministro dei lavori pubblici.
2) - di fare scolpire sulla viva roccia all'ingresso della prima galleria le parole = A CARLO ALBERTO = la Valle Anzasca = riconoscente = 1847=. Dando la data di quell'anno invece dell'anno 1846, per ricordare l'epoca precisa in cui furono iniziati i lavori per l'apertura della nuova strada.
3) - di fare scolpire sopra tavola di marmo apposita inscrizione, la quale ricordi la festa dell'inaugurazione.
4) - di invitare i Sindaci della Valle a prendere parte alla solenne inaugurazione e provvedere ad un tempo nel rispettivo loro Comune a quegli apparati che meglio crederanno convenienti al maggiore festeggiamento.
5) - a provvedere perché in Pontegrande nel giorno dell'inaugurazione abbia luogo un banchetto da offrirsi ai Signori Ministri ed altri invitati a spese del Consorzio, ammettendo al banchetto stesso coi membri della deputazione e Sindaci dei vari comuni tutti quei cittadini della Valle e dell'Ossola che vorranno concorrere o meglio ornare il banchetto stesso, pagando però tutti i membri della deputazione, i Sindaci, ed altri cittadini la loro quota del pranzo stesso.
6) - di procurare l'intervento di una banda musicale, la quale con scelta musica festeggi l'arrivo dei Ministri a Piedimulera la funzione della dedica della galleria, ed accompagni la comitiva fino a Pontegrande ed allieti le ore del pranzo.
7) - di dare infine tutte quelle disposizioni, che saranno necessarie pel miglior decoro della funzione, per presentare quindi a questa deputazione la distinta nota delle spese che occorreranno onde provvedere poscia al pagamento delle medesime.
Del che si è redatto il presente verbale letto alla voce dal Segretario e dalla deputazione firmato:
Protasi presidente,
Belli Gio Deputato,
Rigoli Deputato,
Giovanninetti Deputato,
Folini Segretario.
Regio Consiglio d’Intendenza Generale di Novara.
Rappresento l'Ingegnere Sig: Giovanni Battista Mazzeri di Oleggio, e da più anni domiciliato in Milano che avendo vari possessori ed abitante della Valle Anzasca, concepita l'idea di aprire entro la l'ìstessa Valle una strada carreggiabile per rimediare all'infelice condizione di dette Comuni mancanti di mezzi sufficienti di comunicazione fra di loro, e di trasporto dei loro prodotti consistenti nella massima parte di legnami d'opera, e legna da fuoco, invitarono l'Esponente a fare una gita sul luogo, onde esaminare, se fosse possibile l'esecuzione del menzionato progetto e nel caso affermativo, quale potesse essere l'andamento della strada per raggiungere lo scopo fine e procurando di attraversare con essa gli abitati principali di detti Comuni, il che venne eseguito dall'Esponente, il quale inoltre all'interpellazione, che gliene venne data, accennò pure ad altri mezzi, che più facile ne avrebbero renduta l'esecuzione.
In seguito a ciò l'Esponente venne essi pregato di redigere l'opportuno progetto per la formazione di detta strada ed egli ben di buon grado vi aderiva nell'anno 1836 con lettera del 24 ottobre, nella quale in sostanza proponeva di occuparsi dell'opera gratuita ad eccezione di quanto gli potesse occorrere per le spese relative, e la ricognizione di chi lo coaudiuvasse, ed il consiglio dei Comuni di detta Valle, deliberava conformemente con atto del 5 gennaio 1837 approvato dalla Regia Intendenza con decreto delli venti stesso mese, e come venne notificato all'Esponente con lettera delli venti febbraio successivo contenente una parte di detto ordinato del seguente tenore:
“E’ informato ora cotesto Consiglio che l'Egregio Sig. Ing. Mazzeri milanese convinto dei grandi vantaggi che mediante la formazione di una regolare stradale lungo l'intiera Valle Anzasca, si recherebbe tanto a questi abitanti che nel commercio e nella speranza, che qualche Società Milanese possa con qualche commerciale speculazione coaudiuvare l'eseguimento, generosamente si offrì di formarne il progetto con il sussidio di abili Ingegneri, rilevandone disegno nella prossima primavera, mediante la tenue gratificazione di lire otto di Piemonte al giorno, oltre le spese di viaggio, trasporto e cibaria alle persone addette a tale operazione”.
All'appoggio di siffatta comunicazione l'Ingegnere Mazzeri si fece a compilare il progetto, essendosi valso eziandio di persone, che oltre le ordinarie cognizioni, della professione, avevano anche quella del disegno topografico e ciò per evitare il più possibilmente le spese, e per lo stesso fine indusse li predetti suoi collaboratori a portare il lavoro giornaliero a orario maggiore del consueto, ed a riservare al tavolo una parte di quei lavori che avrebbero potuto fare in campagna, e per questo, per risparmiare le spese del vitto, e dell'alloggio.
E mediante tali sollecitazioni poté rassegnare alla Regia Intendenza di Pallanza il suo lavoro completo, che non solo era benissimo accolto ma si manifestarono all'Esponente da quel Sig. Intendente con lettera 18 luglio 1848 i più distinti ringraziamenti, come interprete eziandio, come si esprimeva, dei sensi della ben ricevuta di riconoscenza dei Comuni della Valle Anzasca al lavoro rassegnato univa l'Esponente una par retta di L. 4220,54 avendone diggià spedita un'altra di L. 1433 sull'istanza del Segretario dei Comuni di detta Valle. Esse contenevano il puro ammontare delle spese, che l’Esponente aveva dovuto sostenere, sia per le così dette forzose, sia per la tenue ricognizione data che Le aveva coaudiuvate nella compilazione del lavoro. Di tali spese assicurato il rimborso al più presto colla sopra citata lettera del Sig: Intendente di Pallanza, in data dieciotto luglio 1840.
Nulla avendo l'Esponente avuto in riscontro, si rivolse di nuovo alla prelodata Regia Intendenza, e seppe, che il progetto era stato come comunicato al Ministero dell'Interno e di Finanze, e che dietro il parere del Consiglio permanente era stato bene accolto, ed encomiato, ed erasi pure esternato il divisamento di ringraziare l'Ingegnere Mazzeri dell'opera gratuita prestata, e che le spese da Lui esposte si dovessero integralmente pagare.
Ma neppure in seguito a ciò potè l'Ingegnere Mazzeri ottenere il pagamento di dette spese, ed anzi ebbe a sapere con sua sorpresa e poi per lettera delli cinque ora scorso luglio dello stesso Sig. Intendente che le Comunità facevano eccezione le spese suddette, ed anzi avevano deliberato come dei Convocati che aveva sott'occhio di pagare le L. 1433 e i due terzi delle altre L. 4220,54 salvo a vedere sottoposta la questione alla decisione formale del Consiglio d'Intendenza Generale di Novara.
Lungi l'Esponente di aspettarsi un simile trattamento dopo quanto aveva fatto a favore di dette Comunità, e nelle circostanze, che non può aderire ad alcun ribasso per trattarsi di somma da esso erogata per le cause in detta parcella spiegate, trovasi costretto, suo malgrado, d’invocare contro dette Comunità il prescritto dalla Legge, e da quest'oggetto se ne ricorre a questo Regio Consiglio di Intendenza Generale.
Supplicandola a volersi degnare d’ingiungere Le Comunità di Valle Anzasca, che sono quelle di Bannio, Borgone, Calasca, Castiglione, Macugnaga, San Carlo e Vanzone, al pronto pagamento fra breve termine, delle somme come sopra parcellate, che rilevanti in totale di lire cinque mille, cinquecento quarantatre, centesimi cinquantaquattro coi relativi interessi, al meno dalla giudiziale domanda è ciò, previo mandato alla Regia Intendenza di Pallanza, di trasmettere a quest'ufficio tutti li tipi e carte di questa pratica dal Ricorrente rassegnata alla detta Intendenza, non che gli ordinati relativi di dette Comunità, salve, nel termine da prefiggersi pel pagamento, le Comunità abbiano cause in contrario da addurre, che dovranno esporre in contraddittorio davanti a questo stesso Consiglio nel termine prefiggendo dal medesimo, e con prevvedersi come meglio.
Dichiara il Ricorrente di eleggere il suo domicilio in questa Città presso il Causidico Collegiato Giacomo Ferraris, e di depositare presso questa segreteria:
1° Lettera venti febbraio 1837, contenente parte della detta deliberazione delle Comunità di Valle Anzasca delli cinque gennaio 1887, ed il decreto d'approvazione venti stesso mese, e sottoscritto Giovanni Follini sostituto Segretario.
2° Lettera dieciotto luglio 1840, del Sig. Intendente di Pallanza Cavaliere Pernate.
3° Specifica venti ottobre 1837 per Lire millequattrocento trentatre.
4° Altra specifica tredici luglio 1846 di L. 4114,54. Col richiamo della precedente, e formante in totale l'ivi espressa somma di L. 5543,54 nuove di Piemonte.
Sottoscritto all'originale Dottor Giacomo Ferraris.
Copia conforme Dottor Giacomo Ferraris.
Da pubblicarsi alla chiesa parrocchiale di Castiglione.
MEMORIE pella INAUGURAZIONE della STRADA CONSORTILE di VALLE ANZASCA.Nel principio del paese di Piedimulera, fra la casa Protasi e l'orto Moise verrà costrutto un arco trionfale a spese del Comune ed ivi si troverà il Sindaco coll'Amministrazione di Piedimulera, il Clero, le Scuole maschili e femminili, il picchetto di Guardia Nazionale, onde ricevere degnamente da parte di Piedimulera i Ministri e la loro compagnia.
Fra la Casa Ranzoni e la Casa Protasi, ove ha incominciamento la Strada Consortile di Valle Anzasca, verrà a spese del Consorzio costrutto un arco trionfale con apposita iscrizione: ivi si troverà il Consorzio intero a ricevere i Ministri, discorso analogo del Presidente, ed entrata nella Valle. I Ministri pei primi, indi impiegati Superiori che li accompagneranno: i Deputati del Consorzio uniti agli uni e agli altri per tenere informata delle cose notevoli della strada e della Valle la Comitiva, in seguito tutti gli altri accorrenti.
Sarebbe bene fare la salita a piedi coi legni dopo seguenti la riunione.
Giunti alla Prima Galleria vi si troverà un arco trionfale, e la Galleria chiusa artificialmente, la compagnia si fermerà.
Assieme a i Sindaci saranno qui anche gli impiegati Mandamentali ed il Clero dell'interno della Valle, e il maggior numero possibile di persone.
Dopo alcune parole commemorative sul titolare delle Gallerie, Carlo Alberto, verranno invitati i Ministri ad aprire il passo entro la medesima Galleria. A quest'opera evviva da ogni parte, mortaretti in lontananza, Banda musicale.
Aperta la Galleria si affiancheranno ai Ministri ed Intendenti, tutti i Sindaci della Valle accompagnati da quelli Anzaschini che vorranno prendere parte alla festa.
Questo momento sarà molto tenero per chi sente nel cuore: la Valle Anzasca era come divisa dal resto degli uomini per l'ostacolo dello scoglio di Cimamulera, fu vinto l'ostacolo colle Gallerie ed aperta l’uscita alla popolazione della Valle.
Scoprimento della lapide a Carlo Alberto. Continuazione del viaggio. Ai Gozzi, frazione di Cimamulera, si incontrerà l'arco di questo Comune, col Sindaco, il Consiglio, il Clero, le Scuole maschili e femminili. Fatto il ricevimento il Sindaco e chi vorrà unirsi seguirà la comitiva.
A Castiglione presso l'abitazione Silvetti arco trionfale di questo Comune coll'Amministrazione, Clero e Scuole. Alla Gurva di Calasca poco prima dell'Albergo Miretti vi sarà l'arco trionfale di Calasca coll'Amministrazione Comunale, Clero, Scuole maschili e femminili e la Compagnia della Guardia Nazionale, la popolazione farà il ricevimento in quei modi migliori che crederà il Consiglio.
Presso Pontegrande si troverà l'arco del Comune di Bannio col Sindaco, l'Amministrazione, il Clero le Scuole tutte e la Compagnia della Guardia Nazionale che farà quel ricevimento che crederà opportuno.
Terminato così il cammino sulla Strada Consortile, Ministri e Intendenti ed invitati e popolo si raduneranno in un altare preparato appositamente nel piano di Pontegrande, essendo troppo angusto l'Oratorio per tanta popolazione, e il Vicario col suo Clero intoneranno un Te Deum al quale risponderà la popolazione tutta.
Terminato il ringraziamento religioso, ci raccoglieremo tutti sotto un'altra tenda ad una refezione generale a cui saranno invitai i Ministri e gli altri impiegati Superiori.
Tale pranzo sarà fatto in modo da avere il maggior numero di commensali possibili limitando i costi al puro necessario. Terminato il pranzo sarà finita la festa d’inaugurazione e sciolta la compagnia.
FESTA di INAUGURAZIONE della STRADA CARREGGIABILE di VALLE ANZASCA che si terrà PontegrandeIntervenuti:
Paleocapa Ministro
De Raimondi Intendente Generale
Zanatti Intendente
Pernati Deputato al collegio
Callerio Ing. Provinciale
Schioppo Ing. Provinciale
Rossi Ing.
Cobianchi Dep.
Botta Dep.
Santini Avv. Fiscale
Montilini Giudice del Mandamento
Garbagni Vicario della Valle
Delucchi Impresario per la costruzione della Strada
Rejna Comandante Provinciale
Protasi Gian Domenico Presidente del Consorzio
Belli Giovanni Membro del Consorzio Ing.
Spezia Antonio Membro del Consorzio Ing.
Folini Giovanni Segretario del Consorzio
Rigoli Bartolomeo Membro del Consorzio
Spezia Giovanni Tesoriere del Consorzio
Fantonetti di San Carlo
Spezia Giuseppe di Pontegrande
Spezia Antonio di Giuseppe di Pontegrande
Prelli Antonio di Calasca
Toietti Antonio Dottore di Calasca
Giovanninetti Bartolomeo di Bannio Membro del Consorzio
Rosa Lorenzo Esattore
Casoletti Cristoforo Segretario
Nicolòfino Maestro in casa del signor Giuseppe Spezia Pontegrande
Pirro Carlo di Anzino
Zani Bartolomeo Avv. di Bannio
Priani Giovanni
Samonini Sindaco di Ceppomorelli
Tojetti Vincenzo di Anzino
Silvetti Sindaco di Castiglione
Fra i presenti si sono numerose persone che non è stato possibile identificarne la personalità o la carica.
Inaugurazione della galleria 26 agosto 1854Signor Ministro!
Signori!
Qui orride balze, spaventevoli dirupi erano ostacolo immenso, insuperabile dagli Anzaschini per dotare la loro Valle di una comoda via: ma pure il pertinace e concorde loro volere confortato dal Magnanimo Carlo Alberto giunse a superarlo: grazie alla sapienza e dalla munificenza dell'Augusto Re, qui come altrove, fu vinta la natura.
Al Re Magnanimo, Lui annuente, volle la Valle Anzasca che questa Galleria fosse consacrata, ed ora Voi Ministro del suo Degno Figlio e Successore, Voi che ne riduceste in atto i sublimi ardimenti, Voi che ai Lavori Pubblici del Regno con tanta sapienza presiedete, Voi siate Auspice alla solennità dell'apertura e della dedica di questa Galleria che noi Anzaschini chiameremo sempre con glorioso nome di Carlo Alberto, nome che ricorrerà ai più lontani nipoti la gratitudine nostra, e quella che anch'essi dovranno al Magnanimo Re, al Datore dello Statuto, al Martire dell'Indipendenza Italiana.
Brindisi in Pontegrande 26 agosto 1854Compiono sette anni da che noi demmo principio col favore del magnanimo Carlo Alberto alla grandiosa via che oggi inauguriamo: corsero frattanto tempi fortunosi i quali fecero temere incagli alla già difficile impresa; ma no, che al Magnanimo Re succedette il leale e degno suo Figlio il Generoso Vittorio Emanuele, e Questi seppe con esempio unico di costanza e di lealtà conservare incolume lo Statuto, mantenere alto il Vessillo d'Italia e coll'opera di Sapienti Ministri e col concorso delle Camere dare ad un tempo il più efficace e straordinario impulso in ogni parte del Regno ad opere degne dei più bei tempi di Roma; l'opera nostra, o Signori, proseguì pure non ultima in ardimento e costanza di proposito, e mentre oggi la inauguriamo, non possiamo fare a meno di volgere il pensiero al Generoso Re e allo Statuto; epperciò io propongo un: Evviva al Re Vittorio Emanuele e allo Statuto!
Brindisi in Pontegrande 26 agosto 1854.(2)Signori!
Duolmi che, a vedere compiuta la soddisfazione nostra, non vedansi sedere fra noi anche gli Egregi Intendenti Boschi, l'uno Intendente Generale della Divisione di Vercelli, e l'altro intendente a Saluzzo, impediti da incongrui impegni del loro ufficio.
Dobbiamo al primo l'attivazione del Consorzio, l'incominciamento dei lavori, ed il conseguimento dei principali mezzi per la grand’opera che inauguriamo. Al secondo e più efficaci provvedimenti per il sollecito suo progresso. Saluto invece con gioia la presenza dell'Egregio nostro Intendente Generale della Divisione, Conte De Rajmondi, del già nostro Intendente, ed ora Deputato Cavaliere Pernati, e dell'esimio personaggio che ora presiede a questa Provincia, Sig. Zanotti.
Dobbiamo al primo il Decreto che fu il primitivo nucleo dell'opera; alle provvide cure, e buoni Uffici dei secondi, il prospero successo di essa, e di questo felice avvenimento.
Al benevole e illuminato zelo costante di tutti questi egregii personaggi deve questa Provincia le ammirabili comede vie che ne uniscono a più stretta fratellanza le quattro principale sue Valli.
Viva e perenne sia la gratitudine verso questi benemeriti per tanto interessamento, sincero pegno che il loro appoggio non verrà mai meno al bene ed al lustro di questa Provincia di loro affezione. Sicuro interprete dei sentimenti di voi tutti, e della Provincia intera propongo un brindisi agli ottimi intendenti:
De Raimondi,
Boschi,
Pernati,
Zanotti.
Le opposizioniPer quanto l'apertura della strada di Valle avesse una notevole importanza per lo sviluppo commerciale e per la facilitazione delle comunicazioni, non tutti la vedevano sotto questo aspetto, anzi, come ogni manifestazione dell'attività umana, anche in questo caso esistevano gli avversari che potevano esserlo per partito preso, o per fare semplicemente dell'opposizione, oppure per vedute ben diverse, per le alternative di percorso o a difesa di interessi personali, più o meno giustificati o giustificabili, come ben esposto dall'Ing. Belli.
I ricorsi presentati dai Comuni.L'Ing. Belli raccolse e ordinò gli Atti Consolari dei Comuni in un compendio ristretto per l'esame dei ricorsi presentati, che qui esponiamo:
Piedimulera
Fece le osservazioni in due tempi esponendo:
1° - Tagliandosi in non molti anni pressoché tutti i boschi de’ quali sono popolate le montagne della Valle, si verrà ad avere scarsezza di legna da ardere, oggetto questo importantissimo in luoghi in cui il freddo si fa sentire per due terzi dell'anno.
2° - Con il taglio dei boschi e con il rotolamento de’ tronchi recisi si formano rovine e scoscendimenti che in caso di divelte piogge e escrescenze dell'Anza e d’altri meno importanti sono fatali, ed un funesto esempio si ha nelle escrescenze avvenute negli anni 1834 e 1839, epoca in cui si tagliavano nella Segnara piante mature al taglio, smovendo la terra e formando scoscendimenti e danneggiando i ripari di Piedimulera e il ponte sulla strada del Sempione detto alla Masone.
3° - Atterrando simultaneamente molti i boschi si faciliterebbero nella stagione invernale le cadute delle valanghe che rovinerebbero interi paesi, e si avrebbero annualmente a deplorare e piangere non poche vittime.
4° - Nella costruzione della strada verrebbero a cadere nel torrente Anza un'immensa quantità di materia escavata e grossi macigni che pure formerebbero delle rovine nel cadere empirebbero il letto del torrente che avendo a gonfiarsi trasporterebbe tale materia che farebbe sicuramente diroccare il nuovo riparo sull'Anza e metterebbe in pericolo la strada del Sempione oltre agli altri danni.
5° - Più di duecento famiglie vivono giornalmente trasportando viveri e mercanzia da Piedimulera nell'interno della Valle, e queste resterebbero prive di sussistenza.
6° - Come si potrà mantenere una si dispendiosa strada ?
7° - Favorisce i traffici e le speculazioni di ben poche famiglie già abbastanza facoltose, mentre è di danno generale all'intera Valle.
2-1° - Non è regolare la Deputazione del Consorzio Stradale per non essere stati sentiti i Comuni di Piedimulera e Cimamulera.
2-2° - Sarebbe la strada utile unicamente a pochissime famiglie col favorire le loro commerciali speculazioni.
2-3° - Danno evidente a trecento e più famiglie che traggono la sussistenza dal trasporto de’ generi all'interno della Valle.
2-4° - La materia escavata per la costruzione della strada cadrebbe nel torrente formandovi frane, ed apporterebbe un riempimento tale che alzerebbonsi le acque, e produrrebbero danni alle arginature dell'Anza, alla strada del Sempione, al Ponte della Masone.
2-5° - La totale distruzione de’ boschi sarebbe causa di straordinarie piene apportatrici di immani danni.
2-6° - All'atterramento de’ boschi faciliterebbe le frane e le valanghe le quali nella stagioni d'inverno e di primavera porrebbero a pericoli i viatori e schiacciano i paesi.
2-7° - Come si provvederà alla manutenzione di tale strada ?
2-8° - Non concorrerà mai e poi mai nella più piccola parte di opera.
Protasi; Mazza; Bassi; Albertazzi Seg.
Queste dichiarazioni sono fatte dalle persone più stimate del Comune che si dichiarano consapevoli del pensiero di tutta la Valle.
Cimamulera Elaborò le sue considerazioni in due momenti:
1° - Favorisce le speculazioni ed i negozi di ben poche famiglie rovinando e riducendo a miseria molte altre famiglie che vivono quotidianamente trasportando commestibili e altri oggetti e mercanzie per l'interno della Valle.
2° - Con il taglio di molti boschi non vi sarebbe più modo di riparare le case e i paesi interni dalle cadute delle valanghe nella stagione invernale, e molte povere famiglie morirebbero dal freddo per mancanza di legna da ardere nella fredda stagione che incomincia in novembre e termina in maggio.
3° - Tagliati i boschi e ridotte le piante in borre queste si gettano dalle cime dei monti nel fondo delle valli, e colla loro caduta si smuove il terreno e si formano rovine che in tempo d’escrescenza dei torrenti via trasportano case e campagne, casi questi che sgraziatamente si rinnovano ben sovente nei nostri paesi di montagna.
4° - La strada carrettiera non scorre nel centro di questo Comune ove passa l'attuale ciò che si potrebbe di leggeri eseguire e con minori spese facendo una strada più solida, meno pericolosa e più praticabile d'inverno, mentre l'attuale passa per rocce scoscese e malferme, per cui abbisognano anche delle lunghe gallerie, asilo degli assassini e malviventi.
2-1° - Il Consorzio stradale preso dal fanatismo per la costruzione della strada non vede i danni che la medesima farà alla Valle.
2-2° - Favorisce ben poche famiglie e già di troppo doviziose colle prosperità de’ loro traffici.
2-3° - Trecento e più famiglie vivono trasportando nella Valle i generi di cui abbisogna, e sarebbero gettate nella più infelice miseria e desolazione costretti a questuare per mantenersi in vita.
2-4° - Immensa copia di materiali che cadendo nell'Anza empirebbero il letto e sarebbe certa in tempo di successive piene la rovina del riparo fatto costruire dal Regio Governo, nonché della strada del Sempione e del ponte della Masone.
2-5° - Faciliterebbe la caduta delle valanghe che rovinerebbero paesi intieri.
2-6° - Tagliati i boschi si faciliterebbero le frane e scoscendimenti massimi in tempo di pioggia
2-7° - Chi penserà alle spese che si incontrerebbero gravissime nel mandare a termine la costruzione di questa strada? Con quali mezzi farvi fronte?
2.8° - Cimamulera non potrà né vorrà concorrere alla di lei costruzione.
2-9° - Si potrebbe facilmente con molto minor spesa, facendola più solida meglio praticabile nei mesi d'inverno, meno pericolosa col farla passare dal centro di Cimamulera.
2-10° - Immensa la spesa e non riducibile per l'omissione delle barricate perché necessarie indispensabili o pei prezzi di perizia.
2-11° - Non doversi fidare il Consorzio sula imposizione dei fuochi di banca e sui sussidi annui della Provincia, perché tutta la Valle si renderà opponente pei primi, e non certi i secondi.
2-12° - Quando anche fosse interesse della Valle e di questo Comune, questo verrebbe a scomparire a fronte della manutenzione che ammonterebbe a più di 50 mila Lire annue.
Guglielmazzi; Muzio; Ciatti; Lana; Albertazzi Segr.
Dichiarazioni fatte dalle persone più stimate del Comune che si dichiarano consapevoli e rappresentanti l'opinione dell'intera Valle.
Castiglione1° - Il progetto della strada non è confacente alle strettezze di questa Valle ammontando esso a poco meno di un milione di franchi
2° - Favorisce gli interessi dei membri del Consorzio, i loro negozi e speculazioni e quelli che di ben poche altre famiglie, ed è di rovina e grande discapito all'intera Valle
3° - Per far fronte alle spese della strada si verrebbe spogliare la Valle di buona parte dei boschi e si pretenderebbe d’imporre delle tasse che pure riuscirebbero assai gravose rendendo sempre più povera la Valle stessa.
Questo lo dicono i maggiori possidenti e i capi di casa del Comune, e dicono esser tale il pensiero di tutta la popolazione.
Calasca1° - Non si trova la Comune nel passaggio di questa strada carreggiabile.
2° - Trovasi la Comune di Calasca ormai spopolata di boschi specialmente di piante da spina
3° - Tende la strada a favorire ben poche doviziose famiglie ed a far prosperare i loro traffici, ed essere invece immenso danno all'intiera Valle
4° - In poco tempo la Valle sarà privata in intieramente di boschi e conseguentemente di legna da ardere in luoghi ove l'inverno dura più di sei mesi.
5° - Si faciliterebbe la caduta delle valanghe che avrebbero a coprire e rovinare paesi intieri
6° - Molte famiglie vivono trasportando le vettovaglie da Piedimulera per l'interno della Valle verrebbero a mancare affatto di sussistenza non parte considerate, non solo pei luoghi da esse percorse ma eziandio pei paesi limitrofi e pella società in generale: questa è una massima inconcussa e da tutti ammessa; vi possono però talora riscontrarsi alcuni casi in cui una strada può recar danni a qualche particolare interesse più o meno esteso, ma questi danni sono sempre momentanei e passeggeri e non mai da potersi porre nella bilancia coi generali vantaggi che sempre ridondano alla Società.
Forse la strada carreggiabile di Valle Anzasca apporterà danno ad alcuno negoziante di Piedimulera e di Cimamulera, forse potrà recar danno a molte donne di Castiglione che trasportano commestibili nell'interno della Valle, ma ripeto, sarà sempre passeggero e giammai da porsi in confronto cogli incalcolabili vantaggi che essa potrà apportare all'intera Valle.
L'asserire poi che lo stradale di Valle Anzasca favorisce solo gli interessi dei membri del Consorzio è tale cosa a cui il Consorzio crede di non dover rispondere temendo di potersi avvilire male essendo a tutte le circostanze e lo stato in cui trovansi tutti i Deputati del medesimo.
2° - Fatta la strada carreggiabile le Comuni tutte, in pochi anni faranno tagliare i molti boschi de’ quali sono popolate le montagne della Valle, e così non vi sarebbe più modo di riparare le case e i paesi interni della Valle dalla caduta delle valanghe, le quali rovinando coprirebbero intieri paesi; non vi sarebbe più legna da ardere nella stagione invernale e dura nella Valle sei, sette, otto mesi, e in poco tempo molte povere famiglie morirebbero dal freddo.
Chi assicura che in pochi anni non verranno tagliati tutti i boschi della Valle ?
Non tagliasi mai alcun bosco se non dopo la deliberazione dell'Amministrazione Comunale, se non dopo l'autorizzazione dell'Autorità che la tutela, se non sottomettendo l'acquisitore del bosco a tutte le sagge cautele prescritte dalle vigenti leggi forestali.
In questo modo non si potrà mai tenere uno spoglio di boschi, ma invece con una buona ed oculata amministrazione boschiva tutte le Comuni potranno quasi ogni anno tagliare tronchi di bosco senza esaurirlo mai.
E falso il pericolo delle cadute delle valanghe sopra intieri paesi mentre la ove trovasi soltanto il dubbio di tale pericolo, là anche attualmente è bando, è proibito il taglio, e le sagge amministrazioni e le superiori autorità non delibereranno mai ed autorizzeranno il taglio di un bosco al quale sia attaccata la sicurezza di qualche porzione di abitato; inoltre uno ragionato taglio di bosco fatto a porzioni orizzontali potrebbe evitare la valanga anche in quei luoghi dove fosse pure innocua la di lei caduta.
Dire poi che non vi sarebbe più legna da ardere e che le famiglie morirebbero di freddo nell'inverno di otto mesi, è una tale esagerazione a cui non sappiamo cosa rispondere in una Valle dove trovasi di 60 mila pertiche di bosco comunale oltre agli immensi boschi privati e private proprietà germinate di piante, e tutto questo per una popolazione di circa 6 mila abitanti.
3° - Tagliati i boschi e le tutte le piante in borre queste si rotolano dalle cime dei monti, e colla loro caduta sommuovono il terreno formando rovine e scoscendimenti che in tempo di pioggia e di escrescenza dei torrenti e dell'Anza via trasportansi case e campagne così questi che rinnovano ben sovente nei nostri paesi di montagna, ed un funesto esempio si ha nelle piene degli anni 1834 1839, in cui si tagliarono nella Comune di Calasca piante mature al taglio, epoche in cui vennero danneggiati i ripari di Piedimulera ed il ponte della Masone sulla strada del Sempione.
Relativamente a questo articolo gli oppositori sono pienamente in accordo coi pensieri del Consorzio della Valle Anzasca: essi quivi estesero chiaramente i danni che derivarono al piano dell'Ossola dalle cosiddette flottazioni.
Per evitare che si rinnovino questi danni bisognerebbe procurare la proibizione della flottazione, e non potendosi questa ottenere perché contraria alla libera proprietà pubblica e privata, così sarebbe d'uopo di procurare un altro modo di estrazione delle piante, il quale procurando agli acquisitori de’ boschi un maggior vantaggio del bosco acquistato, venisse così insensibilmente a diminuire e forse a cessare del tutto questa così dannosa flottazione.
Quest'altro modo di estrazione vantaggioso sarebbe la strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca. Andiamo adunque pienamente d'accordo sui danni della flottazione che non si può proibire, ma per evitarli il Consorzio della Valle Anzasca lontano e non interessato nei danni, vorrebbe pur procurare l'estrazione del bosco in un modo diverso e più vantaggioso proponendo la strada carreggiabile; e gli oppositori invece si lagnano, veggono e soffrono questi danni più che tutta la Valle Anzasca, vorrebbero proibire ogni altro mezzo di estrazione mantenendo così per sempre le flottazioni co’ suoi danni. Si fa poi osservare che nelle epoche del 1834 e 1839 la straordinaria piena de’ torrenti e fiumi, e i danni da essa avvenuti, non debbonsi poi tutti ripetere dal taglio e flottazione dei boschi, ma sebbene dalla veramente straordinaria acqua caduta dal cielo.
Il torrente che distrusse quasi per intiero il Borgo di Crodo non scendeva da una valle in cui si fossero tagliati e flottati de’ boschi; Ornavasso non fu rovinato per la flottazione dei boschi tagliati nella piccola valle del suo torrente; Sondrio in Valtellina che perdè metà quasi de’ suoi fabbricati via trascinati dal Mallero non dov'è il suo danno al taglio e alla flottazione del bosco di Valle Malenco; lo stesso dicasi di molte miglia della strada dello Splügen rovinati dalla Lira, nella Valle d'Aosta, nel Vallese, nella Sesia ecc.
Fu un vero diluvio d'acque che impetuosamente e repentinamente scendendo sforzando e corrodendo le rive dei torrenti, fuori trasportò dalle valli piante e macigni producendo dappertutto luttuosi disastri.
4° - La strada carreggiabile non passa pel centro del Comune di Cimamulera e Calasca trovasi pure fuori della medesima strada.
Allorché la Valle Anzasca invitò l'Ingegnere Civile e Idraulico Gio Battista Mazzeri, diedegli la commissione di compilare un progetto di strada carreggiabile da Piedimulera a Macugnaga, secondo le migliori e più scrupolose regole d'arte, di avere a cuore il solo vantaggio generale della Valle Anzasca; che se Cimamulera trovasi fuori in parte della strada carreggiabile é causa della notabilissima sua altezza alla quale non sarebbesi potuto salire che con moltissimi e rapidi andirivieni da costruirsi nel più coltivo del colle, ed arrivativi dovere poi percorrere sensibilissima discesa per dirigersi all'interno della Valle, le contropendenze della strada di montagna sono la peggior cosa che si possa fare, è di un danno agli utenti che non si può facilmente calcolare, perché se ad un carro che esce dalla Valle deve continuamente ora più ora meno, ma sempre discendere basta per la sola poca forza da vincere l'attrito primitivo, se incontransi controsalite allora bisognerà aggiungervi forze di gran lunga maggiori che subito dopo la salita diverrebbero ancora inutili.
Oltre a ciò fu per accorciare d'assai la strada della Valle mentre per salire Cimamulera sarebbe necessario uno sviluppo di più di due mila metri di strada senza aver guadagnato niente nella direzione dell'interno della Valle.
D'altra parte poi non tutto l'abitato di Cimamulera è fuori strada, mentre questa attraversa il bel piano di Gozzi, frazione di Cimamulera, e il centro di Cimamulera non sarebbe tanto lontano dalla strada e con una diramazione nè lunga né costosa si potrà unire questo centro colla carrozzabile con vantaggio di Cimamulera.
Relativamente a Calasca le cose cambiano d'aspetto trovandosi questa Comune in posizione molto già favorevole, poiché la strada carreggiabile attraversa tutto il territorio della Comune, tocca una di lei frazione e mantiensi a non molta distanza da tutti gli altri abitati specialmente da Vigino frazione abitata da quasi tutti i sottoscrittori alla opposizione; e si potrà costruire una strada carreggiabile da concatenare le principali frazioni di Calasca con vantaggio immenso di tutti. Conchiuderemo che sarebbe un bel pretendere che il progetto di una strada carreggiabile da costruirsi lungo una Valle delle Alpi tortuosa, irregolare, l'interno della Valle verrebbero a mancare affatto di sussistenza non essendoci sufficiente terra da coltivare.
5° - Troppo costosa la strada ascendente alla somma di un milione di lire e più, che non potrebbe essere riducibile colla omissione delle barricate di paracarri ed altre opere non assolutamente necessarie, colla riduzione dei prezzi di perizia, perché le barricate e paracarri sono opere di assoluta necessità ed indispensabili allorché trattasi della costruzione di una strada di montagna.
6° - Che non potendosi riparare e mantenere la strada non bastando sicuramente L. 50 mila annue verrà tempo in cui non si avranno più né strade né boschi ed alla Valle non resterà che estrema miseria.
L'ingegner Belli vide che gli argomenti delle obiezioni erano pressoché identiche in tutti i ricorsi, si può dire ispirati da un'unica mente, ne fece un riassunto a cui rispose in modo cumulativo con otto paragrafi:
Risposte dell'Ingegner Giovanni Belli ai sottoscrittori delle petizioni contro la costruzione della strada.E fu con mia sorpresa che vennero dal Consorzio della Strada della Valle Anzasca ricevute le Rappresentanze alle Superiori Autorità di pochi abitanti da alcuni Comuni della Valle tendenti a dimostrare i tanti e gravi danni che la strada carreggiabile apporterà a tutte le Comuni della Valle e ad interessare le Autorità Superiori affinché essa non venga giudicata opera di pubblica utilità.
Le opposizioni di Piedimulera e Cimamulera veramente non mi sorpresero gran fatto, conoscendo appieno l'odio inveterato e puntiglioso che alcuno di questi Comuni ha sempre avuto per questa impresa fino da’ suoi primordi, conoscendo appieno gli sforzi e i tentativi d'ogni sorta per impedire la costruzione della strada di Valle Anzasca; ma fu con vera indignazione che si videro gli indirizzi di alcuni abitanti di Calasca e di Castiglione, le cui popolazioni ed Amministrazioni Comunali furono sempre e lo sono animate da vero amore per questa loro strada carreggiabile conoscendo gli immensi vantaggi.
Scemò poi la nostra meraviglia allorché fu scoperto essere i maneggi di una persona autorevole di Cimamulera che guadagnarono il pensare di costoro colla mediazione in quanto di Antonio Miretti oste di Calasca, il quale fra il cibo e il vino esagerando non so quali mali, sognando non so quali tasse, nuove tasse per il bestiame, e giocando con la petizione alla mano, di porta in porta, ottenne un tenuo numero di sottoscrittori quasi tutti uomini vecchi, di pochi numeri, ignari affatto della molla principale dell'attuale civile progresso, tutti non principali registranti del Comune come si dichiarano, ma possessori e coltivatori di poca terra e una volta semplici peltrai girovaghi per procacciarsi il vitto nelle terre italiane.
Ed è singolare e degna di menzione la scaltrezza, dell'Antonio Miretti, il quale dopo essere stato principale motore dell'indirizzo, dopo di aver ottenuto la maggior quantità di sottoscrizioni che potè, ebbe poi la finezza di non apporre la propria firma onde non essere giudicato del bel numero uno!
I motivi esposti in questi quattro indirizzi di: Piedimulera, Cimamulera, Castiglione e Calasca, e pei quali dichiarasi la strada carreggiabile della Valle Anzasca sommamente svantaggiosa a tutta la Valle, furono già altre volte messi in campo e altrettante volte dimostrati insussistenti, e potrebbe il Consorzio Stradale rispondere a queste opposizioni con tutti gli atti consolari favorevoli delle nove Comuni interprete della Valle, con tutti gli scritti e petizioni di alcuni Anzaschini dove vengono descritti invece i sommi vantaggi di una strada carreggiabile, i quali atti trovansi presso le Superiorità.
Se non che essendo i Deputati del Consorzio invitati a rispondervi categoricamente prenderanno qui in esame i danni esposti dagli espositori di queste quattro Comuni rispondendo in proposito a ciascuno di essi, e sottoponendo al giudizio delle Autorità Superiori quanta causa di capitale vantaggio per le Comuni interne della Valle, è contrariata da due Comuni esterne, e da alcuni pochi uomini di Calasca e di Castiglione, il cui corto intelletto non può misurare i vantaggi di una strada carreggiabile, o vedendoli non li sa apprezzare, od apprezzandoli, li nega per malizia o per vile guadagno.
Ma passiamo alla discussione:
1°- Favorisce la strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca le speculazioni ed i negozi di ben poche famiglie già abbastanza agiate, e gli interessi dei membri del Consorzio, rovinando e riducendo a miseria molte famiglie che vivono quotidianamente trasportando commestibili e altri oggetti dell'interno della Valle, ed è il danno generale alla Valle intera.
Le strade carreggiabile furono, sono e saranno sempre vantaggiose, da ogni come è l’Anzasca, dove gli abitanti non furono fabbricati che in pianerottoli qua e là a diverse altezze irregolarmente sporgenti, sarebbe un bel pretendere che dovesse passare da tutti gli abitanti delle Comuni; sarebbe invero un progetto ben singolare.
2° - Nella costruzione della strada carreggiabile verrebbe a cadere nel torrente Anza un'immensa quantità di materiale escavato, enormi macigni, i quali cadendo formerebbero delle rovine ed empirebbero così il letto del torrente che venendo a gonfiarsi via trasporterebbe tale materiale che produrrebbe danni gravi ai nuovi ripari, alla strada del Sempione, al ponte della Masone.
Le località in cui il materiale escavato per la costruzione della strada verrebbe a cadere nel torrente Anza sono poche, in queste poche non vi possono succedere frane essendo ivi il monte formato da roccia stabile.
Nelle altre località tutto il materiale o deve ivitandiosi quella costruzione de’ muri o contro muri della strada, oppure abbandonandolo e gettandolo fuori della strada non potrà mai cadere nel fiume.
Volendo poi anche supporre che tutto cadesse nel torrente, il superfluo ai bisogni stradale, non potrà mai avvenire il danno esposto dagli espositori, perché il materiale vi cadrebbe distribuito e in diverse epoche ed in quantità da non porsi a confronto con quello esistente nel letto del fiume, o a quello che viene trasportato nelle piene del torrente e l'ammettere questo preteso danno fu solo col pensiero di accrescere il numero delle opposizioni senza riflettere seriamente sulla ragionevolezza o non del fatto.
3° - Il progetto della strada carrozzabile non è confacente alle strutture della Valle Anzasca, ammontando esso ad un milione e più di Lire; e che questo ammontare non può essere riducibile con l'omissione delle barricate e paracarri, e colla diminuzione dei prezzi di perizia, essendo le barricate indispensabili nelle strade di montagna onde non compromettere la vita e le sostanze dei viaggiatori.
Questa è l'unica opposizione sulla quale si possa, per così dire veramente ragionar sopra essendo stata quella che nacque nella mente di tutti fino alla prima mozione di costrurre una strada carreggiabile lungo la Valle Anzasca. Da principio la proposizione parve impossibile, ma in seguito la riflessione illuminò meglio, a poco a poco le menti, che si venne a conoscere l'estensione dei boschi resinosi della Valle, si paragonò il valore delle piante e dei nostri boschi con quello che potranno avere costrutto la strada carreggiabile, e così la chimerica proposizione a poco a poco si fece sempre più chiara e realizzabile; ed ora dopo tutto quello che fu scritto da alcuni deputati delle Amministrazioni Comunali, interne della Valle, ora è tale che nessuna persona Anzaschina, a meno che non sia di intelletto ben corto, non che solo con una porzione di boschi della Valle si può far fronte al costo della strada, fosse pure anche maggiore di L. 790 mila, portate dalla perizia Mazzeri.
Se possa poi questa somma essere riducibile ad una minore, basta fare il confronto de’ prezzi esposti nella perizia della strada Anzaschina con quelli attualmente praticati nelle valli d'Antigorio e di Vigezzo che presentasi nell'annessa tabella (…); e l'omissione delle barricate e de’ paracarri non si dichiara che debba essere per tutto il tempo avvenire ma da costruirsi dopo fatto la strada con quei mezzi che la Valle potrà normalmente disporre.
4° - Chi penserà alle riparazioni e alla manutenzione di una sì dispendiosa strada per la quale non basteranno sicuramente cinquanta mila Lire annue ? Non potendola mantenere la Valle più non avrà né strada né boschi e solo estrema miseria.
La strada carreggiabile di Valle Anzasca costruita che sia, verrà mantenuta a carico della Provincia, come lo saranno quelle di Antigorio e Vigezzo, essendo state queste strade Mandamentali dichiarate Provinciali nel Congresso divisionario di Novara nel 1845. Faremo però osservare essere una vera esagerazione la cifra di manutenzione la quale ammonterebbe a Lire cinquanta mille e più all'anno; e fanno credere i pochi uomini di Calasca, che posero in campo questa obiezione, di essere veri e profondi conoscitori di progetti stradali, di essere dell'arte, mentre generalmente si credeva che fossero uomini dabbene e tranquilli, e non conoscitori che dell'arte del peltraro e di quello di dirigere la coltivazione de’ loro pochi alpestri terreni.
5° - La Comune di Calasca trovasi ormai spopolata di boschi specialmente di piante da spina alle quali si vorrebbe applicare un sognato enorme vantaggio.
Le Amministrazioni delle nove Comuni della Valle Anzasca deliberarono di impiegare nella costruzione della strada, il terzo del ricavo dei loro boschi da vendersi quando fatto la strada avranno essi non valere ai molti doppi maggiore. Che se Calasca trovasi ancora ricca di bosco resinoso, il terzo del ricavo che se ne potrà fare ammonterà ad una bella somma, se poi è ormai spopolata di piante da spina il suo terzo sarà di poca cosa, ma converrà vedere quali di queste supposizioni possa essere la reale, cosa che sarà posta in chiaro nella visita generale dei boschi della Valle ordinata dal superiore Ministero. Piace poi oltremodo l'espressione che si vorrebbe applicare alle piante resinose un sognato enorme vantaggio.
Nella Valle Vigezzo quelle piante che alcuni anni or sono, quando la Valle era senza strada carreggiabile, volevano una lira o due presentemente salirono al prezzo di Lire venti o venticinque , e questo non è un sogno, è un fatto che ognuno può facilmente verificare.
Faremo infine osservare che si potrebbero porre in dubbio gli indirizzi degli abitanti di queste Comuni non essendo convalidate da persone di pubblico ufficio; che rispetto a quelle di Calasca e Castiglione si dovrebbe prima di dar loro quella importanza che parrebbero avere, si dovrebbe fare per mezzo di persona d'ufficio, un esame dei sottoscrittori per vedere come ebbe origine l'indirizzo e se la loro sottoscrizione è autografa, spontanea e se veramente ciò che esponesi nella petizione sia tutto a loro cognizione e sia il loro pensiero.
Relativamente poi agli altri diremo che le popolazioni di Piedimulera e Cimamulera sono passive in questo progetto di strada carreggiabile, perché esse non dovrà non è concorrere nella spese di costruzione, né in quella di manutenzione, ma hanno solamente la servitù passiva che una strada carreggiabile utile alla intera popolazione di una Valle di nove Comuni attraversi in poca parte il loro territorio comunale o privato in gran parte posseduto dagli stessi abitanti della valle e coltivati da massai del paese i quali, contro l'interesse ed il volere, dei loro padroni, sottoscrissero gli indirizzi in discorso. Conchiuderemo che i vantaggi della strada carreggiabile sono per la Valle Anzasca tanti e di sì grande importanza che ogni persona di buon senso può riconoscerlo senza dubbi di sorta.
La deliberazione del Consorzio per la Strada di Valle Anzasca, di richiedere a S.M.la “dichiarazione di pubblica utilità” questi Comuni rifiutarono il loro consenso all'esposizione dell'Atto nel loro “Albo Pretorio”:
Comune di Piedimulera atto consolare del 4 maggio 1846
Comune di Cimamulera atto consolare del 2 maggio 1846
La prima gita in carrozza fino a Macugnaga, a strada appena ultimata, venne fatta nel 1899 da Giuseppe Fantoni, il geometra Ruffoni e Antonio Griggi.
La notizia di cronaca viene riportata dal settimanale "Ossola" nel 1899. Il corrispondente da la notizia a livello di epica impresa, firmandosi "il Goliardo".
Il mezzo usato era chiamato "char-àbanc", un termine francese, e si trattava di un carro a 4 ruote e un piano in tavole di legno con piccole sponde,
corredato da lunghi sedili o panche poste ai due lati. Poi uno dei protagonisti, Giuseppe Fantoni, con l'avvento dei veicoli a motore, nel 1913, inaugura
la sua nuova gestione di trasporti da Piedimulera a Macugnaga. E' la fine di un epoca, è il tramonto per le carrozze, il progresso si chiama "automobile".
Edited by Piero** - 28/8/2019, 13:48